Dati Istat, a settembre cala la produzione industriale: -5,6% rispetto ad agosto

I dati diffusi dall’Istat relativi alla produzione industriale a settembre 2020 registrano un calo del 5,6% rispetto ai valori di agosto, dopo 4 mesi di crescita. L’analisi dei dati tendenziali (comparati con i livelli del 2019) mostra che la flessione più significativa ha riguardato le industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-20,8%), la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-20,4%) e la fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (-11,9%). In positivo soltanto l’attività estrattiva (+2,7%), la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+2,0%) e le altre industrie (+0,2%).

Pubblicato il 10 Nov 2020

Produzione industriale settembre 2020, dati Istat.


Dopo 4 mesi di crescita, a settembre il rimbalzo della produzione industriale si è arrestato. Secondo i dati resi noti dall’ Istat, a settembre l’indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito del 5,6% rispetto ai dati di agosto.

Rispetto a febbraio 2020, prima che esplodesse la crisi, il livello è inferiore del 4%, mentre rimane superiore dell’1,3% rispetto al mese di luglio.

Rispetto ai dati di agosto, si registrano cali congiunturali in tutti i comparti: la flessione più significativa è registrata per i beni di consumo (-4,8%), seguiti da i beni strumentali (-3,9%) e dai beni intermedi (-1,6%). Meno marcato, invece, il calo per il comparto energetico, che a settembre registra un -0,3% dopo il dato positivo di agosto (+5,3%).

Per quanto riguarda il dato tendenziale (cioè nel confronto con il dato del settembre 2019), l’indice complessivo diminuisce del 5,1%, con flessioni che riguardano tutti i comparti. Il calo più ampio si registra per i beni strumentali (-7,1%), i beni di consumo (-5,7%) e i beni intermedi (-4,2%), mentre il comparto energetico rimane stazionario (-0,1%).

Dati Istat, variazioni tendenziali della produzione industriale a settembre 2020.

Duramente colpite le industrie tessili, dell’abbigliamento, pelli e accessori, dove si registra un calo del dato tendenziale del 20,8%. Duramente colpite anche la produzione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-20,4%) e la fabbricazione di macchinari e attrezzature n.c.a. (-11,9%).

Gli unici settori dove si registra un incremento tendenziale sono l’attività estrattiva (+2,7%), la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+2,0%) e le altre industrie (+0,2%).

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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