Acimit e Politecnico di Milano insieme per certificare l’integrazione delle macchine tessili

L’Associazione dei Costruttori Italiani di Macchine Tessili sta lavorando in collaborazione con il Politecnico di Milano per creare un modello per la gestione dei dati produttivi di macchina e di processo che permetta alle macchine dei vari fornitori di poter “dialogare” attraverso un linguaggio comune: il primo passo verso la realizzazione di una certificazione digitale per le macchine tessili.

Pubblicato il 21 Set 2020

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Si compie un altro passo verso l’introduzione di una certificazione digitale per attestare la facilità di integrazione delle macchine tessili all’interno dei sistemi operativi aziendali, una garanzia che i produttori di macchinari potranno offrire ai propri clienti.

L’Associazione dei Costruttori Italiani di Macchine Tessili (Acimit) ha infatti lanciato un nuovo progetto digitale in collaborazione con il Manufacturing Group della School of Management del Politecnico di Milano: un modello per la gestione dei dati produttivi di macchina e di processo, che possa permettere alle macchine dei vari fornitori di poter “dialogare” attraverso un linguaggio comune.

Questo modello, presentato alle circa 300 aziende di Acimit, è stato sviluppato dal team di ricerca Manufacturing Group della School of Management del Politecnico di Milano, sotto la guida scientifica del Prof. Marco Taisch e operativa della ricercatrice Elisa Negri.

“Un gruppo di aziende associate ha avvertito la necessità di presentarsi ai propri clienti con macchine che possano dialogare tra loro con un linguaggio comune, consentendo una più facile integrazione dei dati provenienti dai macchinari all’interno dei sistemi operativi (ERP, MES, CRM, ecc.) delle aziende clienti”, spiega Alessandro Zucchi, Presidente di Acimit. “Ci siamo, quindi, rivolti al prof. Taisch per definire insieme a lui un progetto che potesse essere utile a tutte le aziende del settore, accelerandone il loro processo di digitalizzazione”.

Il primo passo è stato elaborare un vocabolario di riferimento condiviso da tutte le aziende italiane costruttrici di macchine tessili, cioè un modello concettuale dei dati gestionali produttivi di macchina e di processo attraverso cui il cliente possa identificare e calcolare i relativi Key Performance Indicators (KPI) produttivi.

“Oggigiorno si stanno sviluppando nuove tecnologie che diventeranno sempre più importanti per le imprese”, dichiara il prof. Taisch. “La capacità di fare analitiche predittive, i sensori in grado di leggere i dati e la possibilità di collegare i macchinari (il cosiddetto Internet Of Things) sono tecnologie basate sul concetto di informazione che permettono la raccolta dei dati, la loro analisi e la capacità di utilizzarli per fare business. L’obiettivo del progetto Acimit è lavorare insieme e sfruttare il vantaggio competitivo che si presenta alle aziende associate. Grazie ad esso sarà possibile ripensare ai sistemi di misurazione dei KPI utilizzati all’interno della singola azienda per adattarli a un linguaggio standard e condiviso da una comunità più ampia”.

Accanto a quello della realizzazione di una certificazione digitale delle macchine tessili (la Digital Label Acimit), l’obiettivo di lungo periodo del progetto è quello di venire incontro a produttori e clienti, fidelizzando questi ultimi con una visione comune dei dati macchina. Un passaggio che permetterà di integrare in modo più facile e omogeneo nei sistemi operativi delle aziende tessili le informazioni trasmesse da macchinari di costruttori diversi.

“L’idea di una certificazione digitale permetterà di fornire ai clienti un flusso continuo di informazioni di facile interpretazione, ma soprattutto permetterà di elaborare servizi aggiuntivi e nuovi modelli di business per una maggiore competitività del settore”, aggiunge Taisch.

In conclusione la proposta di Acimit ai costruttori di macchine tessili è quella di “adottare il linguaggio comune fornito nel modello per far dialogare le macchine”, conclude Zucchi. “Ne beneficerà l’intera filiera meccanotessile italiana, che potrà presentarsi con un unico modello dati per l’interfaccia tra le macchine e i sistemi produttivi. E ne beneficeranno anche i clienti, che godranno di una maggiore facilità nella raccolta e integrazione dei dati macchina e una semplificazione dell’analisi di business”.

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Francesco Bruno

Giornalista professionista, laureato in Lettere all'Università Cattolica di Milano, dove ha completato gli studi con un master in giornalismo. Appassionato di sport e tecnologia, compie i primi passi presso AdnKronos e Mediaset. Oggi collabora con Dazn e Innovation Post.

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