“Con il lock down, la Digital Transformation è diventata in pochi mesi una necessità, forzando culturalmente aziende, Pubbliche Amministrazioni e persone ad adottare nuovi processi ed approcci digitali: ma si è lavorato in emergenza, senza una strategia di sistema, ora è arrivato il momento di costruirla”, osserva l’associazione in una nota. “Il Digitale è fattore abilitante del sistema economico del Paese e deve servire per progettare una Nuova Economia che non può essere riconducibile all’esperienza pregressa: deve andare “Oltre””.
I n umeri del mercato dimostrano come il settore dell’ICT sia un esempio di resilienza. Costituito per la maggior parte da micro, piccole e medie imprese italiane, nei primi 9 mesi dell’anno il comparto ha tenuto: quasi la metà delle aziende associate ha gestito al meglio le difficoltà, il 18,5% crescendo di fatturato, il 24% restando stabile. E le previsioni per il 2021 sono ottimistiche: per il 58,4% sarà in miglioramento, solo l’8,6% prevede un peggioramento.
La conferma arriva anche dai dati di scenario di IDC Italia che vedono un calo complessivo del fatturato IT italiano di quasi il -2% nel 2020, una ripresa lenta nel 2021 e più marcata nel 2022, fino a superare il +3%.
Un piano in 5 punti
Gli anticorpi al virus dell’economia si chiamano investimenti: “in primis nello sviluppo di business e nella ricerca (57,6%)”, rileva l’associazione.
A poco invece sono servite le misure economiche di sostegno alle imprese via via messe in campo dalle istituzioni: solo il 14% vi ha fatto ricorso e li reputa adatti alla loro situazione.
Ma le richieste al Governo sono precise: la metà delle aziende è concorde nel chiedere interventi sul costo del lavoro, un’azienda su quattro chiede incentivi alla ricerca e sviluppo. Ed è raccogliendo gli spunti reali delle imprese associate che Assintel ha lanciato alle Istituzioni il suo programma “Oltre”, dove il Digitale è il volano concreto per attivare l’evoluzione di tutto il sistema economico e sociale.
Eccolo in 5 punti:
1. Abbattere il costo del lavoro per incentivare l’innovazione
- Decontribuzione totale per 5 anni sulle nuove assunzioni in ambito ricerca e sviluppo senza plafond e abbassamento del cuneo fiscale delle risorse già assunte.
2. Finanziare la riprogettazione del business: serve liquidità reale al sistema delle imprese
- Rivoluzionare l’approccio ai bandi, in cui favorire la compresenza di fornitori, fruitori e associazioni di categoria, con particolare riferimento alle MPMI
- Rendere automatico il finanziamento anticipato degli investimenti da parte delle banche a fronte dell’assegnazione di fondi a seguito della partecipazione ai bandi
- Inserire la cessione del credito anche per le attività di Ricerca e Sviluppo
3. La rete dell’innovazione: mettere a sistema i territori, le istituzioni e le associazioni
- Creare tavoli permanenti a livello regionale e nazionale, integrando i lavori con le associazioni di categoria, che fanno da interpreti e catalizzatori delle esigenze delle aziende sul territorio
- Favorire la creazione di ecosistemi domanda-offerta che valorizzino le filiere del Made in Italy valorizzando le MPMI, che rappresentano il 99% delle aziende Italiane
4. La rivoluzione delle competenze digitali: devono diventare l’asset su cui investire
- Incentivare economicamente gli studi nei percorsi STEMA
- Creare programmi di studio allineati con le richieste del sistema aziendale
5. Sburocratizzazione: il digitale come driver per l’efficientamento della relazione fra la pubblica amministrazione e le imprese
- Completare l’interoperabilità delle banche dati per semplificare la relazione fra impresa e Pubbliche Amministrazioni
- Rendere totalmente digitali tutti i servizi che la PA eroga alle imprese sia a livello Nazionale che Locale.