Sostenibilità

La scarsità di risorse spinge i progetti di economia circolare delle imprese industriali in Italia

Il recente studio commissionato da ABB Motion evidenzia come il 90% delle aziende industriali italiane soffra una carenza di materie prime, energia, manodopera e componenti. Questa situazione ha spinto il 71% delle aziende a pianificare un aumento degli investimenti in progetti di economia circolare nei prossimi tre anni. Nello studio si forniscono cinque raccomandazioni chiave per guidare le aziende verso un futuro circolare e sostenibile.

Pubblicato il 07 Feb 2024

Cover Circularity No Time to Waste Report

L’industria italiana sta affrontando una crisi di risorse, con il 90% delle aziende che risente di questo problema e il 71% che ha deciso di aumentare gli investimenti in iniziative di circolarità entro i prossimi tre anni: è quanto sottolinea il nuovo studio di ABB Motion, intitolato “Circularity: No Time to Waste”.

Le materie prime (33%) sono considerate la risorsa più scarsa, seguite dall’energia (30%), dalla manodopera (26%) e dai componenti elettronici (23%).

La scarsità di risorse ha comportato un aumento dei costi per il 32% delle aziende. Inoltre, il 32% ha subito un’interruzione della catena di approvvigionamento e il 20% ha subito un rallentamento della capacità produttiva.

Nonostante l’energia sia una risorsa sempre più scarsa, il 41% delle aziende ha indicato l’energia come la loro principale fonte di rifiuti. Ciò evidenzia l’urgente necessità di una maggiore efficienza energetica nell’industria, che secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) sarà una leva fondamentale per raggiungere gli obiettivi di Net Zero.

Gli ostacoli agli investimenti delle aziende in circolarità

L’indagine globale, condotta da Sapio Research nell’ottobre 2023, ha raccolto le risposte di 3.304 decision maker in 12 Paesi, tra cui 250 intervistati in Italia. Gli intervistati rappresentavano una serie di settori industriali, come quello energetico, metallurgico, chimico, petrolifero e gas, marino, minerario e dei servizi.

Se da un lato c’è ottimismo nell’investire nella circolarità, dall’altro l’indagine ha individuato gli ostacoli che impediscono un progresso immediato.

A esempio, la maggioranza degli intervistati non ha individuato una definizione comune di “circolarità”. Inoltre, solo il 6% delle aziende considera la circolarità come una responsabilità a livello aziendale. Questo gruppo ha però registrato il più alto livello di miglioramenti nei parametri chiave della circolarità, come il consumo di energia, l’uso di materiali riciclati e le emissioni di carbonio.

L’indagine rivela anche che l’adozione di molte importanti pratiche circolari è ancora limitata tra gli italiani, tra cui:

  • la collaborazione con le società di gestione dei rifiuti (il 35% delle aziende ha stretto una collaborazione con le società di gestione dei rifiuti)
  • l’uso di tecnologie efficienti dal punto di vista energetico (il 36% delle aziende  ha adottato tecnologie efficienti dal punto di vista energetico)
  • la promozione di principi circolari nella catena di approvvigionamento (il 36% delle aziende  ha promosso principi circolari nella catena di approvvigionamento)

Nonostante le criticità rilevate, è incoraggiante notare che il 66% delle aziende utilizza in una certa misura materiali riciclati nei propri prodotti.

I benefici di investire nella circolarità

Investire nella circolarità ha già portato a benefici misurabili, tra cui la riduzione dei rifiuti (il 44% delle aziende ha registrato una riduzione dei rifiuti) e il miglioramento dell’efficienza energetica (il 39% delle aziende ha registrato un miglioramento dell’efficienza energetica).

Sebbene alcune aziende esprimano preoccupazione per l’investimento iniziale richiesto, molte prevedono miglioramenti a lungo termine nell’efficienza dei processi e nel controllo dei costi.

L’82% delle aziende concorda sul fatto che l’economia circolare incoraggia l’innovazione e guida la competitività. Il 68% delle aziende intervistate è inoltre favorevole all’incremento di regolamentazioni e di requisiti di rendicontazione e il 78% desidera un maggiore sostegno da parte del governo per l’adozione di pratiche circolari per il business.

Le 5 raccomandazioni per un approccio circolare nell’industria

Lo studio fornisce, infine, cinque raccomandazioni chiave che le aziende dell’industria dovrebbero seguire per adottare un approccio circolare e garantire un futuro sostenibile, ovvero:

  1. Adottare un approccio olistico che consideri tutti gli aspetti del ciclo di vita dei prodotti e della supply chain
  2. utilizzare tecnologie circolari, come motori energicamente efficienti, driver a velocità variabile e fonti di energia rinnovabile
  3. delineare una roadmap di investimenti
  4. incorporare la circolarità nella cultura aziendale
  5. creare partnership con altri attori dell’ecosistema (competitor, partner tecnologici, università, enti di ricerca etc.)

“La necessità impellente di passare a un’economia circolare non è mai stata così chiara. Il nostro attuale stile di vita sta esaurendo le risorse a un ritmo insostenibile, contribuendo alle emissioni e ai cambiamenti climatici. Abbracciare la circolarità non è solo essenziale per salvaguardare il nostro ambiente, ma anche per migliorare la resilienza delle imprese”, commenta Tarak Mehta, presidente di ABB Motion.

“Questa indagine evidenzia l’importanza di adottare un approccio olistico, di responsabilizzare tutti i livelli dell’organizzazione e di abbracciare le nuove tecnologie e le collaborazioni. Anche se ci sono sfide da superare, le aziende che abbracciano pienamente la circolarità vedono benefici significativi, dal controllo dei costi al miglioramento della reputazione. Dobbiamo agire ora, per rendere la circolarità la norma nelle industrie globali. Non c’è tempo da perdere”, conclude.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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