Lombardia, nel 2022 il PIL tornerà sopra i livelli pre Covid, ma la crescita si riduce al+2,6%

Secondo le previsioni del Centro Studi di Assolombarda, il PIL della Lombardia tornerà entro il 2022 sopra i livelli pre Covid, anche se con una crescita inferiore rispetto a quella stimata (dal +4% atteso a inizio anno al 2,6% dell’ultimo scenario). A pesare è il perdurare del conflitto in Ucraina, l’inflazione, il rialzo dei prezzi energetici e i problemi di approvvigionamento, che minano la capacità produttiva delle imprese.

Pubblicato il 07 Mag 2022

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Si riducono le previsioni di crescita del PIL lombardo, che nel 2022 vede un taglio di 1,4 punti percentuali: dal +4% atteso a inizio anno al 2,6% dell’ultimo scenario. Nonostante questa importante revisione al ribasso, la Lombardia dovrebbe comunque riuscire a colmare il divario con il pre Covid entro quest’anno, in anticipo rispetto all’Italia che posticipa al 2023. Sono queste alcune delle evidenze riportate nel Booklet economia a cura del Centro Studi di Assolombarda, pubblicato sul magazine Genio&Impresa.

Sul dato del PIL, nei due anni di pandemia, la Lombardia in un primo momento aveva perso quanto il resto del Paese (-8,9% la Lombardia e 9% l’Italia nel 2020), ma poi aveva recuperato con un rimbalzo del +7% rispetto al dato nazionale del + 6,6%.

Nel 2021 rispetto al pre Covid la Lombardia segnava un -2,5% e l’Italia un -3%. Una situazione che ci accomuna, con differenti intensità alle altre regioni motori d’Europa: il gap con il pre Covid del Baden-Württemberg nel 2021 registrava un -2,2% molto vicino al dato lombardo, il Bayern -1,4%, ma la Cataluña registrava un gap del -6,6%. Sui tempi di recupero del PIL sui livelli del 2019, il Bayern è assimilabile alla Lombardia, cioè atteso nel 2022, mentre il Baden-Württemberg nel 2023 e la Cataluña ritarderà ulteriormente.

La guerra pesa sulla capacità produttiva delle imprese

La prosecuzione del conflitto Russia-Ucraina, l’ulteriore aumento dei prezzi dell’energia e di molte commodity, le spinte inflazionistiche, la pandemia che sta paralizzando Shanghai e la difficile riorganizzazione delle catene del valore sono i fattori che ancora stanno fortemente incidendo sul sistema economico lombardo.

Nonostante il quadro critico, fino a marzo la domanda per il manifatturiero lombardo e del Nord Ovest è rimasta tutto sommato consistente e questa relativa “tenuta”, frutto di capacità competitiva delle imprese, è testimoniata anche dalle stime dell’Istat sull’andamento del PIL italiano nel primo trimestre, in flessione contenuta al -0,2%.

Ad aprile gli ordini in portafoglio in Lombardia crescono invece in maniera decisamente più ridotta rispetto al recente passato e, al contempo, le aspettative di domanda e produzione, dopo il forte rallentamento di marzo, risalgono ma anche qui i livelli sono i più bassi da febbraio 2021.

Un’industria su 4 ha impianti e materiali insufficienti per produrre (nel pre Covid era 1 ogni 100): questa situazione condiziona le scorte nei magazzini, tanto che un’impresa su 6 dichiara un livello di materie prime e semilavorati inferiore al normale (un numero di aziende mai così elevato dall’inizio della serie storica, trenta anni fa).

Dunque, il vero ostacolo alla crescita non riguarda più la domanda come era accaduto nel 2020, ma la carenza di input produttivi che limita l’offerta e rende difficile programmare l’attività industriale.

Occupazione, la ripresa arriverà nel 2023

Sul fronte dell’occupazione, alla fine di quest’anno saranno ancora 76 mila gli occupati lombardi in meno rispetto al 2019. La ripresa non sarà rapida come sta accadendo al PIL: secondo le stime tornerà al pre covid nel 2023. Secondo i dati di Prometeia, la flessione nel 2020 è stata pari al -3,1%, cui è seguito un +0,4% di crescita nel 2021 ed è previsto un +1,0% nel 2022.

In crescita, in Lombardia, anche la disoccupazione che è passata dal 5,2% del 2020 al 5,9% nel 2021. Ad essere maggiormente colpiti sono i giovani, con il tasso di disoccupazione dei 15-24 enni lombardi che è difatti salito negli ultimi due anni: nel 2019 era al 18,3%, nel 2020 al 19,4%, nel 2021 al 21,2%, circa 15 punti percentuali in più rispetto al 5,7% di Bayern e Baden-Württemberg, ma ampiamente inferiore al 28,9% della Cataluña.

“Il quadro economico lombardo è fortemente influenzato dal perdurare del conflitto, dal caro energia e dall’insufficienza di materiali e semilavorati che rendono difficile la programmazione dell’attività industriale e contrae pesantemente i margini. Si tratta di una situazione senza precedenti che per l’anno in corso comporta una crescita del PIL lombardo ben inferiore a quanto prospettavamo qualche mese fa”, commenta Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda

“Si deve intervenire con una politica strutturale a medio-lungo termine che porti all’indipendenza energetica. Bisogna lavorare senza pregiudizi con regole chiare e in tempi rapidi. A preoccupare sono anche i dati che arrivano dal mondo del lavoro dove nel 2021 aumenta soprattutto il tasso di disoccupazione tra i più giovani”, aggiunge.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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