Circa 900 imprese coinvolte (di cui 525 in Canton Ticino e 354 nel territorio di Como e Lecco) per una indagine che ha voluto mettere a fuoco il rapporto nei confronti della sostenibilità secondo varie direttrici come l’atteggiamento, le certificazioni etiche e le linee guida internazionali, i rapporti con il mercato, i collaboratori, la comunità, i temi ambientali. E l’analisi consegna una prima evidenza: ci sono obiettivi simili ma velocità diverse che separano e uniscono Italia e Svizzera. In secondo luogo, guardando al futuro, occorre valorizzare la diversità e accompagnare le imprese alla ripartenza attivando l’adeguamento di strategie e processi che siano in grado di integrare la sostenibilità. Un tema questo che, per le imprese, si traduce in continuità di business, competitività e gestione del rischio. Inoltre, per i territori significa creare valore condiviso tra gli stakeholder, sviluppare benessere per la comunità e avere partner affidabili ed efficaci nel ridurre le esternalità negative e generare risorse positive.
Sono questi i tratti della ricerca condotta da GREEN Università Bocconi e SUPSI (Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana), che insieme alla Camera di Commercio di Como-Lecco, Confindustria Como, SQS e al Programma di cooperazione Interreg V-A Italia-Svizzera promuovono SMART (STRATEGIE sostenibili e MODELLI di AZIENDE RESPONSABILI nel TERRITORIO transfrontaliero). Un progetto che si propone di caratterizzare il territorio transfrontaliero (Como, Lecco e Ticino) come area produttiva che fa della sostenibilità d’impresa un elemento distintivo e di vantaggio competitivo, ma anche di promuovere un approccio sistemico alla sostenibilità mettendo a disposizione strumenti di formazione e accompagnamento.
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Per mettere a valore la sostenibilità, serve un approccio di condivisione
E se veramente “la sostenibilità si configura come un fattore di competitività per le imprese del territorio transfrontaliero (Como, Lecco e Ticino), è necessario definire una strategia per la promozione e lo sviluppo del tema in tempi brevi. Un elemento che può favorire l’accelerazione di questo processo è la creazione di una rete di collaborazioni e sinergie che permetta ad ogni attore di contribuire secondo i suoi mezzi e rispetto al suo ruolo” si legge nel Progetto di Ricerca La sostenibilità come fattore di competitività nel territorio transfrontaliero.
In un periodo in cui è più che mai fondamentale puntare su un’economia green e attenta al sociale, occorre lo scambio di esperienze, la formazione, l’utilizzo di strumenti di misurazione condivisibili per promuovere una crescita complessiva dei territori di riferimento. Una strada comune da percorrere che non si basa solo su singole eccellenze, ma richiede un impegno collettivo per ridurre gli sprechi di tempo e risorse. “Il progetto SMART – si legge nella nota stampa – , attraverso l’analisi della situazione nelle province di Como e Lecco e nel Cantone Ticino, ha messo in evidenzia le potenzialità di un tessuto imprenditoriale attento e sensibile ma bisognoso di tutti i supporti necessari per affrontare queste nuove sfide”.
Occorre accompagnare le imprese alla sostenibilità
Dai dati raccolti, si evince un territorio transfrontaliero diverso per storia, cultura, contesto economico. La diversità deve essere vista come ricchezza. La competitività nel prossimo futuro riguarderà i territori e la capacità di esprimere al meglio la loro vocazione e di valorizzarne il potenziale, in una logica condivisa tra gli stakeholder.
Rispetto al tema della sostenibilità, pur partendo da problematiche economiche, sociali e ambientali con diversi tratti comuni e da un contesto imprenditoriale sensibile al tema e ben radicato nelle comunità in cui opera, emerge una sostanziale differenza tra le imprese che hanno già compreso quanto la sostenibilità si configuri come fattore di competitività e quante invece hanno appena avviato il processo.
A questo proposito assume ancor più valore l’impatto di iniziative come il Progetto SMART: la competitività del prossimo futuro deve essere accompagnata in modo da permettere alle imprese di acquisire una nuova mentalità che integri la sostenibilità a livello strategico e come modalità di azione quotidiana.
Sostenibilità, tra bilanci e linee guida
Dagli esami dei rapporti di sostenibilità (73 in Canton Ticino e 25 nel Territorio di Como-Lecco), emerge la maggiore efficacia del territorio ticinese nel promuovere in questi anni il tema della sostenibilità, probabilmente anche grazie alla spinta delle autorità cantonali, delle scelte degli istituti di credito che guardano all’impegno in responsabilità delle imprese quale fattore di maggior garanzia e al lavoro svolto dalle associazioni di categoria.
In Italia, dove la dimensione delle imprese è media o piccola, lo strumento di bilancio della sostenibilità è meno diffuso, mentre sono presenti strumenti quali i Sistemi di Gestione Ambientale (ISO 14001) o certificazioni ambientali di settore, che sono riconosciuti nei bandi pubblici e che hanno appeal presso i consumatori finali. Le buone pratiche riscontrate in imprese di settori e dimensioni differenti in Italia sono un segnale positivo ed evidenziano l’esigenza di un approccio più organico al tema.
Per quanto riguarda l’utilizzo di certificazioni, di indicatori che fanno parte di linee guida o di altri modelli internazionali, non appaiono differenze sostanziali tra il campione italiano e quello svizzero.
Nel Ticino, il 60% dei rapporti analizzati riporta le certificazioni ottenute dall’impresa contro il 96% riscontrato nelle province di Como e Lecco.
La sostenibilità economica, sociale e ambientale
Per quanto concerne i rapporti con il mercato, uno dei temi principali riguarda la catena di fornitura: il rispetto dei diritti umani viene citato nel 52% dei rapporti in Ticino e nel 76% dei rapporti italiani. Anche le norme anti-corruzione vengono segnalate nel 62% dei rapporti ticinesi e nel 76% di quelli italiani. L’88% dei rapporti ticinesi e il 92% dei rapporti italiani sottolinea l’impegno nella creazione di prodotti sostenibili. Un riferimento importante è quello riservato anche all’economia circolare (con il 27% dei rapporti svizzeri e il 76% degli italiani). Il 67% dei ticinesi e il 76% degli italiani sottolinea l’impegno alla protezione dei consumatori.
Dall’analisi dei rapporti con i collaboratori, si nota che il 96% in Svizzera e il 100% in Italia attua progetti di formazione, mentre l’88% in Svizzera e il 96% in Italia si occupa della salute e della sicurezza dei propri collaboratori, già prima dell’esplodere dell’emergenza sanitaria Covid-19.
Guardando ai rapporti con la comunità, in Ticino l’88% delle imprese dichiara di effettuare donazioni o sponsorizzazioni a favore di eventi sportivi o culturali di carattere locale. Nel 75% dei rapporti del campione ticinese viene citato il supporto alle attività di formazione. Anche nei rapporti delle province di Como e Lecco l’adesione ai progetti per la comunità è presente nel 96% dei rapporti analizzati.
L’area ambientale vede gli sforzi concentrarsi prevalentemente in cinque ambiti: il consumo energetico, le emissioni di CO2, il consumo di materiali, la gestione dei rifiuti e i consumi idrici.
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