La strategia del Ministro Paola Pisano per le Pmi: in arrivo deroghe per l’innovazione

Le misure che il Ministero dell’innovazione sta studiando per favorire l’innovazione all’interno delle piccole e medie imprese

Pubblicato il 09 Ott 2019

pisano


Deroghe alle imprese per innovare, Fondo nazionale per l’innovazione e partnership pubblico-privato per combattere il digital divide. Sono alcuni dei fronti sui quali sta lavorando il nuovo Ministero per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione: iniziano così a delinearsi le politiche del nuovo dicastero  per le imprese.

Se fin da subito è apparso chiaro che il nuovo ministero fosse focalizzato sulla digitalizzazione della pubblica amministrazione, dalle parole di Paola Pisano è emersa anche la volontà di occuparsi di “politica industriale dell’innovazione”.

Ministeri in cerca di indirizzo

In particolare, il nuovo dicastero darà un indirizzo a tutti gli altri sui temi dell’innovazione per quanto riguarda settore pubblico e privato.

“Ci occupiamo di due tematiche: la digitalizzazione della pubblica amministrazione e la politica di innovazione del Paese”, ha detto Paola Pisano durante il suo intervento al summit organizzato dalla società di consulenza Ey. “Non partiamo da zero, negli ultimi 3 anni sono state create le piattaforme abilitanti per la digitalizzazione della pubblica amministrazione, ma bisogna dare un indirizzo comune alla politica industriale di innovazione in generale perché è molto frastagliata tra i i vari ministeri”.

Il diritto a innovare

Il cosiddetto “diritto a innovare” è uno dei temi di cui si sta occupando il ministero che sta lavorando ad alcune deroghe per permettere sperimentazioni finora non consentite. Ma non è ancora chiaro quali saranno gli ambiti interessati.

“Non possiamo essere bloccati da norme scritte 10 anni fa”, ha detto il ministro durante il suo intervento. “Voi imprenditori avete il diritto di scaricare a terra la vostra idea“.

Il Ministro ha spiegato il progetto anche in un’intervista a Class Cnbc: “Gli innovatori non devono essere legati a vecchie leggi e cavilli ma avranno la possibilità di sperimentare con deroghe rispetto ad alcune norme”. I progetti, però, saranno monitorati: “Saranno osservati dalle autorità competenti e, se non faranno niente di male, siamo noi che ci dobbiamo adeguare a loro. Non viceversa”.

Fondo nazionale per l’innovazione

Stando alle parole del ministro sta per nascere anche il Fondo nazionale per l’innovazione per Pmi e startup annunciato a marzo dall’allora ministro allo Sviluppo economico Luigi Di Maio. Sarà gestito da Cdp – Cassa depositi e prestiti e avrà una dotazione iniziale di 1 miliardo di euro.

“Sta vedendo la luce, è il braccio armato della strategia di innovazione – ha spiegato Paola Pisano a Class Cnbc – Spesso in passato è stata la politica a dover rincorrere gli strumenti finanziari, questo non deve accadere. Questi strumenti sono a supporto del mondo reale”.

Repubblica digitale

Il Ministro ha parlato anche di “partnership tra pubblico e privato che saranno fondamentali per la riuscita del progetto Repubblica digitale”. Si tratta di un programma di inclusione nazionale per superare il divario di conoscenze e competenze informatiche. Il team per la Trasformazione digitale farà da collettore dei tanti programmi di formazione presenti in Italia e li integrerà. Tra l’altro il mandato di Luca Attias, il Commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda digitale, scade il 31 dicembre 2019. Il ministro, però, ha fatto capire nel suo intervento di voler continuare a lavorare con Attias.

Smart nation

Il nuovo Ministero senza portafoglio, comunque, è tutto da costruire. Manca da 13 anni, da quando Lucio Stanca dal 2001 al 2006, nel secondo e terzo Governo Berlusconi, ha ricoperto proprio il ruolo di Ministro dell’innovazione.

L’obiettivo di fondo è quello di coordinare le varie attività nell’ottica di una cosiddetta smart nation: “Per noi significa rendere l’Italia un Paese più facile da vivere, ma si devono anche attirare nuove competenze”, ha aggiunto Paola Pisano a Class Cnbc. “Ma per fare ciò è necessario il contributo di tutti, non basta un ministero per fare innovazione. Ci dobbiamo mettere tutti assieme: ministero, pubblica amministrazione, università, e cittadini “.

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Cosimo Firenzani

Laureato a Firenze, giornalista a Milano. Collabora da anni con quotidiani e testate web, scrive in particolare di economia e imprese

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