Industria meccanica, per crescere bisogna puntare sulle filiere e su cinque azioni concrete: conoscere, cambiare, collaborare, competere, correre

ANIMA, l’associazione dell’industria meccanica, lancia un Manifesto con una serie di proposte nei campi dell’Industria, Energia, Export e Made in Italy, Ambiente e territorio, Infrastrutture e trasporti. E alle aziende propone lo schema delle 5C per innovare e crescere

Pubblicato il 29 Ott 2019

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Un Manifesto della Meccanica, che contiene i progetti e le proposte da presentare al Governo, per sostenere il settore, e con lui una fetta importante dell’economia e dell’innovazione italiana.

Lo hanno presentato stamattina a Milano i vertici di Anima Confindustria, l’associazione che riunisce mille aziende del settore della meccanica varia, in occasione della sua assemblea generale.

E, molto meno istituzionale del Manifesto, ma molto diretto e pragmatico, da uno degli interventi sul palco, al Palazzo delle Stelline, è emerso anche una sorta di ‘piano delle 5 C’: una traccia in 5 punti, per altrettante azioni concrete, che iniziano tutte per ‘C’, per indicare alle aziende associate la strada da seguire nel percorso dello sviluppo e dell’innovazione.

Mentre Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, tra gli ospiti di spicco dell’assemblea generale, non usa Manifesti ma si rivolge direttamente al Governo per mettere in guardia: “non bisogna ‘smontare’ il Piano Industria 4.0”, e “serve con urgenza avere una visione del futuro”.

Il numero uno di Confindustria rimarca: “il piano Industria 4.0, e simili, non sono certo un regalo fatto a una categoria, ma è una strategia importante e valida per sviluppare lavoro e crescita. Perché, come sappiamo, abbiamo con l’Unione europea un Patto di stabilità e crescita, ma è la crescita che determina la stabilità, e che quindi viene prima della stabilità”.

Poi, dal palco di Anima, lancia direttamente ai piani alti di Bruxelles una proposta ambiziosa: “attivare un’operazione da mille miliardi di euro, finanziabile anche con Eurobond, di cui cento miliardi in dotazione all’Italia, per realizzare un grande piano di infrastrutture a livello europeo”.

Occorre un gioco di squadra

E fa notare: “è finita l’epoca della cosiddetta ‘autosufficienza’, a ogni livello, economico e politico: da soli non si va più da nessuna parte, occorre un gioco di squadra, ben studiato e orchestrato”.

Ma con il suo intervento davanti agli imprenditori della Meccanica, Boccia vuole lasciare in ogni caso un messaggio di ottimismo e slancio, ribadendo: “i mercati mondiali sono mercati di nicchia. E i mercati di nicchia sono per noi imprenditori italiani. Abbiamo un mondo aperto davanti, con grandi opportunità da cogliere e sviluppare”.

Il comparto italiano della Meccanica varia nel 2019 raggiungerà un giro d’affari da 49 miliardi di euro, con una crescita dell’1% in un anno; l’Export ammonterà a 29 miliardi (anche qui, +1%), con investimenti per 1,2 miliardi (+2% sul 2018). Il settore conta 221 mila occupati, e per questa voce la stagnazione è totale (+0,1% di lavoratori nell’ultimo anno).

Il Manifesto della Meccanica 2020

Il Manifesto della Meccanica 2020 che gli associati di Anima Confindustria intendono presentare al governo contiene una serie di proposte nei campi dell’Industria, Energia, Export e Made in Italy, Ambiente e territorio, Infrastrutture e trasporti.
Tra cui:

  • creare una Cabina di Regia permanente tra istituzioni e industria
  • rendere strutturali e sinergici gli interventi a favore della Sostenibilità e di Industria 4.0
  • rafforzare le competenze con la conferma del Credito d’Imposta Formazione 4.0 e l’incentivazione della formazione On the job
  • rendere strutturali le detrazioni per la riqualificazione energetica, prevedendo meccanismi sostenibili per piccoli e medi operatori (per esempio, la cessione del credito)
  • promuovere il ruolo dell’Italia come Driver di sviluppo di infrastrutture ad alto contenuto tecnologico
  • defiscalizzare le attività di sviluppo di Know how specifico sull’Export, sul modello del credito d’imposta per la Ricerca e sviluppo
  • erogare Voucher di categoria per la valorizzazione del sistema Italia all’estero
  • elaborare premialità sull’iperammortamento per investimenti in beni strumentali mirati al raggiungimento di obiettivi ambientali
  • rivedere il Codice dei contratti pubblici in modo da permettere la tutela dell’industria italiana nei confronti della concorrenza di altri Paesi

“Non andiamo dal governo con la lista della spesa, non proponiamo delle ipotesi, ma presentiamo dei progetti precisi e concreti”, rimarca Marco Nocivelli, presidente Anima. Che sottolinea: “si tratta di trovare soluzioni in grado di ridare nuovo slancio al settore, e più in generale alla nostra economia. L’ambito dell’Ambiente e dello Sviluppo sostenibile, per fare solo un esempio, è un mondo che offre grandissime opportunità”.

Puntare su innovazione e Industria 4.0

Il Piano Industria 4.0, fanno notare gli imprenditori del settore, è stato il riferimento per le politiche di investimento delle imprese: i risultati della sua applicazione (10 miliardi di euro nel 2017) dimostrano che “si tratta di una vera e propria Best practice nell’ambito delle politiche a sostegno dell’industria, sia per il metodo innovativo sia per gli strumenti messi in campo”.

Il vero punto di forza è avere individuato un obiettivo strategico (l’integrazione delle tecnologie innovative e la trasformazione digitale delle imprese) e aver messo in campo un pacchetto di strumenti coordinati: investimenti innovativi, finanza, competenze, infrastrutture di rete.

Secondo gli associati di Anima, “è apprezzabile la posizione del Governo che ha mostrato l’intenzione di confermare le misure e condivisibile, inoltre, la rimodulazione degli interventi in chiave di innovazione e sostenibilità. Ed è auspicabile che il Piano possa avere un orizzonte temporale di almeno tre anni, che permetta un contesto stabile per la programmazione degli investimenti”.

Un nuovo piano per l’innovazione 4.0

Secondo le aziende della Meccanica varia è necessario “fissare obiettivi ancora più ambiziosi per dare un ulteriore impulso all’innovazione e accelerare la trasformazione digitale del sistema produttivo. Per il 2020 si dovrebbero prevedere misure dedicate ai progetti per un intero processo produttivo e per filiere produttive, che consentirebbero il superamento dell’attuale frammentarietà del tessuto manifatturiero”, e che possa accompagnare tutte le imprese coinvolte, comprese le Pmi, su livelli tecnologici più avanzati.

Per incentivare la realizzazione di questi progetti si propone di strutturare un meccanismo “premiante” che supporti gli investimenti 4.0 con l’introduzione di una misura unica, che comprenda tutte le voci di costo complementari all’acquisto dei beni 4.0 oggetto di iperammortamento, e che concorrono all’implementazione del progetto come: spese di consulenza, accesso alla rete Internet, canoni per l’accesso a servizi in Cloud, software e hardware di integrazione.

Ogni progetto, sia realizzato da una singola impresa che da più aziende facenti parte di una filiera, dovrebbe indicare gli obiettivi che si intendono raggiungere, da declinarsi, ad esempio, in termini di indicatori di produttività oppure in termini di risparmio energetico o di sostenibilità ambientale (uso efficiente delle materie prime e delle risorse energetiche).

Il ‘piano delle 5 C’ per innovare e crescere

Il vicepresidente di Anima, Alberto Montanini, invita poi tutte le imprese del settore, e non solo quelle, a seguire una sorta di ‘piano delle 5 C’, un breve schema operativo in 5 punti, per altrettante azioni concrete, che iniziano tutte per ‘C’: conoscere, cambiare, collaborare, competere, correre

“Sono le cinque attività essenziali per ogni azienda e realtà che voglia stare al passo con i tempi e le trasformazioni in atto”, rimarca Montanini: “è essenziale conoscere il mondo in cui ci si muove; bisogna essere disposti e propensi a cambiare, altrimenti il cambiamento vero non si realizza; occorre collaborare, per mettere insieme risorse e opportunità; dobbiamo competere, più con i Paesi extra-europei che con quelli all’interno dell’Unione europea”.

E poi, “correre, bisogna correre”. Perché il cambiamento epocale e tecnologico in atto non aspetta nessuno. “Bisogna fare in fretta, le nuove tecnologie ci imprimono un ritmo forsennato, mai conosciuto prima. Per cui correre, nei progetti, nel lavoro, nell’innovazione, è l’unico modo per non farsi superare e lasciare indietro”.

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Stefano Casini

Giornalista specializzato nei settori dell'Economia, delle imprese, delle tecnologie e dell'innovazione. Dopo il master all'IFG, l'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Milano, in oltre 20 anni di attività, nell'ambito del giornalismo e della Comunicazione, ha lavorato per Panorama Economy, Il Mondo, Italia Oggi, TgCom24, Gruppo Mediolanum, Università Iulm. Attualmente collabora con Innovation Post, Corriere Innovazione, Libero, Giornale di Brescia, La Provincia di Como, casa editrice Tecniche Nuove. Contatti: stefano.stefanocasini@gmail.com

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