Commercio estero

Italia-Germania, sui rapporti tra le imprese rischi da inflazione e recessione

Per sostenere l’interscambio commerciale tra imprese italiane e tedesche, fondamentale per la nostra economia, è sempre più importante sviluppare politiche industriali comuni. I rischi portati dallo scenario economico e le iniziative promosse da Piccola Industria Confindustria in collaborazione con AHK Italien, la Camera di Commercio Italo-Germanica

Pubblicato il 07 Set 2023

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Le catene della manifattura sono al centro degli affari e degli scambi commerciali tra Italia e Germania. Che sono anche i due colossi manifatturieri d’Europa. L’interscambio e il valore degli affari continuano a crescere, ma l’alta inflazione e le ombre della recessione rischiano di erodere valore e risultati del prossimo futuro.

Per questo, per sostenere un interscambio commerciale e volumi d’affari fondamentali per la nostra economia e manifattura, è sempre più importante sviluppare e realizzare politiche industriali comuni.

I due sistemi economici sono così interconnessi da rappresentare come un unico ecosistema, e quindi integrare strategie e soluzioni, soprattutto in materia ambientale e digitale, può essere cruciale per aiutare le imprese a far fronte a una nuova fase di stress senza rinunciare a lavorare su priorità non rimandabili, come la transizione ecologica. Che, come rimarcano gli esperti, è strettamente collegata all’innovazione e alla transizione digitale, delle aziende, dell’economia e dell’intera società.

Sono tendenze e priorità emerse nel corso del convegno intitolato ‘Italia-Germania: transizioni, nuove geografie di filiera e opportunità per le PMI’, organizzato a BolognaFiere da Piccola Industria Confindustria in collaborazione con AHK Italien, la Camera di Commercio Italo-Germanica, e Fondirigenti. Un evento che si è svolto oggi nell’ambito di Farete, la due giorni di networking promossa e organizzata da Confindustria Emilia.

Italia e Germania, due sistemi economici interconnessi

L’interscambio italo-tedesco è in crescita costante e i due Paesi sono fortemente interconnessi”, come rileva Paolo Poma, vicepresidente AHK Italien e Chief Financial Officer e consigliere delegato di Automobili Lamborghini.

Che osserva: “con la pandemia e la guerra in Ucraina, abbiamo visto fenomeni di rientro delle catene del valore, che creano opportunità per le piccole e medie imprese italiane. Il contesto attuale, però, può mettere a repentaglio i nostri legami, ed è per questo che il dialogo, politico ma anche economico, tra i nostri due Paesi è fondamentale in questa fase, per innovare i nostri sistemi produttivi compiendo la transizione e conservando il nostro ruolo leader nella manifattura europea”.

L’interscambio Italia-Germania si è accresciuto negli anni: un’interdipendenza reciproca che ha il suo fulcro proprio nel settore manifatturiero, che vale oltre la metà del valore totale degli scambi. Questo interscambio ha mostrato un legame solido superando ripetutamente i livelli record precedentemente fissati, l’ultimo nel 2022, con 168,5 miliardi di euro (elaborazione AHK Italien su dati Istat).

Le catene del valore tra Italia e Germania sono consolidate, una risorsa per entrambi i Paesi in momenti di crisi (pandemia e conflitto in Ucraina). Le aziende tedesche in Italia, inoltre, hanno visto aumentare il fatturato e le persone occupate. Commercio e manifattura sono i settori che reggono gran parte della presenza tedesca nel nostro Paese.

La manifattura al centro degli affari italo-tedeschi

Guardando ai settori di attività, emerge come più della metà del valore totale dell’interscambio, storicamente, sia rappresentato da quelli manifatturieri. Commercio e manifattura reggono gran parte della presenza tedesca nel nostro Paese. Tanto nell’export quanto nell’import, siderurgia, chimico-farmaceutico, macchinari e mezzi di trasporto rappresentano il fulcro dei rapporti economici tra i Italia e Germania. Questi settori, inoltre, sono quelli dove più forte è la presenza di aziende italo-tedesche nei due Paesi, che alimentano spesso indotti significativi anche al di fuori dell’interscambio strettamente inteso.

L’alta inflazione e i rischi della recessione, però, stanno portando a un parziale calo degli scambi in alcuni settori nevralgici dell’interscambio nel corso del 2023: si tratta di segnali che indicano una nuova fase di stress per le catene italo-tedesche, la terza in pochi anni, mettendo a rischio la crescita dell’interscambio e tutto l’ecosistema produttivo che questo alimenta, soprattutto per le piccole imprese.

Le sfide ecologiche e digitali da affrontare

Nel periodo gennaio-maggio del 2023, il chimico- farmaceutico e la siderurgia hanno visto scendere i propri valori (a 12 miliardi di euro rispetto ai 15 del 2022 nel chimico farmaceutico e a 10 miliardi di euro rispetto agli 11,3 del 2022 nella siderurgia). In questo quadro, secondo l’Outlook AHK di aprile 2023 il 48% delle aziende teme un calo della domanda, il 30% teme alterazioni alle catene di fornitura nei prossimi mesi.

Mentre per il 76% delle imprese i rapporti economici tra Italia e Germanica sono un asset strategico per affrontare le sfide ecologiche e digitali che abbiamo di fronte, e il 56% ritiene che i rapporti tra i due Paesi vadano ampliati anche con un dialogo politico.

Armonizzare i percorsi di formazione e training

Per correre ai ripari, e continuare a sviluppare gli scambi italo-tedeschi, occorre, ad esempio, armonizzare i percorsi di formazione e training tra i due Paesi, che potrebbe rappresentare un asset cruciale nell’ottica della transizione ambientale e digitale, capitalizzando e favorendo ulteriormente l’interdipendenza produttiva esistente tra i due Paesi e contrastando lo skill mismatch che spesso affligge le piccole e medie imprese.

È di importanza strategica anche incentivare gli investimenti nelle transizioni ecologiche, in particolare per quanto riguarda l’economia circolare e le energie rinnovabili. Per questo motivo è necessario creare un quadro legislativo per incentivare gli investimenti e un partenariato pubblico-privato per garantire un piano di sviluppo coerente.

Le iniziative di Piccola Industria Confindustria

In quest’ottica, la Piccola Industria di Confindustria ha avviato un confronto con i vertici del procurement di grandi gruppi appartenenti ai principali Paesi di esportazione dell’Italia e operanti nei più importanti settori di esportazione per le nostre PMI. In una prospettiva triennale, che toccherà anche Stati Uniti e Francia, la prima tappa, organizzata in collaborazione AHK Italien, si è concentrata sul principale partner commerciale dell’Italia, la Germania, anche per l’altissimo livello di integrazione delle economie delle prime due manifatture d’Europa.

Le catene del valore e la loro evoluzione sono da tempo al centro delle riflessioni di Confindustria proprio perché rappresentano un elemento di preoccupazione e una sfida strategica per le aziende nei prossimi mesi e anni”, sottolinea il presidente della Piccola Industria di Confindustria, Giovanni Baroni.

E anticipa: “il 22 settembre prossimo presenteremo la prima edizione del volume ‘Catene di fornitura tra nuova globalizzazione e autonomia strategica’, a cura del Centro Studi Confindustria. Tutelare i rapporti Italia-Germania significa lavorare per vincere questa sfida e sostenere una parte rilevante del nostro tessuto produttivo: penso in particolare alle Pmi che spesso svolgono un ruolo cruciale nelle catene di fornitura”.

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Stefano Casini

Giornalista specializzato nei settori dell'Economia, delle imprese, delle tecnologie e dell'innovazione. Dopo il master all'IFG, l'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Milano, in oltre 20 anni di attività, nell'ambito del giornalismo e della Comunicazione, ha lavorato per Panorama Economy, Il Mondo, Italia Oggi, TgCom24, Gruppo Mediolanum, Università Iulm. Attualmente collabora con Innovation Post, Corriere Innovazione, Libero, Giornale di Brescia, La Provincia di Como, casa editrice Tecniche Nuove. Contatti: stefano.stefanocasini@gmail.com

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