Il settore manifatturiero in Italia è in piena ripresa. Grazie all’aumento record dei nuovi ordini e dei livelli occupazionali e all’ulteriore espansione della domanda a metà del secondo trimestre, il Purchasing Managers’ Index elaborato da IHS Markit tocca quota 62.3 puntisegnando il record assoluto dal 1997, anno in cui è stato creato l’indice PMI.
Ricordiamo che per questo particolare indice, che prende in esame nuovi ordini, produzione, livello d’impiego, tempi di consegna dei fornitori, giacenze degli acquisti e tempi di consegna e dà quindi in un numero la fotografia dello stato di salute del settore manifatturiero, un dato superiore a 50 significa che il mercato si attende un miglioramento complessivo.
Unica nota negativa sono i problemi registrati nelle catene di distribuzione, che hanno contribuito al rafforzamento della pressione inflazionistica.
Indice degli argomenti
Crescono ordini, produzione e occupazione
A dare un forte impulso al valore principale di maggio è stato l’Indice destagionalizzato dei Nuovi Ordini, che ha raggiunto un record.
Secondo le aziende campione, le più favorevoli condizioni economiche hanno favorito la crescita della domanda da parte dei clienti. L’indagine di maggio ha inoltre indicato una forte crescita delle esportazioni soprattutto verso Cina e Stati Uniti.
In conseguenza all’aumento degli ordini, anche la produzione è aumentata. Il tasso di crescita è stato il maggiore da febbraio 2011 e il secondo più veloce di sempre.
In risposta alla crescente domanda e alla maggiore pressione sulla capacità produttiva, si è registrata anche una crescita dell’occupazione nelle aziende manifatturiere italiane.
Complessivamente a maggio il livello di ottimismo delle aziende è molto forte ed è collegato alla crescita della domanda e alla speranza di una sostenuta ripresa economica.
Le questioni ancora aperte
L’aumento della domanda ha fatto registrare un aumento del livello di ordinativi inevasi. Le imprese aderenti all’indagine hanno inoltre notato che la carenza di materiale e i ritardi delle consegne hanno causato ritardi nel completamento di alcuni ordini.
I dati di maggio hanno inoltre evidenziato l’ennesima pressione sulla catena di distribuzione, con i tempi medi di consegna in allungamento ad un livello quasi record. I dati raccolti hanno riportato come cause principali dei ritardi la carenza di materiale presso i magazzini, la maggiore domanda e problemi di natura logistica.
Le giacenze delle materie prime e dei semilavorati sono diminuite ulteriormente. Anche le giacenze dei prodotti finiti hanno riportato una contrazione, anche se ad un tasso leggermente inferiore.
Le interruzioni sulla catena di fornitura e la carenza di materiale sono state causa dell’aumento dei prezzi di acquisto e quindi dell’inflazione.