Entro il 2030 lo sviluppo delle tecnologie innovative, legate principalmente all’intelligenza artificiale, potrà portare ad una crescita del PIL italiano del 13%, equivalente a 228 miliardi di euro. La stima è stata resa nota dalla società di consulenza manageriale McKinsey & Company, e dal suo istituto di ricerca economica McKinsey Global Institute, nel corso di The Future Is Now, l’incontro che si è tenuto a Milano in occasione dei 50 anni della società di consulenza in Italia.
Secondo McKinsey Global Institute, l’impatto per l’Europa derivante dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale potrebbe essere ancora più elevato e corrispondere a un aumento del PIL nel decennio del 19%, per un valore pari a 2.700 miliardi di euro.
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Aumentano gli investimenti nelle startup ma valgono meno che negli USA
Secondo lo analisi il numero di startup in ambito Intelligenza Artificiale in Europa è triplicato negli ultimi tre anni mentre gli investimenti hanno avuto un incremento del +360% rispetto agli ultimi 5 anni e sono saliti a 21 miliardi di euro nel 2018. Il problema, però, secondo il report, riguarda il numero delle startup che hanno una valutazione superiore a 1 miliardo, che è cresciuto a un tasso inferiore, circa la metà rispetto a quello degli Stati Uniti.
“L’intelligenza artificiale rappresenta un’opportunità unica per la competitività e la crescita del nostro continente – sottolinea Massimo Giordano, Managing Partner McKinsey Mediterraneo – l’Europa, e con essa l’Italia, possono contare su diversi punti di forza: un settore industriale all’avanguardia; un ampio bacino di talenti nella ricerca e nel tech; un numero di startup in continua crescita. Sarebbe quindi un peccato perdere questa occasione. Non si tratta infatti di un tema astratto, ma di ricchezza concreta, che per l’Europa potrebbe valere 2.700 miliardi di euro”.
Aumentano le competenze digitali e serve l’innovazione nel pubblico
I dati raccolti da McKinsey sottolinea anche alcuni punti molto interessanti sul tema delle competenze tecnologiche, che vedranno un aumento del 40% per le skill avanzate e del 65% per quelle di base. Da qui la necessità di aggiornare le attività di formazione per i giovani e di riqualificazione professionale per accompagnare le aziende nell’era 4.0.
Secondo lo studio, inoltre, una parte rilevante della spesa europea per i prodotti e servizi pubblici, stimata in circa 2.000 miliardi di euro l’anno, 14% del PIL, potrebbe essere dedicata all’innovazione e questo potrebbe innescare un circolo virtuoso che, partendo dal comparto pubblico, potrebbe portare benefici anche al settore privato