“Chiediamo al nuovo Governo di dare continuità al Piano Impresa 4.0 per proseguire il cammino virtuoso di innovazione che l’industria manifatturiera italiana sta portando avanti, rendendo strutturali i benefici per chi investe”. Sono le parole pronunciate da Giuliano Busetto, Presidente di Federazione ANIE, in occasione dell’assemblea dell’associazione confindustriale – 1.300 aziende associate con 468 mila addetti – che rappresenta il settore dell’Elettronica e dell’Elettrotecnica.
Ma l’industria non basta: “Vorremmo che la stessa filosofia fosse proiettata al mondo delle costruzioni con un piano Edificio Sostenibile 4.0, primo passo verso la città sostenibile del futuro”, ha aggiunto Busetto. “Non possiamo poi non ribadire la richiesta di una piena attuazione della Strategia Energetica Nazionale: più rinnovabili, più efficienza energetica e più elettrificazione della domanda” ha dichiarato. “Da ultimo la richiesta più forte: concreti investimenti in infrastrutture. Molto è stato fatto ma molto resta ancora da fare con il coinvolgimento di tutti gli attori in gioco”.
Idee, queste ultime, suffragate anche dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia: “Una seria politica di investimenti in infrastrutture è ciò che serve al Paese per avviare una nuova stagione di crescita inclusiva”, ha detto.
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Boccia: ripartiamo dal 2016
“Ripartiamo dal 2016, dal piano Industria 4.0 – ha detto Boccia -, un piano neutrale sui settori, che prevedeva un sistema premiante per chi investiva e che ha portato effetti sull’economia reale”.
E poi: “Occorre uscire dalla dimensione della campagna elettorale, uscire da un’idea divisiva del Paese, bisogna costruire un meccanismo di crescita con il lavoro al centro”, ha detto riferendosi al Ministro Salvini.
“C’è la necessità di un’Europa forte, che crei degli shock positivi e non subisca solo quelli negativi degli altri”. Il riferimento è alle politiche protezionistiche statunitensi.
“La politica dei fattori non basta. Ci vuole una politica delle mission, che definisca grandi obiettivi e li persegua. Gli assi su cui lavorare sono lavoro, crescita e debito”.
“Ci vuole un patto di crescita e di stabilità – ha concluso Boccia – perché è la crescita che porta stabilità e non il contrario”.
I numeri di un settore in forte crescita
Il settore dell’Elettronica e dell’Elettrotecnica conferma intanto le più rosee previsioni di crescita e conclude il 2017 con un fatturato aggregato di 78 miliardi di euro, in crescita del 3,8% rispetto all’anno precedente.
È l’Elettronica, la “casa” delle tecnologie abilitanti per Industria 4.0, a trainare la crescita, mettendo a segno un +7,8% (oggi vale 20 miliardi di euro) a fronte di un pur notevole +2,7% dell’Elettrotecnica (58 miliardi). E ancor più di questa distinzione merceologica, sono le tecnologie orientate all’Industria a farla da padrona, con una crescita che arriva a sfiorare la doppia cifra, attestandosi a quota +9,1%. Crescono anche Building (+3,9%) e Energia (+2,9%), mentre arretra il settore Infrastrutture e trasporti (-5,8%), un dato però “che non deve ingannare perché legato solo allo slittamento di alcune commesse”, spiega Busetto, come confermato dal positivo andamento di ordinativi ed esportazioni.
Bene l‘Export: la crescita aggregata del comparto è del 5,2%, trainata più dai mercati extra UE (+5,4%) che dal mercato europeo (+4,7%).
Le previsioni per il 2018: crescita a doppia cifra
In base a un’analisi quali-quantitativa su un campione di 130 aziende, il Servizio Studi della Federazione ha rilevato che oltre la metà delle imprese (57%) evidenzia una ulteriore crescita del fatturato per il 2018. Un dato suffragato anche dai dati ISTAT relativi agli ordinativi del primo quadrimestre, che per le imprese di questo settore sono cresciuti del 13,9%.