L’Europa si trova a un bivio e occorre agire con urgenza e determinazione per garantire un futuro prospero e competitivo al continente. Da Parigi, dove si è concluso ieri il Forum Trilaterale delle Imprese tra le tre confindustrie di Italia, Francia e Germania, rappresentate da Emanuele Orsini (Confindustria), Patrick Martin (MEDEF) e Tanja Gönner (BDI), arriva il grido d’allarme degli industriali europei e un accorato appello all’Unione Europea e ai suoi Stati membri: è necessario un cambio di passo immediato se si vuole un’Europa competitiva.
Un’urgenza resa ancora più pressante da un data: quel 20 gennaio 2025, quando l’insediamento del nuovo presidente americano Donald Trump potrebbe segnare il ritorno dei dazi, in un contesto in cui l’Europa sta già pagando un deficit di competitività (basti pensare che negli ultimi 14 anni l’economia statunitense è cresciuta a un ritmo quasi doppio rispetto a quella europea).
Quattro priorità per un’Europa competitiva
Le imprese europee chiedono dunque un’azione decisa e immediata e individuano quattro priorità chiave su cui l’UE deve concentrarsi.
La prima è la neutralità tecnologica. L’Europa – dicono gli industriali – deve adottare entro un anno un approccio neutrale dal punto di vista tecnologico, sostenendo tutte le soluzioni a basse emissioni di carbonio, incluse l’energia nucleare, le rinnovabili, i gas a basse emissioni e l’idrogeno. “Un sostegno armonizzato nell’ambito del Clean Industrial Deal, dell’EU-ETS e dei meccanismi di finanziamento consentirà inoltre a diverse soluzioni a basse emissioni di carbonio di contribuire alla transizione verde dell’Europa”.
Il secondo punto è la semplificazione normativa: l’Europa soffre di un eccesso di burocrazia e di un mercato frammentato, con un numero di leggi significativamente maggiore rispetto agli Stati Uniti. È fondamentale rivedere e semplificare i regolamenti entro un anno per ridurre i costi di conformità e stimolare la crescita.
Terzo, gli investimenti in ricerca e sviluppo. Per competere a livello globale l’Europa deve puntare sull’innovazione. L’obiettivo è ambizioso: portare gli investimenti in ricerca e sviluppo al 3% del PIL entro un anno. Per raggiungere questo traguardo gli Stati membri e le istituzioni europee devono essere disposti a riassegnare le risorse, attingendo anche ai fondi del Quadro finanziario pluriennale (QFP).
Ultimo punto gli investimenti. Servono investimenti importanti per modernizzare le infrastrutture e sostenere la crescita. “Bisogna iniziare a sbloccare gli 800 miliardi di euro individuati nel rapporto Draghi entro un anno”, scrivono gli industriali, rafforzando l’ecosistema di finanziamento delle imprese attraverso l’Unione bancaria e dei mercati dei capitali. Servono inoltre forti investimenti pubblici a livello nazionale e comunitario, un Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) orientato alla competitività e strumenti finanziari più efficienti.