Macchine per ceramica in forte ripresa: il settore chiude il 2021 superando i 2 miliardi (+45%)

Secondo i dati dell’Associazione costruttori italiani macchine e attrezzature per ceramica (Acimac), il 2021 è stato per il settore l’anno della ripresa, con un giro di affari di 2.145 milioni e una crescita del 45% sul 2020. Positivi i dati sia dell’export (che traina la crescita del comparto) che del mercato interno, grazie a un aumento degli investimenti. Tuttavia, i problemi legati all’aumento dei prezzi delle materie prime e dei tempi di consegne rischia di minare la ripresa nel 2022.

Pubblicato il 06 Dic 2021

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Una crescita del 45%, per un volume pari a 2.145 milioni di euro: sono questi i dati di MECS – Centro Studi Acimac  (Associazione costruttori italiani macchine e attrezzature per ceramica) sul settore di macchine e attrezzature per ceramica. Secondo i preconsuntivi elaborati dallo studio, il 2021 ha rappresentato per il settore l’anno della ripresa.

Segno positivo anche per il mercato italiano, che in termini assoluti segna un valore complessivo di 623 milioni di euro, pari ad una crescita del 58% rispetto all’anno precedente.

Macchine per la ceramica, il 2021 è stato l’anno della ripresa

La crescita è guidata dall’export che, con una crescita del 40% rispetto al 2020 e un valore di 1.522 milioni di euro,  continua percentualmente a fare la parte del leone. Una crescita che ha coinciso con la fisiologica ripresa del settore, dopo due anni di investimenti modesti.

Sul piano interno, invece, sulla crescita ha influito il Piano Transizione 4.0, che ha dato nuovo slancio agli investimenti delle aziende. E anche le previsioni per il 2022 per il comparto sono positive, con 5,5 mesi di produzione assicurata.

Segnali di ripresa che si sommano ai dati positivi sul settore delle macchine per il packaging – che ha registrato nel 2021 una crescita dell’8% – e delle macchine per gomma e plastica, che si prepara a chiudere il 2021 con una crescita dell’11,5% rispetto al 2020.

I fattori che rischiano di frenare la crescita nel 2022

Tuttavia, la ripartenza a pieno regime degli stabilimenti industriali sta coincidendo con un rincaro dei costi di produzione.

A pesare sulle aziende in questo momento il prezzo delle materie prime, i forti ritardi di consegna della componentistica e gli aumenti dei loro costi, gli incrementi delle tariffe per i trasporti sia via mare che via terra, oltre ad una crescita smisurata dei costi energetici che alimentano le fabbriche.

Tale situazione globale incide sul fatturato degli ultimi mesi di quest’anno e rischia di minare la ripresa generale del sistema Italia.

“I nostri auspici, di cui avevamo colto i segnali già un anno fa, si sono concretizzati per questo 2021. Un risultato davvero eccezionale, ma difficilmente replicabile nel 2022, date le differenti basi di partenza”, dichiara Paolo Mongardi, presidente di Acimac.

“Nonostante i 6 mesi di produzione assicurata dagli ordini già acquisiti, crediamo fisiologico un rallentamento della crescita del settore. Desta forte preoccupazione anche l’innalzamento del 30% dei costi di produzione, ormai non più assorbibile dalle aziende. Come Associazione stiamo lavorando per ottenere interventi urgenti di sistema a supporto delle imprese, affinché la ripresa produttiva ed economica che stiamo vivendo sia piena, senza ulteriori difficoltà”, aggiunge.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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