Macchine utensili, il 2022 chiude a doppia cifra, crescita in vista anche per il 2023

Il valore della produzione italiana di macchine utensili, automazione e robotica continua a crescere (+14,6%) nonostante le incertezze che dominano la scena economica e geopolitica internazionale. Il merito è soprattutto dell’aumento del consumo da parte delle aziende manifatturiere italiane, che cresce del 31,3% sulla spinta degli incentivi previsti dal Piano Transizione 4.0

Pubblicato il 13 Dic 2022

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Il valore della produzione italiana di macchine utensili, automazione e robotica continua a crescere nonostante le incertezze che dominano la scena economica e geopolitica internazionale, grazie soprattutto al traino del mercato interno.

Un 2022 a doppia cifra grazie al boom del consumo interno

Secondo i dati resi noti dal centro studi di Ucimu – Sistemi per Produrre il valore della produzione realizzata dai costruttori italiani di macchine utensili, automazione e robotica ammonta infatti a 7,25 miliardi di euro (+14,6%) di cui 3,27 realizzati per vendite all’estero (+2,5%) e quasi 4 (3,98 miliardi, +27%) per macchinari destinati in Italia.

Il rapporto tra export e valore della produzione è pari al 45%, un dato relativamente basso considerando la vocazione all’export del settore e che va letto piuttosto come un indice dello stato di salute del mercato interno, sostenuto anche per il 2022 dagli incentivi previsti dal Piano Transizione 4.0.

Il consumo nazionale di macchinari infatti ammonta a 6,57 miliardi, in crescita del 31,3% dai 5 miliardi registrati nel 2021 grazie sia alle vendite dei costruttori sul mercato nazionale sia all’aumento delle importazioni (+38,5% a quota 2,59 miliardi).

Quanto all’export il +2,5% è frutto di dinamiche parecchio diverse: a fronte infatti di una fortissima crescita delle esportazioni verso gli Stati uniti (+24% sulla spinta anche del dollaro forte), del Canada (+56%), dell’Australia (+31%), della Svizzera (+23%) e della Spagna (+15%), c’è invece un calo importante delle vendite verso la Germania (-15%), la Turchia (-17%), la Russia (-19%), il Regno Unito (-19%), il Brasile (-34%) e l’Austria (-14%). In calo anche l’export verso la Cina (-3,5%). Gli USA si confermano primo mercato di destinazione, seguiti da Germania, Cina, Polonia e Francia.

In crescita anche il 2023, ma serve continuità degli incentivi

Buone le prospettive anche per il 2023. In particolare il valore della produzione è atteso a 7,56 miliardi (+4,3%), con consegne interne a 4,19 miliardi (+5,3%) ed export a 3,37 miliardi (+3,1%). Il consumo dovrebbe attestarsi a quota 6,82 miliardi (+3,7%).

L’associazione auspica il mantenimento degli incentivi previsti dal Piano Transizione 4.0, con una conferma delle aliquote 2022 anche per il 2023, così come promesso dal ministro Adolfo Urso, nonché il rifinanziamento della Nuova Sabatini, assente al momento dal DDL di Bilancio, e la riapertura del Fondo 394 (con l’estenzione delle agevolazioni per le attività di internazionalizzazione anche alle Mid Cap).

“Siamo consapevoli che di fronte a problemi particolarmente complessi e di impatto generale sulla collettività, quale la crisi energetica, vadano privilegiate misure di ampio respiro ma l’industria manifatturiera è asse portante dell’economia del nostro Paese e per questo va sostenuta attraverso provvedimenti in grado di spingere sul miglioramento della competitività delle stesse, presupposto fondamentale per assicurare futuro alle aziende e occupazione stabile”, commenta Barbara Colombo, Presidente di Ucimu – Sistemi per Produrre.

In particolare, spiega Colombo, i dati relativi all’export indicano da un lato una buona capacità delle imprese italiane di cogliere le opportunità derivanti dal confronto sui mercati internazionali. Tuttavia, avverte Colombo, “il mercato italiano non può reggere ancora a lungo i tassi di crescita a cui ci ha abituato negli ultimi anni”.

“Alla luce di ciò chiediamo siano potenziati i fondi a supporto delle attività per l’internazionalizzazione delle nostre aziende. In particolare, penso alle risorse per garantire l’incoming di operatori esteri alle fiere internazionali di settore che si svolgono in Italia, e che riguardano le iniziative organizzate con ICE-Agenzia e Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; così come penso agli incentivi previsti da Simest per la partecipazione delle aziende italiane alle manifestazioni di caratura internazionale, che si svolgono in Italia e all’estero”, aggiunge.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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