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La richiesta delle imprese: “L’Industria sia al centro della prossima agenda strategica europea”

In vista delle prossime elezioni europee di giugno Confindustria ha realizzato un documento volto a fornire indicazioni ai policy maker europei per favorire un Rinascimento Industriale sostenibile e stimolare la competitività dell’industria europea. Gli stessi temi sono anche al centro della Dichiarazione a favore di un Patto europeo per l’Industria firmata dai leader europei di 20 settori industriali

Pubblicato il 20 Feb 2024

Europa

Rimettere l’industria al centro dell’agenda europea, costruendo una forte politica industriale basata sulle tre declinazioni della sostenibilità (ambientale, sociale ed economica) e supportata da un adeguato livello di investimenti: è questo il messaggio chiave che emerge dal volume “Fabbrica Europa” redatto da Confindustria.

Un documento frutto di un confronto avvenuto, nei mesi scorsi, con tutto il sistema confindustriale, sia a livello territoriale che settoriale, per contribuire alla definizione di un quadro organico di proposte per rendere l’Europa più competitiva.

In vista delle elezioni del Parlamento europeo del prossimo giugno, il sistema di Confindustria organizzerà una serie di incontri, in tutte le circoscrizioni elettorali europee, per un confronto diretto con i candidati sui contenuti del documento.

L’obiettivo è quello di abbandonare l’approccio ideologico emerso negli ultimi anni in Europa e confrontarsi su soluzioni ambiziose e “cantierabili”. Ed è proprio quello che intende fare Confindustria, attraverso questo volume, che presenta delle indicazioni di policy volte a stimolare la competitività dell’industria europea, permettendole di affrontare le sfide più importanti.

Un appello rilanciato nell’ambito del Summit di Anversa, dove si sono riuniti i leader di 20 settori industriali, che hanno firmato una dichiarazione per chiedere che l’Industrial Deal europeo sia messo al centro della prossima legislatura.

Essere competitivi sul contesto globale

Confindustria pone l’accento sulla cruciale questione della competitività dell’Europa nel contesto globale, proponendo delle raccomandazioni per rafforzare la posizione delle imprese europee.

Una delle proposte fondamentali riguarda l’ampliamento e il rafforzamento della rete di accordi di libero scambio (FTA), con un occhio di riguardo verso i negoziati con il Mercosur e l’apertura verso nuovi accordi con Paesi e blocchi economici in Asia, Africa e America Latina.

Questo passo è visto come essenziale per migliorare l’accesso ai mercati esteri e rafforzare i rapporti bilaterali, favorendo così la crescita e la competitività delle imprese.

In aggiunta, viene sottolineata l’importanza di assicurare la parità di condizioni (level playing field), proteggendo le imprese europee dalle pratiche commerciali scorrette e aggressive dei paesi terzi. Strumenti quali il Regolamento sulle Sovvenzioni Estere Distorsive del Mercato Interno (FSR) e quello per gli Appalti Internazionali (IPI) sono identificati come meccanismi chiave per difendere gli interessi economici dell’UE.

Infine, Confindustria evidenzia la necessità di un significativo rafforzamento della difesa comune europea e di un miglioramento del coordinamento tra l’UE e la NATO. La raccomandazione punta a unire le eccellenze delle industrie nazionali europee nel settore della difesa e della sicurezza, superando la frammentazione e la concorrenza tra i vari sistemi nazionali. Un approccio ritenuto indispensabile per realizzare le economie di scala necessarie a competere efficacemente a livello globale, promuovendo la standardizzazione e la multi-operabilità dei sistemi di difesa europei.

Accrescere la competitività dell’industria nella transizione verde

Nell’ambito delle politiche europee volte a rafforzare la competitività dell’industria nel contesto della transizione verde, il volume di Confindustria sottolinea l’urgenza di un approccio bilanciato e sostenibile.

Al centro delle discussioni si pone la necessità di affiancare al Green Deal europeo una politica industriale che favorisca l’innovazione tecnologica senza pregiudizi, promuovendo investimenti diversificati per raggiungere gli obiettivi climatici ed energetici.

La transizione verso un’economia più verde rappresenta una sfida di proporzioni enormi, con stime che indicano per l’Italia la necessità di investire oltre 1.100 miliardi di euro entro il 2030 per soddisfare i requisiti del pacchetto Fit For 55 del Green Deal. In questo contesto, si sottolinea l’importanza di completare l’integrazione dei mercati dell’energia, sviluppare un mercato unico del gas, e definire una strategia europea per il nucleare, al fine di supportare gli obiettivi di decarbonizzazione.

Parallelamente, è essenziale riformare le regole del sistema di scambio di quote di emissione (ETS) per evitare speculazioni e assicurare un avanzamento graduale verso la riduzione delle emissioni, valutando con attenzione strumenti come il Meccanismo di Adeguamento Carbonio alle Frontiere (CBAM) per prevenire la delocalizzazione delle industrie senza minare la competitività europea.

Inoltre, la promozione dell’economia circolare e della simbiosi industriale diventa cruciale per stimolare l’innovazione e l’uso efficiente delle risorse, richiedendo un quadro regolatorio chiaro e armonizzato che favorisca modelli di business sostenibili. Azioni che Confindustria ritiene fondamentali per garantire che la transizione verde diventi un vero motore di sviluppo per l’industria europea, mettendola in condizione di competere efficacemente sulla scena globale.

Le raccomandazioni per accelerare la competitività dell’industria europea cavalcando la trasfromazione digitale

Nell’era della trasformazione digitale, l’Unione Europea si trova di fronte alla sfida di adattare la propria industria per rimanere competitiva a livello globale. Un aspetto fondamentale di questa trasformazione è il miglioramento delle competenze digitali tra i lavoratori di tutte le filiere, un passo cruciale per indirizzare la marcata carenza di professionisti in ambiti critici come la cybersecurity. La formazione e la diffusione di una cultura della cybersicurezza diventano, quindi, priorità imprescindibili per le imprese europee.

Parallelamente, Confindustria invita l’Unione Europea a definire una regolamentazione equilibrata dell’intelligenza artificiale, che possa rendere il continente un luogo attrattivo per gli investimenti in questa tecnologia pionieristica. La sfida è quella di bilanciare una regolamentazione che promuova l’innovazione responsabile e gli investimenti, senza però imporre vincoli eccessivamente stringenti che possano frenare la sperimentazione e lo sviluppo delle imprese europee nel settore dell’AI, evitando di perdere terreno rispetto ai competitor statunitensi e asiatici.

Infine, la promozione della transizione all’economia dei dati emerge come un ulteriore pilastro fondamentale. Attraverso la valorizzazione del patrimonio informativo a disposizione di imprese e pubbliche amministrazioni, e la creazione di data spaces come l’European Health Data Space, l’UE mira a migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini e a incrementare la competitività delle imprese. Questa visione strategica non solo potenzia la capacità di innovazione ma assicura anche la tutela delle attività di ricerca, delineando un percorso verso un’economia digitale europea più forte e resiliente.

L’evoluzione del settore dei trasporti e delle infrastrutture

L’evoluzione del settore dei trasporti e delle infrastrutture si presenta come una delle sfide principali per l’Unione Europea, nell’ottica di un futuro più sostenibile e interconnesso.

Tra i fattori più critici emerge la realizzazione tempestiva della rete transeuropea di trasporto (TEN-T), essendo fondamentale per migliorare la connettività tra i diversi Stati membri e stimolare la crescita economica. Tuttavia, l’obiettivo di una mobilità più verde richiede un approccio olistico che tenga conto di una varietà di soluzioni energetiche, in linea con il principio di neutralità tecnologica.

Dallo sviluppo di biocarburanti e carburanti sintetici alla pianificazione di una mobilità urbana innovativa, l’UE si trova di fronte alla necessità di conciliare le ambizioni ambientali con un’implementazione progressiva e realistica.

In questo contesto, si avverte l’esigenza di creare un quadro normativo che metta in sintonia le politiche di trasporto con quelle ambientali, stabilendo condizioni di equità per il trasporto merci e promuovendo soluzioni come il trasporto intermodale e combinato.

Questo richiede non solo una maggiore integrazione tra i vari settori economici, ma anche la rimozione di ostacoli normativi che limitano il commercio e gli investimenti transfrontalieri, come evidenziato dai divieti di transito lungo l’asse del Brennero. L’Europa si trova così davanti all’opportunità di riformare il settore dei trasporti in chiave sostenibile, garantendo al contempo la competitività e la fluidità del commercio interno ed esterno.

Rafforzare il mercato interno per la competitività delle imprese

Importante, sottolinea Confindustria, anche intensificare gli sforzi mirati a rafforzare il mercato interno. A questo scopo, si sottolinea nel volume, è indispensabile garantire l’uniformità nell’applicazione del diritto Ue.

È necessario che gli Stati membri implementino il diritto dell’Ue in modo uniforme e coerente, così da evitare il fenomeno del “gold plating”, che comporta l’aggiunta di requisiti nazionali eccessivi oltre quanto stabilito dalle normative dell’Unione, creando barriere inutili nel mercato interno e complicazioni al quadro normativo per le imprese, oltre ad essere di ostacolo alla standardizzazione.

Equilibrio di bilancio, politica di coesione e investimenti a sostegno della competitività

Anche l’aspetto finanziario non può essere tralasciato per stimolare la competitività dell’industria europea. Su questo fronte, Confindustria evidenzia che una delle iniziative chiave deve essere il rilancio della Capital Markets Union, volto a stimolare l’integrazione dei mercati finanziari europei.

Questo passo è essenziale per attrarre investimenti a lungo termine da parte degli investitori istituzionali e per migliorare l’accesso delle PMI al mercato dei capitali, un fattore cruciale per la loro crescita e innovazione.

Parallelamente, si rende necessaria la creazione di nuovi strumenti finanziari, come un safe asset di debito comune europeo ispirato al modello di NextGeneration EU, per rispondere alle esigenze di investimento imposte dalla transizione verso un’economia più verde e digitalizzata. Questa innovazione finanziaria rappresenterebbe un pilastro fondamentale per sostenere gli investimenti necessari senza gravare eccessivamente sui bilanci nazionali.

Inoltre, è fondamentale assicurare che la regolamentazione del sistema bancario favorisca effettivamente le banche nel loro ruolo di supporto allo sviluppo delle imprese. La graduale implementazione della riforma di Basilea 3, con un occhio di riguardo alla rinegoziazione di prestiti e al finanziamento delle iniziative legate alle transizioni sostenibile e digitale, diventa quindi un punto di attenzione.

Infine, nella nuova programmazione del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) è vitale preservare le risorse dedicate alla coesione, assicurando che le esigenze del mondo imprenditoriale siano adeguatamente considerate.

Un modello sociale europeo inclusivo, sostenibile e competitivo

L’Europa si trova di fronte alla sfida di ridefinire il proprio modello sociale in un contesto globale in rapida evoluzione, dove le transizioni occupazionali, sostenute dalle rivoluzioni verde e digitale, richiedono un approccio innovativo verso l’occupabilità e la formazione professionale.

La promozione delle politiche attive del lavoro, insieme al rafforzamento dell’interazione tra scuola e impresa, emerge come una strategia chiave per garantire un modello sociale europeo al tempo stesso inclusivo, sostenibile e competitivo.

La valorizzazione della formazione continua, o lifelong learning, si presenta come un pilastro fondamentale in questo nuovo paradigma, con l’obiettivo di creare un ponte tra le generazioni attraverso il dialogo e la trasmissione del know-how.

In questo contesto, il ruolo delle parti sociali diventa cruciale nel valutare l’impatto delle nuove normative sul mondo del lavoro, mentre gli strumenti finanziari dell’UE dovrebbero supportare iniziative che promuovano l’adattabilità dei lavoratori ai cambiamenti del mercato del lavoro.

Di fronte a queste sfide, l’anno europeo delle competenze ha gettato le basi per numerose iniziative volte a migliorare l’occupabilità attraverso la formazione.

La creazione di percorsi integrati scuola-impresa, in particolare, segna un passo avanti verso la creazione di un ambiente di apprendimento dinamico, dove i lavoratori più esperti possono svolgere un ruolo attivo nel sostenere lo sviluppo professionale dei più giovani, con un occhio di riguardo verso la formazione tecnico-professionale.

Questo approccio mira a preparare efficacemente il capitale umano dell’Europa alle sfide del futuro, assicurando al contempo che nessuno venga lasciato indietro nella transizione verso un’economia più verde e digitalizzata.

Le indicazioni in merito di regole di concorrenza, concentrazioni e aiuti di Stato

Anche su in materia di concorrenza, concentrazioni e aiuti di Stato, Confindustria sottolinea la necessità di una revisione degli strumenti esistenti emerge con forza, in particolare per quanto riguarda la gestione degli aiuti di Stato, al fine di renderli più adatti alle esigenze sempre più specifiche delle imprese di varie dimensioni.

Una proposta chiave riguarda l’introduzione di definizioni e misure agevolative mirate a sostenere le midcap e le small midcap, nonché l’aggiornamento dei criteri per la definizione di PMI in linea con l’attuale contesto inflazionistico.

Inoltre, vi è un’apparente necessità di ridurre i vincoli per le grandi imprese, facilitando così la loro capacità di competere efficacemente a livello globale, e di semplificare nonché accelerare le procedure per i Progetti Importanti di Interesse Europeo Comune (IPCEI), che rivestono un ruolo fondamentale nello stimolare innovazione e sviluppo su scala continentale.

Un altro aspetto fondamentale della discussione riguarda la previsione di risorse comuni a tutti gli Stati membri dell’UE, una misura ritenuta essenziale per sostenere grandi progetti produttivi.

Questo approccio si propone di ridurre i rischi di frammentazione e disuguaglianze dovute alle differenti capacità di bilancio tra i paesi, perseguendo l’obiettivo di garantire una crescita uniforme e coesa all’interno del mercato unico. Tale iniziativa rappresenta un passo avanti significativo verso una maggiore equità e solidarietà economica tra gli Stati membri, rafforzando al contempo la competitività dell’intero blocco europeo nell’economia globale.

Ricerca, innovazione e proprietà intellettuale i punti su cui intervenire

L’introduzione del sistema brevettuale unitario rappresenta un passo significativo verso la semplificazione della protezione dei risultati della ricerca e sviluppo (R&S), incentivando così gli investimenti in brevetti all’interno dell’eurozona. Questa mossa strategica non solo preserva la centralità del sistema dei brevetti ma ne aumenta anche l’attrattiva per gli investitori, essenziale per stimolare l’innovazione e la crescita economica.

Parallelamente, il documento sottolinea la necessità di assicurare un adeguato supporto agli investimenti in ricerca e innovazione, promuovendo una maggiore coerenza e sinergia tra i programmi dell’Unione Europea e le iniziative nazionali.

L’accento è posto sull’importanza di garantire che i finanziamenti siano orientati verso progetti con un impatto tangibile e risultati concreti, specialmente in tecnologie di punta. La coerenza tra i vari programmi dell’UE, come Horizon Europe, e l’allineamento con le politiche di finanziamento possono facilitare l’implementazione di progetti industriali di grande portata, inclusi quelli legati al Piano Industriale per il Green Deal, offrendo al contempo maggiore flessibilità per rafforzare gli sforzi di sviluppo europei.

Inoltre, perseguire una maggiore autonomia strategica e rafforzare la posizione europea nella produzione e fornitura di beni e servizi sanitari emerge come un obiettivo prioritario. Favorire gli approvvigionamenti strategici e valorizzare il ruolo dell’industria sono passi chiave per garantire la sicurezza e la resilienza delle catene di approvvigionamento europee, in un momento in cui la pandemia ha evidenziato la vulnerabilità delle catene di fornitura globali.

Questi sforzi congiunti hanno il potenziale di posizionare l’Europa all’avanguardia dell’innovazione globale, garantendo al contempo la sicurezza economica e sanitaria del continente.

Legiferare meglio per sostenere la competitività delle imprese

Un ultimo punto del documento fa riferimento al ruolo del processo legislativo (e in particolare della sua efficacia) nel promuovere la competitività delle imprese.

Una delle strategie chiave in questo ambito è il rafforzamento del controllo di competitività, un approccio che va oltre la mera prevenzione della declinazione competitiva, puntando a un vero e proprio miglioramento della posizione delle imprese europee sui mercati globali.

Ciò implica un ripensamento profondo delle politiche e delle pratiche attuali, con l’obiettivo di rendere l’Europa un luogo ancora più attrattivo per gli investimenti e l’innovazione.

Un altro aspetto fondamentale riguarda la riforma nell’uso degli Atti Delegati, uno strumento legislativo che, se da un lato offre flessibilità, dall’altro solleva questioni di trasparenza e partecipazione democratica. Su questo fronte, Confindustria invita la Commissione Europea a promuovere una maggiore trasparenza nelle procedure e nei criteri di affidamento delle valutazioni d’impatto a enti esterni, assicurando che il processo legislativo rimanga aperto, inclusivo e responsabile nei confronti dei cittadini europei e del tessuto imprenditoriale.

Infine, l’armonizzazione e la semplificazione delle norme sull’autorizzazione industriale rappresentano un passo decisivo verso la creazione di un ambiente più favorevole per le imprese. Una maggiore coerenza nelle procedure di industrial permitting non solo ridurrebbe gli oneri burocratici per le imprese, ma faciliterebbe anche un approccio più uniforme e prevedibile all’interno del mercato unico europeo.

Questi sforzi congiunti sono essenziali per costruire un ecosistema normativo che non solo protegga i consumatori e l’ambiente, ma che promuova attivamente la competitività e l’innovazione delle imprese europee.

L’appello di Federchimica per una politica industriale europea

Considerazioni condivise anche da Federchimica nell’ambito del Summit di Anversa, dove i leader di 20 settori industriali (550 miliardi di euro in valore aggiunto e 7,8 milioni di lavoratori) hanno presentato al Primo Ministro belga, Alexander De Croo e al Presidente della Commissione Ursula von der Leyen una Dichiarazione a favore di un Patto europeo per l’Industria.

I firmatari – rappresentanti di diversi settori industriali tra cui energia, chimica, farmaceutica, tessile, siderurgico, della ceramica e del vetro, gas industriali e raffinerie – chiedono che l’Industrial Deal europeo, basato su 10 azioni concrete (che richiamano le indicazioni fornite da Confindustria) sia al centro della prossima Agenda strategica dell’UE 2024-2029, integrando il Green Deal.

“Se la transizione ambientale non si realizzerà di pari passo con un adeguato piano industriale, l’Europa perderà capacità competitiva nei confronti dei player mondiali, prima fra tutti la Cina, che già trova nel nostro Continente uno sbocco sempre più importante per le proprie produzioni. È necessario che l’Industria e, in particolare, la chimica, tornino al centro delle strategie comunitarie. La chimica è strategica in quanto infrastruttura tecnologica e innovativa per tutti i settori manifatturieri, nonché settore leader in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica”, commenta Francesco Buzzella, Presidente Federchimica.

“L’Industria è motore di benessere, di progresso e dello sviluppo sostenibile. Crescita e sviluppo saranno possibili solo a patto che le Imprese possano tornare a operare in un clima favorevole, che consenta di competere a livello globale e pianificare investimenti in ricerca per produrre innovazione, funzionale anche alla realizzazione del Green Deal. Ben venga perciò la proposta di un Patto per l’Industria, che tutti ci auguriamo possa entrare a pieno titolo nell’agenda della Commissione Ue nel corso della prossima legislatura”, conclude.

Il documento “Fabbrica Europa”

Volume_Fabbrica_Europa

La Dichiarazione di Anversa per un Accordo Industriale europeo

Dichiarazione di Anversa per un accordo industriale europeo

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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