Una trasformazione digitale al servizio di tutti, che rifletta i caratteri fondanti dell’Europa: apertura, equità, pluralismo, democrazia e sicurezza. È questo l’obiettivo della Commissione Europea che, attraverso la pubblicazione del Libro Bianco sull’Intelligenza Artificiale, ha svelato le proprie strategie per i dati e per assicurare lo sviluppo antropocentrico dell’IA.
Un documento aperto ai commenti e al giudizio di tutti i cittadini europei, dato che su di esso è aperta, fino al 19 maggio 2020 una consultazione pubblica. Alla luce dei contributi ricevuti, infatti, la Commissione Europea intraprenderà ulteriori azioni per sostenere lo sviluppo di una IA affidabile e di un’economia basata sui dati.
“Illustriamo la nostra ambizione di plasmare il futuro digitale dell’Europa”, ha detto Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea. “La strategia copre tutto: dalla cybersicurezza alle infrastrutture critiche, dall’istruzione digitale alle competenze, dalla democrazia ai media”.
Indice degli argomenti
Gli obiettivi chiave dei prossimi cinque anni
Sono tre i temi in ambito digitale su cui si concentrerà la Commissione nei prossimi cinque anni:
- Tecnologia al servizio delle persone: offrire tecnologie all’avanguardia per tutti i servizi (dalla sanità alla riduzione dei guasti dei macchinari domestici, dalla sicurezza dei trasporti al miglioramento dei servizi pubblici), oltre a rafforzare le proprie capacità in materia di cybersicurezza
- Economia equa e competitiva: proseguirà il percorso per rendere l’Europa una società digitale globalmente competitiva (in ambiti come industria, trasporti, agricoltura, economia circolare, turismo) e inclusiva, continuando però ad essere un mercato aperto basato su regole
- Società aperta, democratica e sostenibile: principi per i quali gli strumenti digitali possono svolgere un ruolo nella riduzione dei costi dei vari servizi (come i trasporti, l’energia, l’educazione, lo smaltimento dei rifiuti)
“Vogliamo che tutti i cittadini, tutti i lavoratori e tutte le imprese abbiano pari opportunità di godere dei vantaggi della digitalizzazione”, ha sottolineato Margrethe Verstager, Vicepresidente esecutiva per un’Europa pronta per l’era digitale. “Parlo di maggiore sicurezza alla guida o di minore inquinamento grazie alle automobili connesse, oppure di salvare vite grazie alla diagnostica per immagini alimentata dall’IA, che permette ai medici di riconoscere le malattie più precocemente che mai”.
“Efficienza e fiducia” alla base del Libro Bianco
Il documento presentato dalla Commissione Europea fissa l’obiettivo di rendere ancora più affidabile l’Intelligenza Artificiale, che deve essere fondata sui principi di efficienza e fiducia.
Un risultato che deve essere raggiunto attraverso la mobilitazione di risorse, in partnerariato con il settore pubblico e privato, lungo l’intera catena del valore, creando i giusti incentivi per accelerare la diffusione dell’IA a tutti i livelli, anche presso le PMI.
“La nostra società genera volumi enormi di dati industriali e pubblici che trasformeranno il modo in cui produciamo, consumiamo e viviamo”, ha dichiarato Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno. “Voglio che le imprese europee e le nostre numerosissime PMI abbiano accesso a tali dati e possano creare valore per gli europei, anche sviluppando applicazioni di intelligenza artificiale. L’Europa ha tutto ciò che serve per guidare la corsa ai big data e per salvaguardare la propria sovranità tecnologica, la propria leadership industriale e la propria competitività economica a vantaggio dei consumatori europei”.
Secondo la Commissione Europea, per garantire l’eccellenza del sistema, è di fondamentale importanza la collaborazione con Stati membri e comunità scientifica, al fine di attirare e trattenere i talenti, mentre per rafforzare la fiducia del cittadino nei confronti di questa tecnologia sono necessarie norme chiare volte a regolamentare i sistemi di Intelligenza Artificiale ad alto rischio, senza però imporre eccessivi oneri a quelli meno rischiosi (per i quali si ragiona su un sistema di etichettatura su base volontaria).
Le azioni in campo
Alla luce delle considerazioni fatte, la Commissione delinea gli step intrapresi a più livelli per creare un “ecosistema di eccellenze“.
- Ampliamento del Piano (coordinato con gli Stati membri) per lo Sviluppo dell’IA in Europa. Nell’aprile 2018 è stata infatti presentata per la prima volta una Strategia per l’Intelligenza Artificiale, unitamente alla firma di 25 Stati europei di una dichiarazione di cooperazione per l’Intelligenza artificiale. A dicembre 2018 è poi stato stato stilato un piano per realizzare, entro il 2027, 70 joint actions per una cooperazione più efficiente tra gli Stati in aree fondamentali come ricerca, investimenti, diffusione sul mercato, competenze, dati e cooperazione internazionale. Tutti gli Stati membri sono stati invitati a sviluppare le loro strategie nazionali per l’IA, delineando i livelli di investimento e le misure di attuazione (l’Italia ha individuato nove obiettivi). La Commissione nel Libro Bianco indica di voler integrare il Piano per lo Sviluppo dell’IA in Europa con un programma di investimenti dedicati alle regioni meno sviluppate e alle aree rurali, dove gli interventi richiesti vanno oltre a quanto può garantire ogni singolo Stato. L’obiettivo è infatti attrarre più di 20 miliardi di euro all’anno di investimenti in IA, rendendo disponibili per queste zone tecnologicamente più arretrate i fondi del Digital Europe Programme, di Horizon Europe e degli European Structural and Investment Funds.
- Facilitare la creazione di centri di testing combinando investimenti europei, nazionali e privati; istituire un centro di coordinamento dei vari poli diffusi in grado di attrarre i migliori talenti, in modo da combattere la dispersione dei vari centri di competenza e creare più sinergie.
- Aggiornamento del Digital Education Action Plan per utilizzare al meglio l’Intelligenza Artificiale nell’implementazione dei sistemi educativi, rendendoli così al passo con le trasformazioni digitali. Tra i progetti in cantiere, anche l’istituzione di un “curriculum” indicativo per gli sviluppatori IA, da mettere a disposizione come risorsa per le istituzioni formative, e l’aumento del numero di donne formate e impiegate in quest’area.
- Garantire alle PMI di poter accedere alla tecnologia IA, attraverso una più forte collaborazione coi Digital Innovation Hub. Per questo motivo la Commissione Europea lavorerà con gli Stati membri per assicurarsi che almeno uno di questi centri abbia un alto livello di specializzazione nel campo dell’Intelligenza Artificiale.
- Istituire, attraverso Horizon Europe, una nuova partnership tra pubblico e privato su IA, data e robotica, al fine di coinvolgere il settore privato nella pianificazione dell’agenda su ricerca e innovazione.
- Avviare dialoghi trasparenti coi vari settori di pubblica utilità, cominciando da sanità e amministrazioni rurali, per costruire un “action plan” volto a facilitare lo sviluppo, la sperimentazione e l’adozione dell’IA in questi contesti. Il risultato porterà alla stesura di un “Adopt AI Programme”.
Aumentare la fiducia dei cittadini
Il Libro Bianco sull’Intelligenza Artificiale affronta poi il tema dei rischi connessi all’utilizzo di questa tecnologia, rischi che alimentano le paure dei cittadini dell’utilizzo di questa tecnologia per intenti criminali o di perdere potere nella difesa dei propri diritti.
L’uso dell’IA infatti può comportare rischi significativi in determinati contesti. Si tratta di casi che possono riguardare ad esempio la salute, le attività di polizia o i trasporti, casi in cui i sistemi di IA dovrebbero essere trasparenti, tracciabili e sorvegliati dall’uomo. Le autorità dovrebbero poter effettuare verifiche sui dati usati dagli algoritmi e certificarli, così come accade, ad esempio, per i cosmetici, le automobili o i giocattoli (già regolati dalle rigorose norme per proteggere i consumatori), oltre a far fronte alle pratiche commerciali sleali e proteggere i dati personali e la privacy.
Per il corretto funzionamento dei sistemi ad alto rischio, indica la Commissione, sono necessari dati privi di distorsioni, necessari anche a garantire il rispetto dei diritti fondamentali delle persone, come la non discriminazione. Ad esempio, l’uso del riconoscimento facciale per l’identificazione biometrica remota può essere oggi utilizzato solo in casi debitamente giustificati e proporzionati, subordinati a misure di salvaguardia basate sulla legislazione UE o nazionale. Tali giustificazioni però saranno oggetto di un ampio dibattito che la Commissione intende avviare.
Nell’aprile 2019 il gruppo di esperti istituito dall’UE ha pubblicato le Linee Guida per una Intelligenza Artificiale affidabile, contenenti sette requisiti chiave:
- Sorveglianza umana
- Robustezza e sicurezza
- Privacy e gestione dei dati
- Trasparenza
- Diversità e non discriminazione
- Benessere sociale e ambientale
- Responsabilità
Nella seconda metà del 2019, più di 350 organizzazioni hanno testato le indicazioni pratiche contenute nelle linee guida, mandando feedback coi propri riscontri che ora il gruppo di esperti sta utilizzando per aggiornare la lista. Il lavoro si concluderà a giugno 2020. La carenza principale individuata è la mancanza, in molti settori economici, di leggi concernenti la trasparenza, la tracciabilità e la sorveglianza umana dell’Intelligenza Artificiale. L’obiettivo che si pone la Commissione è infatti tracciare un piano regolatorio europeo solido per garantire l’affidabilità dell’IA, in modo da proteggere i cittadini e garantire un mercato interno privo di scontri legali.
Più investimenti per espandere il ruolo europeo
Il Libro Bianco guarda anche all’Europa non solo come fruitore dei sistemi di Intelligenza Artificiale, ma anche come produttore di questa tecnologia, in virtù di “eccellenti centri di ricerca, startup innovative, competenze leader in robotica e un settore manifatturiero altamente competitivo” al suo interno.
La Commissione intende rafforzare ed espandere il ruolo europeo nell’ecosistema e nella catena di valore dell’IA, dalla produzione dell’hardware a quella del software, fino ai servizi veri e propri. Se da un lato questo sta già accadendo (l’Europa infatti produce più di un quarto dei robot industriali esistenti, mentre oltre la metà delle principali industrie manifatturiere utilizza almeno un sistema di Intelligenza Artificiale), gli investimenti europei per la ricerca e l’innovazione sono ancora una piccola frazione di ciò che avviene a livello pubblico e privato in altri parti del mondo.
In Europa nel 2016 sono stati investiti in IA 3,2 miliardi di euro contro i 12,1 del Nord America e i 6,5 dell’Asia. Di conseguenza, la Commissione Europea riconosce la necessità di incrementare in modo significativo gli investimenti in questa tecnologia, sebbene i finanziamenti UE per la ricerca e l’innovazione siano già saliti a 1,5 miliardi di euro negli ultimi tre anni, con un aumento del 70% rispetto al triennio precedente.
L’Europa punta a essere leader nel campo dei processori per l’IA
Un altro dei problemi individuati dalla Commissione Europea nel Libro Bianco è la scarsa possibilità per il consumatore di accedere ai dati, la cui produzione a livello globale sta crescendo rapidamente (si prevede che nel 2025 il volume sarà di 175 zettabyte contro i 33 del 2018). Una crescita che offre all’Europa l’opportunità di diventare leader in questo campo. Oggi infatti l’80% dell’analisi dei dati nel cloud avviene in strutture computerizzate centralizzate, mentre solo il restante 20% è prerogativa di dispositivi connessi (come le automobili o i robot del manifatturiero) e di edge computing. Si prevede però che entro i prossimi 5 anni queste proporzioni cambino fortemente.
Secondo la Commissione Europea, l’Europa dovrà quindi sfruttare la sua posizione di leader mondiale nel campo dell’elettronica a bassa potenza, elemento chiave della prossima generazione di processori specializzati per l’Intelligenza Artificiale, il cui mercato oggi è dominato da player non europei. Per raggiungere questo risultato l’UE ha già in messo in campo alcune iniziative, come l’European Processor Initiative (per lo sviluppo di sistemi informatici a bassa potenza) e la programmazione dei lavori del Key Digital Technology Joint Undertaking (che inizieranno nel 2021).
Un altro punto di forza europeo indicato dalla Commissione è la competenza accademica nell’ambito dell’informatica quantistica, campo i cui recenti sviluppi genereranno miglioramenti notevoli nella potenza di calcolo. L’Europa infatti ha una posizione dominante nell’industria dei simulatori quantistici e nella programmazione di ambienti per l’informatica quantistica, che sarà sfruttata per iniziative dedicate ad aumentare la disponibilità di strutture per la sperimentazione e per il “quantum testing”, in grado di fornire soluzioni per numerosi settori industriali.
Infine, la Commissione assicura che l’Europa lavorerà per “costruire ponti tra discipline che attualmente lavorano separatamente, come il machine learning, il deep learning e gli approcci simbolici (dove è l’intervento dell’uomo a creare le regole per la macchina).
Poccianti: “Ottimo punto di partenza per sviluppo dell’IA in Europa”
Nei suoi orientamenti politici, la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha sottolineato la necessità di guidare la transizione verso un pianeta in salute e un nuovo mondo digitale. In questo contesto ha annunciato l’avvio del dibattito su un’Intelligenza Artificiale antropocentrica ed etica e sull’uso dei big data per la creazione di ricchezza a favore di società e imprese durante i suoi primi cento giorni di mandato.
Una visione su cui concorda Piero Poccianti, presidente di AIxIA (Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale), che, commentando i contenuti del Libro Bianco, condivide “la necessità, finalmente espressa anche dalla Commissione, di ripensare l’attuale modello socio-economico e l’impatto ambientale promuovendo l’economia circolare, la diminuzione delle diseguaglianze, il benessere dell’umanità e del pianeta”.
Per Poccianti “il Libro Bianco della Commissione rappresenta sicuramente un buon punto di partenza per delineare una visione di sviluppo dell’Intelligenza Artificiale in Europa, con il contributo di tutti i Paesi e di tutti i paradigmi che compongono l’IA”.