MERCATI

Macchine utensili, dopo il 2023 dei record previsioni in calo per il 2024: pesa l’incertezza sul Transizione 5.0

Dopo un 2023 da record, con la produzione che ha toccato il valore record di 7,6 miliardi, il comparto dei costruttori italiani di macchine utensili sta affrontando un 2024 a tinte fosche. Nel primo semestre la raccolta ordini dei costruttori italiani ha registrato un arretramento del 17,3% e le previsioni sul valore della produzione per l’intero anno vedono un calo di oltre il 2%. Barbara Colombo, che termina il suo mandato alla Presidenza di Ucimu – Sistemi per Produrre, lasciando il posto a Riccardo Rosa, denuncia la lentezza e le incertezze sul fronte degli incentivi del piano Transizione 5.0 e chiede a Confindustria di “intervenire immediatamente presso le autorità affinché si consideri l’allungamento al 2026 della possibilità di utilizzo dei fondi stanziati dall’Europa per tale misura”.

Pubblicato il 10 Lug 2024

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L’industria italiana delle macchine utensili, rappresentata da Ucimu – Sistemi per produrre, ha concluso il 2023 con un risultato brillante: la produzione infatti ha raggiunto il valore record di 7.615 milioni di euro con un incremento del 4,6% rispetto al 2022.

Il risultato positivo, tuttavia, è figlio unicamente dell’ottimo andamento delle esportazioni, che hanno toccato il valore record di 4.223 milioni di euro, con un incremento del 21,8% rispetto all’anno precedente.

La domanda interna, invece, è risultata in calo e a risentirne sono state sia le consegne dei costruttori italiani sia le importazioni. Il consumo interno è infatti diminuito del 7,8%, attestandosi a 5.816 milioni di euro. Le consegne dei costruttori italiani sul mercato interno sono diminuite dell’11%, a quota 3.392 milioni di euro, mentre le importazioni sono calate del 3% a quota 2.425 milioni di euro.

A seguito di queste dinamiche il rapporto tra export e produzione è cresciuto, passando dal 47,6% del 2022 (il valore storico più basso in assoluto) al 55,5% del 2023. L’Italia resta il quinto produttore e il quarto esportatore al mondo.

I principali mercati di sbocco per le macchine utensili italiane sono stati gli Stati Uniti, la Germania, la Cina, la Francia, la Polonia, la Turchia, il Messico, la Spagna, l’India e il Regno Unito, con incrementi significativi delle esportazioni in ciascuno di questi paesi. In particolare, si sono registrati aumenti del 70,9% verso la Turchia, del 133,1% verso il Messico e del 77% verso l’India.

Il contributo (negativo) del piano Transizione 5.0

Nel primo semestre del 2024 la raccolta ordini dei costruttori italiani ha registrato un arretramento del 17,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con una diminuzione del 18,7% degli ordini interni e del 16,2% degli ordini esteri. Questo risultato riflette condizioni generali di instabilità sia in Italia che nel contesto internazionale.

“Per il mercato interno se questo rallentamento può essere considerato in parte fisiologico, vista l’eccezionale espansione del biennio appena passato, è altrettanto vero che sul risultato ha pesato l’incertezza intorno a Transizione 5.0″, ha commentato la presidente uscente di Ucimu – Sistemi per Produrre Barbara Colombo. “L’attesa prolungata dell’operatività del provvedimento e la mancanza dei decreti attuativi hanno creato un doppio effetto negativo. Da un lato, hanno determinato la sospensione delle decisioni di acquisto da parte degli utilizzatori, in attesa che il provvedimento fosse chiaro. Dall’altro hanno, almeno in parte, oscurato la disponibilità del provvedimento 4.0 che è tuttora in vigore ma che, per molti operatori, è “finito nel dimenticatoio””.

Colombo: “I ritardi di Transizione 5.0 sono un clamoroso autogol”

I ritardi del piano rischiano inoltre di penalizzare l’efficacia della misura: “Se non sarà operativa nell’immediato, Transizione 5.0 rischia di veder svanita una parte consistente dei benefici che ha sulla carta”, osserva Colombo. “I tempi così compressi tra la disponibilità della misura e il termine di consegna e interconnessione del macchinario (fissato a dicembre 2025), mettono in difficoltà i costruttori italiani che, specializzati nel prodotto molto personalizzato, hanno tempi di produzione di circa 6-8 mesi”. Lungaggini che Colombo non esita a definire un “clamoroso autogol”.

Di qui la richiesta di Colombo a Confindustria di “intervenire immediatamente presso le autorità affinché si consideri l’allungamento al 2026 della possibilità di utilizzo dei fondi stanziati dall’Europa per tale misura”.

Orsini: “Transizione 5.0 farà benissimo al PIL, ma solo da fine 2024”

Intervenuto all’Assemblea di Ucimu – Sistemi per Produrre, Emanuele Orsini, il nuovo presidente degli industriali, ha risposto alle sollecitazioni di Colombo.

“Gli investimenti sono calati in primis per il décalage di Industria 4.0, che tanto aveva dato in passato e che ci sta aiutando a essere leader su alcune produzioni”, ha detto Orsini. “Oggi tuttavia, la grande frenata è l’aspettativa per il piano Transizione 5.0. Avere una partenza da gennaio 2024 non conta per l’imprenditore che vuole vedere nero su bianco i documenti normativi prima di prendere decisioni. È una misura che farà benissimo al PIL, ma che darà un impulso negli ultimi due mesi del 2024 e nel 2025, creando anche una pressione della domanda in poco tempo che potrebbe creare problemi come è già successo con le materie prime”.

Sul tema della proroga del piano oltre il 2025, Orsini ha rilevato che “Fino a ottobre 2025 non sapremo che cosa succederà dal 2026 in avanti. Servono quindi innanzitutto misure strutturali. Poi, in caso non ci sia un allungamento del PNRR, bisogna essere pronti con altre misure come ad esempio i contratti di sviluppo e le misure orizzontali che spingano la produttività come appunto Transizione 5.0”.

Previsioni negative per il 2024

Tornando alle previsioni economiche per l’anno in corso, il valore della produzione per l’intero 2024 dovrebbe registrare un leggero arretramento della produzione, che si attesterà a 7.450 milioni di euro, segnando un calo del 2,2%. Anche quest’anno a trainare le vendite sarà la domanda dall’estero, con le esportazioni in crescita del 3% a quota 4.350 milioni di euro.

A determinare il calo complessivo saranno invece le consegne sul mercato interno, previste in calo dell’8,6% a quota 3.100 milioni di euro. Anche le importazioni caleranno, fermandosi a 2.305 milioni di euro (-4,9%). Complessivamente il consumo nazionale diminuirà del 7,1% a quota 5.405 milioni di euro.

Riccardo Rosa sarà il nuovo presidente di Ucimu – Sistemi per Produrre

Al termine del suo mandato –  quattro anni turbolenti che hanno visto succedersi la pandemia, i problemi delle catene di approvvigionamento e il conflitto Russo Ucraino – Barbara Colombo lascia la presidenza di Ucimu – Sistemi per Produrre.

L’assemblea dei soci dell’associazione ha designato come Presidente per il biennio 2024-2025 Riccardo Rosa della Rosa Ermando di Rescaldina.

Da oltre 20 anni Rosa fa parte del Consiglio Direttivo di Ucimu – Sistemi per Produrre di cui è stato sia consigliere che vicepresidente. Dal 2020 al 2024 ha ricoperto la carica di vicepresidente.

Rosa è anche presidente della Fondazione Ucimu, l’organizzazione senza scopo di lucro che opera come istituto per la ricerca economica e scientifica, per l’approfondimento culturale, lo sviluppo, la promozione e il sostegno delle imprese italiane costruttrici di macchine utensili e sistemi di produzione, ed è rappresentante di Ucimu – Sistemi per Produrre nel Consiglio Generale di Federmacchine, la federazione che rappresenta i costruttori italiani di beni strumentali, di cui è vicepresidente dal 2019.

Dal 2022 fa parte della delegazione italiana di Cecimo, l’Associazione europea delle tecnologie manifatturiere e, da inizio 2024, ha l’incarico di Chairman del Gruppo Tecnico.

La nuova squadra di Ucimu – Sistemi per Produrre

Riccardo Rosa sarà coadiuvato dai tre vicepresidenti: Filippo Gasparini (Gasparini, Mirano VE), Giulio Maria Giana (Giuseppe Giana, Magnago MI) e Giuseppe Sceusi (Marposs, Bentivoglio BO).

I tre vicepresidenti fanno parte del Comitato di presidenza che comprende anche l’Immediate Past President, Barbara Colombo (Ficep, Gazzada Schianno VA) che è stata nominata Tesoriere.

Consiglieri della associazione sono: Mauro Biglia (Biglia, Incisa Scapaccino AT), Riccardo D’Ambrosio (Regg Inspection, Gorgonzola MI), Enrico Garino (Prima Industrie, Collegno TO), Patrizia Ghiringhelli (Rettificatrici Ghiringhelli, Luino VA), Leonardo Leani (ABB, Sesto San Giovanni MI), Marco Macchi (Vimas, Cardano Al Campo VA), Emanuele Magistri (BLM, Cantù CO), Luigi Maniglio (Fidia, San Mauro Torinese TO), Francesco Rolleri (Rolleri, Vigolzone PC), Marianna Rovai (Lazzati, Rescaldina MI), Ennio Zaffaroni (Zani, Turate CO).

Del Consiglio direttivo fanno parte anche i Past President: Massimo Carboniero (Omera, Chiuppano VI), Ezio Colombo (Ficep, Gazzada Schianno VA), Luigi Galdabini (Cesare Galdabini, Cardano Al Campo VA), Cesare Manfredi, Bruno Rambaudi, Pier Luigi Streparava (Streparava, Adro BS), Alberto Tacchella (Danobat, Bistagno AL).

Come direttore generale è confermato Alfredo Mariotti.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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