i dati di federmacchine

Beni strumentali, nel 2024 il settore chiude a -7,8% (domanda nazionale -17,4%), per il 2025 si attende una parziale ripresa

Nel 2024 il comparto dei beni strumentali ha registrato una flessione del fatturato del 7,8% rispetto al 2023, condizionata dal calo dell’export verso Germania, Francia e Cina e dal crollo della domanda nazionale (-17,4%). Per il 2025 Federmacchine si attende una parziale ripresa, che però non riporterà il settore ai livelli del 2023.

Pubblicato il 17 Dic 2024

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Nel 2024 l’industria italiana costruttrice di beni strumentali ha registrato un calo generalizzato di tutti i suoi principali indicatori economici, segno della profonda difficoltà che il comparto ha attraversato in questi 12 mesi.

Il 2025 dovrebbe portare a un cambio di rotta, ma i risultati saranno decisamente inferiori a quelli registrati nel 2023, anno in cui si era registrato un fatturato record di 56,6 miliardi di euro.

Sono queste alcune delle considerazioni che emergono dalle rilevazioni appena effettuate dal Gruppo Statistiche Federmacchine, la federazione delle imprese costruttrici di beni strumentali.

Beni strumentali, nel 2024 scende il fatturato e l’export

Secondo le stime nel 2024 il fatturato dell’industria italiana di settore si fermerà a 52.207 milioni di euro, il 7,8% in meno rispetto al 2023. Sul risultato pesano i negativi riscontri raccolti dalle imprese sia sul mercato estero che interno.

L’export dovrebbe calare a 36.213 milioni di euro (-3,9%) nel periodo gennaio-settembre 2024 (ultimo dato disponibile). In particolare, secondo l’elaborazione del Gruppo Statistiche a partire dai dati Istat, le esportazioni con i vicini europei sono diminuite, con l’export verso la Germania che ha registrato una flessione del 4,1% (generando un valore di 1,8 milioni) e gli scambi con la Francia che hanno registrato un -1,3% (1,2 milioni), mentre l’export verso la Spagna ha registrato un lieve aumento (730 milioni, +2,1%).

Marcato il calo verso la Cina (806 milioni, -4,7%), mentre l’export verso gli Stati Uniti è salito del 3,8% (2,5 milioni).

Le consegne sul mercato interno si stima scendano a 15.994 milioni di euro, -15,5% rispetto all’anno precedente, penalizzate dalla drastica riduzione del consumo domestico di macchinari che non andrà oltre 25.239 milioni di euro (-17,4%).

“Dopo gli anni di grande espansione, l’industria italiana costruttrice di beni strumentali si è trovata ultimamente a fare i conti con una condizione di contesto profondamente differente. L’instabilità geopolitica, da un lato, e la debolezza della domanda interna, dall’altro, hanno inciso profondamente sui nostri risultati”, commenta Bruno Bettelli, Presidente di Federmacchine.

“Proprio la condizione generalizzata di complessità – continua Bettelli – è l’elemento che più ci allarma rispetto al prossimo futuro. Infatti, le imprese italiane del machinery fanno i conti con le difficoltà oltre confine che riguardano paesi vicini e lontani e che, in parte, risentono dei conflitti aperti nelle zone calde del mondo; ma sono costrette anche a ragionare su come rispondere alle criticità del mercato italiano che si dimostra decisamente asfittico”.

Le previsioni per il 2025

Il 2025 tornerà di segno positivo. Secondo le previsioni, infatti, il fatturato crescerà a circa 53,3 milioni di euro, per un incremento del 2% rispetto al dato del 2024.

L’export risulterà sostanzialmente stazionario attestandosi a 36.456 milioni di euro (+0,7%). Le consegne dei costruttori italiani registreranno una crescita, del 5%, a 16.799 milioni di euro, trainate dalla ripresa del consumo domestico che, in virtù di un incremento del 4,3%, raggiungerà i 26,3 milioni di euro.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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