Il 2024 si conferma “un anno perso per i costruttori di macchine utensili”. Riccardo Rosa, presidente di Ucimu – Sistemi per Produrre, sintetizza così l’andamento del business dell’industria italiana delle macchine utensili, robot e automazione in un anno, il 2024, che si chiuderà con un calo dell’11,4% del valore della produzione a quota 6,74 miliardi di euro, tornando così sui valori del 2016. Un calo peggiore rispetto alle aspettative e frutto del crollo della domanda interna.
Gli acquisti di macchine utensili da parte delle industrie manifatturiere italiane sono infatti diminuiti del 34,8% a quota 3,79 miliardi di euro e le consegne dei costruttori italiani sul mercato domestico del 33,5% (l’import registra -36,5%).
Bene invece l’export, che tocca un nuovo record con un valore di 4,49 miliardi (+6,3%). A trainare le vendite la domanda da Stati Uniti (+17%), Germania (+12%), Cina (in calo del 15%), India (dove le vendite sono raddoppiate) e Francia (-9%).
Il rapporto export su produzione si attesta al 66,6%, il dato più alto degli ultimi anni.
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Le prospettive del 2025
Il 2025 dovrebbe invece segnare un’inversione di tendenza. Il valore della produzione è atteso in leggera crescita (+2,9%), con l’export stabile (+0,3%) e domanda interna in crescita del 7,2%.
“Transizione 5.0 è sicuramente una grande opportunità perché spinge le aziende a ragionare su un nuovo e necessario approccio di corretto uso delle risorse, risparmio energetico e produzione sostenibile come richiesto dalle direttive europee”, commenta Rosa. “Le imprese credono nella potenzialità di questo strumento ma occorre che i correttivi arrivino al più presto. Altrimenti, l’opportunità rischia di rimanere ancora una volta solo sulla carta”.
Rosa si dice convinto che i correttivi promessi dal governo funzioneranno, se arriveranno tempestivamente. “Apprezziamo in particolare l’idea di sostituire l’obbligo di certificazione del risparmio energetico con la possibilità di abbinare il nuovo acquisto alla sostituzione di un macchinario obsoleto (il cui ammortamento è stato completato da almeno 24 mesi). Questo vorrebbe dire che si potrebbe acquistare un nuovo macchinario in regime 5.0 se l’acquisto fosse legato al rimpiazzo di una macchina con almeno 7 anni di età. Ma apprezziamo anche l’innalzamento delle aliquote, la possibilità di cumulare la misura con gli incentivi per la ZES o con altri incentivi finanziati con risorse non nazionali e l’allungamento della misura al primo quadrimestre 2026″.
Rosa: “Cambiare rotta sull’Automotive”
Rosa è però molto critico con la posizione dell’Unione Europea sul proseguimento della strategia che punta allo stop ai motori endotermici nel 2035 che sta avendo delle ripercussioni gravi sul settore Automotive.
“Quello a cui stiamo assistendo oggi, con la chiusura di alcune fabbriche automotive e la fuoriuscita di migliaia di lavoratori anche dell’indotto, rischia di innescare un effetto domino che porterebbe un grave problema sociale per la gran parte dei paesi dell’area, a partire proprio dall’Italia. Non possiamo assolutamente permetterlo, per questo ritengo sia necessario che tutti gli organismi di rappresentanza del mondo industriale facciano sentire la loro voce prima che sia davvero troppo tardi. Si tratta di una partita che vede imprenditori, manager, maestranze, istituzioni di governo, tutti coinvolti per il comune interesse di difendere l’industria che è la base del sistema economico del paese e dell’Europa”.