Tornare a crescere del 3% l’anno, aumentando il PIL regionale di 42 miliardi: sono questi gli obiettivi che fissa il Piano industriale del Piemonte realizzato da Confindustria Piemonte e presentato alla Regione, con l’intento di continuare il percorso di confronto e condivisione iniziato a settembre 2020.
Un piano che Confindustria Piemonte mira ad integrare aggiornare periodicamente per coordinare le risorse messe in campo a livello nazionale ed europeo, a cominciare dal Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027 e dal piano Next Generation EU, che potrebbero portare in Piemonte fino a 16 miliardi.
Risorse che sono ancora più cruciali allo sviluppo economico della regione alla luce delle conseguenze della pandemia, che ha infatti ridotto di ulteriori 11 miliardi il PIL regionale, su cui già gravava un differenziale di 31 miliardi rispetto alle regioni europee comparabili.
Un divario pro capite di 7,136 euro, che nell’ultimo decennio è stato determinato da 3,9 miliardi annui di minori investimenti pubblici legati all’economia. A fronte di questa riduzione l’investimento si è mantenuto tra il 20 e il 22% del PIL nel decennio, terminando a 21,1%, un valore medio rispetto al campione.
Tuttavia, sottolinea Confindustria Piemonte, le regioni europee a sviluppo più accentuato mostrano una propensione a investire sopra la media. Per raggiungere la loro crescita di PIL, occorre allineare alla media del 1° quartile (24%) la propensione a investire in Piemonte, che comporterebbe un target regionale di crescita aggiuntiva degli investimenti programmati di 4,3 miliardi di euro per anno.
Positiva l’analisi della propensione delle imprese all’investimento manifatturiero che, con un valore pari al 6,6% del PIL, si posiziona tra i più alti in Europa e che colloca il Piemonte al primo posto in Italia. Bene anche gli investimenti in edilizia, macchinari e impianti, che sono nella media europea.
Negativo il dato sulla propensione agli investimenti pubblici che, esclusi i trasferimenti e i crediti, ha rappresentato il 2,7% del PIL nel 2018, ossia -1,0%, contro una media nazionale del 3,7%. Considerando che la media europea è del 4,5%, il vuoto annuale di investimenti si può considerare di -1,3 miliardi a fronte della media nazionale e di -2,4 miliardi rispetto alla media UE. Un gap che ha un impatto negativo sulla crescita del PIL regionale stimato tra -0,9 e -1,5%.
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Il Piano industriale di Confindustria Piemonte per stimolare la crescita della regione
Per tornare a crescere al 3%, e colmare il gap con il resto d’Europa, il piano in questa prima stesura individua 4 settori verticali:
- automotive, che occupa 60 mila persone e fattura 20 miliardi, escludendo le case costruttrici, e che deve puntare sulla mobilità sostenibile. Proprio sul tema della sostenibilità Confindustria Piemonte stima che dalla regione possono arrivare 5 mila professionisti, se la regione riesce a mantenere la competitività nel settore. Infatti, dei 19,5 miliardi di produzione piemontese della filiera autoveicolare (esclusi gli assemblatori) la maggior parte è tecnologicamente evoluta, ed è una matrice di esportazioni pari a 7,5 miliardi di euro. In questo settore, secondo il piano presentato, formazione, ricerca, infrastrutture hardware e software sono la sfida da affrontare in modo completamente nuovo
- agrifood. Il commercio online di food & grocery è stato fortemente stimolato dalla pandemia. Una crescita che non si è arrestata anche dopo il termine del lockdown. Secondo i dati riportati nel piano di Confindustria Piemonte, il food and grocery e-commerce sfiorerà il 2% di penetrazione nel 2020 rispetto allo 0,8% del 2019. A fine del lockdown, si stima che il 36% degli italiani continua a fare la spesa online con una soddisfazione per tempi e modalità di consegna di 7,5 su 10. L’e-grocery è cresciuto del 96% post lockdown e le vendite di largo consumo confezionato non sono mai scese sotto il 50% di crescita settimanale. In questo settore, spiega Confindustria, c’è un’ampia possibilità di crescita che, nella regione, deve legarsi al settore del turismo e del cibo biologico
- aerospazio, dove attualmente sono impiegati quasi 14.800 persone, con un fatturato di 4 miliardi di euro. Un settore che, contrariamente all’agrifood, risentirà pesantemente degli impatti della pandemia, con una perdita di ricavi per gli OEM piemontesi del 30%. Una difficoltà che apre la strada all’innovazione del settore, spiega Confindustria Piemonte, in un’ottica di progresso tecnologico e sostenibilità
- tessile, un settore dove nella regione si contano più di 4 mila imprese, di cui 1.540 attive nel settore tessile e 2.180 attive settore moda e accessori, 270 nel settore conciario, 140 nel settore macchinari, per un totale di 36 mila addetti, 3,6 miliardi di euro di export nel 2019, pari al 7,7% del totale delle esportazioni regionali. Anche questo settore dovrà essere ripensato in un’ottica di sviluppo innovativo e sostenibile, puntando su tessuti intelligenti e biotecnologie
A questi verticali si aggiungono 2 ambiti orizzontali di applicazione tecnologica:
- le tecnologie 4.0 per sviluppare un’industria sempre più sostenibile, con l’obiettivo di portare al 90% l’adozione delle tecnologie 4.0 nelle imprese della regione e del 66% lo sviluppo di progetti di Smart S-Chain e Smart LifeCycle
- l’intelligenza artificiale, con l’obiettivo di sviluppare 100 brevetti all’anno in tecnologie abilitanti (KET) e attirare, entro il 2027, quasi 1 miliardo di euro in investimenti dall’estero.
Tra le nuove opportunità il piano individua la bioedilizia, dove il Piemonte ha possibilità di creare una nuova filiera integrata dalla produzione del legno di qualità (attualmente il 75% non è locale), sia per progettare e realizzare costruzioni modulari, per integrare tecnologie digitali, sia infine per essere un esportatore di questi prodotti.
Come verrà attuata la strategia
Gli strumenti operativi individuati da Confindustria Piemonte per realizzare queste indicazioni sono una progettazione integrata delle partecipazioni pubblico-private all’interno di una revisione della missione di Finpiemonte, di cui si dovrà valorizzare di progettista di iniziative, di strutturatore finanziario e legale di progetti di investimento e di finanza mista.
Per questo, il piano auspica una riduzione dell’impegno nell’attività erogativa della società (dal 74 al 40%), da convertire in un maggiore impegno nella finanza e nella consulenza ai progetti.
Si dovrà puntare, inoltre, sugli investimenti nelle infrastrutture, in accordo con i fondi messi a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dal Next Generation Eu. In quest’ottica, il piano stima un investimento complessivo del valore di 7,43 miliardi di euro, con un particolare focus nello sviluppo di una mobilità sostenibile e nella sanità.
Altro importante punto di intervento è la formazione dei giovani, dove si dovrà intervenire per contrastare il fenomeno della dispersione scolastica, attraverso il potenziamento e il miglioramento dei servizi di orientamento scolastico, a cui saranno abbinati servizi di counselling e di potenziamento linguistico per gli studenti stranieri.
Tutte direttrici che si intrecciano con le richieste fatte dalla Regione al Governo per i fondi Next Generation Eu: circa 8 miliardi per la rivoluzione verde e la transizione economica, 1,7 miliardi per la salute, 1,34 miliardi per istruzione, formazione, ricerca e cultura, 1,22 miliardi per le infrastrutture per la mobilità, 736 milioni per la digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo, 24 milioni per l’equità sociale e territoriale.
Un lavoro “concreto ingegneristico e prezioso”, come lo definisce il Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, che aggiunge: “Entro aprile il Governo italiano dovrà trasmettere all’Europa il proprio Piano di investimenti e noi entro marzo manderemo a Roma le nostre linee di indirizzo, che non saranno scritte dentro i palazzi, ma condivise sul campo con i nostri sindaci e i nostri imprenditori che del Piemonte sono l’anima”.
L’importanza di una visione europea per la regione è ribadita anche dal Presidente di Confindustria Piemonte Marco Gay. “Il ritardo accumulato pesa sulla nostra capacità di competere, di crescere ed essere attrattivi. Nei prossimi anni si può recuperare, partendo dagli investimenti e dalla capacità di sviluppare un partenariato pubblico-privato, che deve essere in grado far crescere l’industria piemontese e attrarre investimenti da fuori, portando le aziende a insediarsi qui, grazie alla grande capacità del territorio di esprimere innovazione”.
Il Piano Industriale di Confindustria Piemonte
Per maggiori dettagli sulla strategia presentata da Confindustria Piemonte e sul cronoprogramma del piano, si può consultare il documento completo, disponibile in Pdf.
PianoIndustrialePiemonte_ConfindustriaPIemonte_23.02.2021