Ancora di più in questa fase di pandemia globale e con le sue pesanti conseguenze, innovazione, trasformazione digitale e sostenibilità sono i motori dello sviluppo e del rilancio economico. Non solo per interi Paesi ed economie, non solo per multinazionali e grandi aziende, ma anche a livello di piccole e micro imprese. Ne sono sicuri gli stessi protagonisti e addetti ai lavori, riuniti nella CNA Lombardia, l’organismo lombardo della Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa.
Piccoli e micro imprenditori che rimarcano: la spinta alla transizione digitale – più che dal seguire ciò che fa la concorrenza – viene dalla volontà di continuare una collaborazione e uno sviluppo di filiera. Ma, in quest’ottica, risulta sempre più funzionale un superamento e un adattamento dei tradizionali ‘contratti di rete’, per favorire collaborazioni più informali e fluide, senza troppi vincoli e precetti preordinati e precostituiti. Come dire: la velocità del cambiamento è tale, e i contraccolpi della pandemia sono così inediti per tutti, che le piccole e micro imprese hanno bisogno di continuare a collaborare e innovare, ma devono poterlo fare in maniera flessibile e dinamica, a seconda degli sviluppi e delle esigenze in via di rapida trasformazione.
In questo scenario, e con queste prospettive, i classici ‘contratti di rete’ sarebbero da aggiornare con partnership e collaborazioni più informali e meno ‘ingessate’, puntando alla concretezza e all’efficacia delle stesse.
Su questi temi, CNA Lombardia ha avviato anche un confronto con Regione Lombardia, per mettere a punto politiche e interventi il più possibile condivisi, e, come sottolinea Silvia Boccetti, responsabile Ricerca e Innovazione CNA Lombardia: “il tessuto imprenditoriale lombardo è costituito in massima parte da micro e piccole imprese”, da sostenere in questa fase molto critica, per questo “auspichiamo si punti sull’innovazione” in un’ottica di “dissemination europea che è, allo stesso tempo, acquisizione diffusa, arricchimento e sviluppo delle soluzioni”.
Favorire e sviluppare l’innovazione e la trasformazione digitale, quindi, ma come? “Riteniamo fondamentale, nel breve termine, lasciare in secondo piano i grandi progetti, per non lasciare indietro il reale tessuto imprenditoriale e accompagnare le imprese non solo in percorsi individuali mirati, ma anche in ottica di filiera, per superare gli ostacoli culturali, ma anche formativi, organizzativi, generazionali e tecnologici, che caratterizzano i percorsi di transizione”, rimarcano imprenditori e aziende riuniti in CNA Lombardia.
La digitalizzazione è ormai riconosciuta a livello nazionale ed europeo come uno dei principali motori per la crescita. Nonostante questo, è ancora relativamente esiguo il numero delle imprese che comprendono efficacemente come queste tecnologie possano incrementare la propria competitività. Mentre – hanno visto e riscontrato anche imprenditori, manager e uomini d’azienda delle piccole e micro imprese – la ‘contaminazione’, all’interno delle filiere, è un elemento e contributo efficace alla crescita diffusa e complessiva.
“Per superare gap e ritardi, nuovi modelli di sviluppo, anche informali di collaborazione tra imprese, possono essere la chiave di volta per permettere a realtà micro e piccole di avviare percorsi di acquisizione e implementazione delle tecnologie”, prosegue Boccetti. E ancora: “più che la spinta della concorrenza, le micro e piccole imprese acquisiscono conoscenza e volontà di intraprendere processi di transizione digitale dalla fiducia e volontà di rimanere e collaborare in filiere”. Le filiere sono, o possono essere, il motore dell’innovazione, che è a sua volta motore di sviluppo e competitività.
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Dai contratti di rete a un modello di ‘Reti progetto’
Le collaborazioni tra imprese e all’interno di una filiera produttiva sono però sempre più mutevoli e fluide, e richiedono quindi di “passare dai contratti di rete a un modello di ‘Reti progetto’, senza vincoli contrattuali se non quelli liberamente decisi dalle imprese stesse”. Una proposta molto concreta per aggiornare i termini di accordi e partnership a un contesto generale che rispetto a qualche anno fa è cambiato già moltissimo.
“Dalla nostra esperienza”, fanno notare i piccoli e micro imprenditori lombardi, “reti informali di imprese sono riuscite – attraverso strumenti e tecnologie digitali – a essere attori, in parte simbiotici, capaci di presentarsi ai clienti esteri come un tutt’uno, come realtà più strutturate, aumentando la loro competitività e attrattività”. Gli esempi concreti sono già molti: esempi di acquisizione delle esperienze sull’utilizzo dell’IoT e AI, di introduzione di software per il calcolo di preventivi complessi tra diversi attori, utilizzo di strumenti di realtà aumentata, utilizzo e diffusione della Cyber security, e via dicendo.
Le altre proposte concrete di CNA Lombardia
Per andare incontro al tessuto produttivo delle imprese, CNA Lombardia mette quindi in evidenza una serie di proposte concrete, rivolte innanzitutto a Regione Lombardia ma più in generale a tutti gli stakeholder coinvolti. Eccole:
– promuovere premialità e valorizzazione in tutti gli strumenti agevolativi dei progetti che prevedono la presenza di più imprese, senza vincoli a effettuare le stesse spese, ma seguendo le esigenze e la maturità digitale di ogni impresa della ‘Rete progetto’
– usare strumenti il più possibile flessibili e ampi: per rispondere alle reali esigenze dell’impresa e andare incontro a eventuali modelli nuovi o non ancora esistenti, oltre che per evitare che ci sia una dispersione di risorse per ‘inseguire’ e studiare le agevolazioni che via via si aprono e si chiudono
– privilegiare strumenti il più possibile stabili: sostituire i Bandi con strumenti che, attraverso fondi, vengano ‘aggiustati’ e rifinanziati sulla base del loro utilizzo, e che diano alle imprese la possibilità di programmare un percorso di sviluppo allo stesso tempo definito e flessibile.
In questo ambito “riteniamo utile la previsione di un fondo con la stabilità che aveva il Frim Fesr, ma diretto all’innovazione, e che preveda una parte di contributo a fondo perduto – 15% per le medie imprese, 25% per le piccole e 30% per le micro –, la copertura della restante parte con finanziamento agevolato e garanzia, e tempi di approvazione non oltre i 60 giorni”, chiedono i piccoli imprenditori. E auspicano: “altro obiettivo è considerare anche una ‘Linea innovazione’ dedicata ai progetti di ricerca e sviluppo finanziati dai precedenti beneficiari dei fondi Frim Fesr”.
Gli European Digital Innovation Hub
La Commissione europea assegna agli European Digital Innovation Hub (EuDIH) un ruolo centrale come sportello unico per stimolare e sviluppare la diffusione delle tecnologie digitali avanzate, migliorare i processi di produzione e di servizio delle Pmi, fornire supporto per la ricerca dei finanziamenti e agevolare l’accesso alle competenze tecniche digitali avanzate.
“Vediamo nelle nostre micro e piccole imprese la presenza di tecnologie digitali sempre meno disruptive, che dovendo essere inserite con la ‘macchina in corsa’ necessitano di scelte attente e personalizzate“, rimarca Boccetti: “di grande valore è l’opportunità colta dal coordinamento di stakeholder universitari, tecnici, economici e di organizzazioni di rappresentanza datoriali lombarde nel perseguire, a livello ministeriale nazionale ed europeo, l’accreditamento in Lombardia di uno o più European Digital Innovation Hub”. Per cui, “auspichiamo che anche Regione Lombardia orienti l’utilizzo di una parte rilevante dei fondi Fesr per rendere gli EuDIH strumenti efficaci e ad ampio spettro di azione e di target”.
Il motore della sostenibilità per piccole e micro imprese
Come CNA Lombardia “riteniamo che vada ulteriormente valorizzato il driver dello sviluppo sostenibile, non solo in ottica ambientale, ma anche sociale e di governance aziendale, secondo i criteri Esg. Anche in questo senso l’approccio sostenuto da CNA Lombardia è stabile nel tempo e ad ampio spettro e che veda la possibilità per le imprese di individuare i giusti mix di investimento per incrementare la sostenibilità aziendale e allo stesso tempo la competitività”.
Uno strumento già utilizzato a livello europeo per la valutazione e misurazione dei progetti è il rating della sostenibilità. Andando a sostenere attraverso contributi a fondo perduto – finanziamenti e garanzie – le azioni di quei progetti, iniziative di questo tipo saranno in grado di incrementare nel suo insieme la sostenibilità delle singole realtà aziendali. Perché il tessuto imprenditoriale però si sensibilizzi al tema, qui scatta un’altra proposta di CNA Lombardia: “è necessario supportare le scelte di investimento con percentuali a fondo perduto non esigue – 15% per le medie imprese, 30% per le piccole e 40% micro –, oltre a una copertura della restante parte con finanziamenti agevolati, garanzie e con tempi di approvazione rapidi, di massimo 60 giorni”.
Il rating di sostenibilità potrà inoltre supportare le imprese nell’accesso al credito, aumentandone la capacità di rimanere sul mercato. In pratica, lo scenario in cui si muovono e operano le aziende – e tra queste le piccole e micro imprese sono spesso quelle che risultano più deboli – è già cambiato molto rispetto ad alcuni anni fa, e continua a cambiare: serve quindi aggiornare e adeguare tutto: strumenti tecnologici, innovazione digitale, accordi e forme di partnership tra aziende, iniziative e fondi di finanziamento per rendere possibile, e sostenibile, tutto questo.