Si è aperto con un segno positivo il 2021 per l’industria italiana: i dati Istat mostrano infatti un aumento di fatturato del 2,5% rispetto a dicembre 2020. Una crescita dovuta soprattutto alla ripresa della domanda estera, che registra un aumento del 5%, a fronte di una ripresa della domanda interna più contenuta (+1,2%).
Il trend positivo interessa tutti i principali raggruppamenti di industrie, con l’energia che registra l’aumento più significativo (+7,8%), seguita dai beni intermedi (+3,2%), beni strumentali (+1,9%) e dai beni di consumo, che segnano un aumento dell’1,4%.
In termini tendenziali (quindi confrontando questi dati con quelli registrati a gennaio 2020), il fatturato totale diminuisce dell’1,6%, con cali dell’1,3% sul mercato interno e del 2,2% su quello estero. Il settore industriale più colpito è stato quello energetico, che ha registrato un calo tendenziale del 29,6%, seguito dai beni di consumo (-4,7%).
Nella media degli ultimi 3 mesi, l’indice complessivo rimane stabile rispetto al trimestre precedente.
Per quanto riguarda il manifatturiero, la ripresa non interessa in maniera omogenea tutti i settori: il settore delle apparecchiature elettriche e quello dei macchinari e delle attrezzature registrano gli incrementi tendenziali più elevati (+15,4% e +9,8% rispettivamente), mentre per altri settori continuano a registrarsi dati negativi.
Tra questi, il più colpito è il settore delle coke e dei prodotti petroliferi raffinati, che registra un calo del 29% rispetto ai valori del gennaio 2020, seguito dalle industrie tessili, di abbigliamento, pelli e accessori, dove il calo è del 18,6%.
Segnali di ripresa che arrivano dopo i dati negativi del 2020, quando il fatturato è sceso complessivamente dell’11,5% rispetto al 2019, facendo registrare il valore peggiore dal 2009.