Industria, a gennaio il fatturato aumenta del 2,5% grazie alla ripresa della domanda estera

I dati Istat relativi al fatturato dell’industria italiana a gennaio 2021 mostrano segnali di ripresa della domanda estera a fronte di una ripresa più contenuta di quella interna: rispettivamente +5% +1,2% rispetto ai dati di dicembre 2020. L’aumento ha riguardato tutti i principali settori industriali, con l’energia che registra l’aumento più significativo. Tuttavia, rispetto ai livelli registrati a gennaio 2020, il fatturato totale diminuisce dell’1,6%, con cali dell’1,3% sul mercato interno e del 2,2% su quello estero.

Pubblicato il 23 Mar 2021

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Si è aperto con un segno positivo il 2021 per l’industria italiana: i dati Istat mostrano infatti un aumento di fatturato del 2,5% rispetto a dicembre 2020. Una crescita dovuta soprattutto alla ripresa della domanda estera, che registra un aumento del 5%, a fronte di una ripresa della domanda interna più contenuta (+1,2%).

Il trend positivo interessa tutti i principali raggruppamenti di industrie, con l’energia che registra l’aumento più significativo (+7,8%), seguita dai beni intermedi (+3,2%), beni strumentali (+1,9%) e dai beni di consumo, che segnano un aumento dell’1,4%.

In termini tendenziali (quindi confrontando questi dati con quelli registrati a gennaio 2020), il fatturato totale diminuisce dell’1,6%, con cali dell’1,3% sul mercato interno e del 2,2% su quello estero. Il settore industriale più colpito è stato quello energetico, che ha registrato un calo tendenziale del 29,6%, seguito dai beni di consumo (-4,7%).

Nella media degli ultimi 3 mesi, l’indice complessivo rimane stabile rispetto al trimestre precedente.

Per quanto riguarda il manifatturiero, la ripresa non interessa in maniera omogenea tutti i settori: il settore delle apparecchiature elettriche e quello dei macchinari e delle attrezzature registrano gli incrementi tendenziali più elevati (+15,4% e +9,8% rispettivamente), mentre per altri settori continuano a registrarsi dati negativi.

Tra questi, il più colpito è il settore delle coke e dei prodotti petroliferi raffinati, che registra un calo del 29% rispetto ai valori del gennaio 2020, seguito dalle industrie tessili, di abbigliamento, pelli e accessori, dove il calo è del 18,6%.

Segnali di ripresa che arrivano dopo i dati negativi del 2020, quando il fatturato è sceso complessivamente dell’11,5% rispetto al 2019, facendo registrare il valore peggiore dal 2009.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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