L’auto elettrica? Potrebbe essere un problema per i costruttori di macchine utensili

I costruttori di macchine utensili si interrogano sul futuro dell’automotive, principale mercato di sbocco del settore delle macchine utensili. Con l’auto elettrica diminuirà il numero dei componenti per motori e veicoli

Pubblicato il 27 Feb 2019

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In gennaio i dati delle immatricolazioni delle auto segnano -7,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, le strategie per la mobilità latitano ed ecotassa ed ecobonus contribuiscono a colpire il settore.

Ma non è tutto. Il settore è in fermento per i cambiamenti a livello tecnologico con auto elettrica, connettività e guida autonoma che in tempi più o meno lunghi rivoluzioneranno il mondo dell’automobile.

Tutti fattori che incideranno profondamente anche sul settore delle macchine utensili. Più che la congiuntura è il domani a preoccupare i costruttori: l’Automotive infatti ha un’incidenza del 10,5% sul fatturato del manifatturiero italiano e soprattutto rappresenta il principale settore di sbocco per Macchine utensili.

L’Automotive è il principale mercato di sbocco

“Il 40-50% delle vendite del nostro settore vanno all’automotive”, spiega Stefania Pigozzi del centro studi Ucimu – Sistemi per Produrre, che sull’argomento ha organizzato un incontro a Milano.

I due settori hanno disegnato negli anni un percorso praticamente parallelo e le previsioni per l’automotive parlano di un tasso medio di crescita del 2,5% fino al 2025.

Il futuro però propone propone una grande quantità di innovazione con l’auto elettrica in primo piano. Un salto ricco di incognite che inciderà in maniera pesante sulla componentistica.

Disegnando la situazione di mercato Mauro Coppini, direttore di Formula Passion, ha ricordato il dieselgate, l’arrivo del car sharing e le limitazioni alla circolazione che hanno creato incertezza nei consumatori. “E un consumatore incerto rimanda l’acquisto”. E adesso è il momento dell’auto elettrica sposata da tutti i costruttori che ha ancora il problema delle batterie “che oggi hanno un peso ridondante rispetto a quello dell’automobile”.

Ma, si chiede Coppini, l’auto elettrica è davvero sostenibile oggi o abbiamo anticipato qualcosa che siamo stati costretti a fare ma sulla quale non ci crediamo fino in fondo?

Sul punto Angelo Di Iorio di Abb non ha dubbi. L’auto elettrica è sostenibile “tanto che tutti stanno sviluppando questo tipo di vettura e la maggior parte dei car maker ha annunciato che da qui a 5-10 anni non avranno più modelli a diesel e benzina. Tutti i grossi gruppi si stanno muovendo per batterie sempre più performanti. A oggi la mobilità sostenibile è una realtà con veicoli che percorrono da 300 a 500 km con una carica”.

E la rete? “La produzione di energia rinnovabile in Italia è del 30% (35% secondo il rapporto del Gestore dei servizi energetici, ndr) e si sta lavorando sull’ultimo miglio che consente di avere le potenze richieste disponibili dove servono”.

Molto più dubbioso Paolo Streparava della omonima azienda specializzata nei componenti chassis e power train “che vanno bene con l’ibrido mentre quando sarà tutto elettrico dovremo inventarci qualcosa”. Streparava ricorda che l’inquinamento automobilistico vale il 15% del totale, ma negli ultimi dieci anni i costruttori hanno fatto sforzi incredibili per limitare le emissioni riducendo della metà quelle nocive, ma poi ci sono gli autobus, le caldaie…

Però l’attenzione è sempre sull’automotive. Senza contare il dieselgate rispetto al quale Francesco Mosca delle aziende meccatroniche associate (Amma) parla senza mezzi termini di “guerra commerciale con armi un po’ più sporche. Su un motore che resta il migliore anche se inadatto alle aree urbane”.

Streparava non ha preoccupazioni immediate visto che dice di avere in casa ordini per i prossimi cinque anni, ma è sicuro che per l’elettrica bisognerà avere nuove auto “perché se elettrifichiamo auto che esistono facciamo un bagno di sangue. Ci sarà bisogno di vetture con chassis in alluminio e superleggere”. Di certo, conclude, l’auto elettrica è il futuro ma non accadrà nei tempi che ci raccontano.

Incerto sui tempi dell’evoluzione è anche lo stesso Mosca, secondo il quale oggi l’auto elettrica “se anche costasse come le altre sarebbe per pochi perché bisogna avere il garage e le colonnine di ricarica sono pochissime. La vera auto elettrica è uno scenario lontano e intersecato con le politiche pubbliche energetiche perché bisogna avere una rete che regga i picchi, i bilanciamenti dei picchi di rete”.

Meno componentistica per l’auto elettrica

Dal punto di vista delle macchine utensili, aggiunge Mosca, “Se l’auto elettrica crescerà sopra il 10% nei prossimi 15 anni molte aziende avranno grossi problemi perché si ridurrà la quota di ingranaggi venduti. L’auto elettrica non avrà differenziali o comunque avrà versioni povere rispetto alle attuali, forse avrà il motore termico per un po’ e poi sparirà, se ne va la frizione, il cambio, la retromarcia. Tutto sarà elettronico. Mai come ora anche nell’auto diminuiranno i componenti ma aumenteranno i sistemi per produrre perché il motore elettrico è fatto di un decimo dei componenti di un diesel e fatto in maniera diversa”.

Intanto, come primo passo, da qui a qualche mese tutte le Smart diventeranno elettriche tornando a quello che era il progetto originale di quest’auto. E sul fronte delle batterie Francia e Germania hanno lanciato un progetto per quelle di nuova generazione per sottrarsi all’egemonia asiatico. Italia ancora non pervenuta.

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Luigi Ferro

Giornalista, 54 anni. Da tempo segue le vicende dell’Ict e dell’innovazione nel mondo delle imprese. Ha collaborato con le principali riviste del settore tecnologico con quotidiani e periodici

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