Transizione 4.0, perché il digitale è la chiave dello sviluppo delle filiere

L’evento online di presentazione del piano Transizione 4.0 organizzato da Confindustria Digitale con il Mise è stata l’occasione per delineare opportunità e punti critici della situazione dal punto di vista delle imprese

Pubblicato il 14 Apr 2021

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Una visione di filiera per supportare le PMI puntando su digitalizzazione e trasferimento tecnologico. Sono le aspettative riposte nel piano Transizione 4.0, individuato dal PNRR – Piano nazionale di ripresa e resilienza come strumento cardine per trainare le aziende fuori dal pantano della crisi dovuta all’emergenza sanitaria.

Il termine ultimo per presentare il PNRR a Bruxelles è fissato al 30 aprile, ma da tempo il dibattito tra politica, imprese e associazioni è acceso sugli incentivi previsti per l’innovazione e la loro efficacia.

Un’occasione per discutere del tema si è proposta con l’evento di presentazione di Transizione 4.0, organizzato da Confindustria Digitale in collaborazione con il Ministero dello Sviluppo Economico, Confindustria, Anitec-Assinform e Assotelecomunicazioni-Asstel, che si è svolto stamani.

Alla tavola rotonda hanno partecipato il Presidente di Confindustria Digitale Cesare Avenia, il dibattito vedrà gli interventi di Giulia Abruzzese, Politiche Fiscali Confindustria, Marco Calabrò, Direzione Generale per la politica industriale, l’innovazione e le PMI del Mise, Silvia Candiani, Presidente Steering Committee Digitalizzazione PMI, e Giorgio Migliarina, Presidente Steering Committee Innovazione digitale nelle filiere di Confindustria Digitale.

Transizione 4.0, perché dare spazio a una visione di filiera

Tra gli aspetti di Transizione 4.0 toccati, è emerso anche come il piano sembri andare verso un’ottica di economia di filiera che, secondo Migliarina, mancava nelle versioni precedenti (Industria 4.0 e Impresa 4.0). In particolare, si è sottolineato come siano particolarmente ritenuti positivi per questo obiettivo di valorizzazione di un ecosistema a supporto delle PMI tre punti degli obiettivi di innovazione digitale 4.0 individuati dal decreto attuativo del Piano, pubblicato a maggio 2020:

  • La digitalizzazione delle interazioni tra i diversi operatori delle filiere;
  • Soluzioni specifiche di blockchain
  • Utilizzare prodotti come servizi.

Si tratta di tre attività di innovazione tecnologica individuate nel decreto come esempi per ottenere la maggiorazione “4.0” dell’aliquota del credito di imposta per l’innovazione. La blockchain in particolare, per Migliarina è fondamentale nella realizzazione di una filiera perché laddove manchi una presenza aziendale forte abbastanza da imporre standard, è opportuno “investire in tecnologie come la blockchain che permetta di distribuire fiducia” tra le diverse realtà. L’impiego dei prodotti come servizi si pone come mezzo per “fare in modo che gli investimenti iniziali non debbano essere troppo alti: col digitale si possono creare modelli a servizio che permettono più flessibilità”.

Secondo Calabrò, le prime edizioni del piano volutamente non avevano una visione di filiera, perché si riteneva non si fosse pronti: “Oggi stiamo cercando di introdurre elementi che vanno in quella direzione”, ha commentato, considerando che “il piano va visto in un’ottica di intervento di sistema, non di singole azioni disgiunte”, ma con l’obiettivo di fornire “una strumentazione che mira a sostenere le imprese nei loro processi di innovazione”.

Il trasferimento tecnologico come chiave per lo sviluppo

Del resto, gli incentivi del piano Transizione 4.0 intervengono in un contesto di maggiore consapevolezza sulle virtù della digitalizzazione, a causa dell’emergenza sanitaria che dall’anno scorso ha reso il digitale una priorità: “Pochi anni fa non era un tema così centrale, le imprese investivano in altro piuttosto che rivisitare i processi in ottica digitale. La consapevolezza che le tecnologie digitali siano importanti ora c’è, sono aumentati anche gli investimenti su cloud e cyber security”, ha sottolineato Candiani.

Certo “un meccanismo di incentivi che acceleri il processo è importante perché attecchisce su un terreno fertile. Ma c’è bisogno anche dell’execution: bisogna accompagnare imprese nella realizzazione di ecosistemi per supportarle nella trasformazione. E serve la formazione”.

In questo senso, come ha sottolineato Calabrò, la sfida è individuare la governance adatta a coordinare i vari attori in campo per il trasferimento tecnologico, dai competence center ai Digital Innovation Hub europei e nazionali.

Serve più semplificazione

Resta tuttavia un fronte critico, in questo contesto in cui si spinge per un cambiamento. Lo ha ricordato Avenia, sottolineando come sia “fondamentale la semplificazione massima delle norme”.

E ha lanciato un appello: “Gli imprenditori devono cancellare gli alibi e iniziare a vedere le opportunità. Come Confindustria digitale stiamo lottando per incentivare le aggregazioni territoriali per spingere investimenti. L’imprenditore deve avere la responsabilità di efficientare i propri processi, essere vicino ai clienti che, grazie al digitale, sono in tutto il mondo”.

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Nicoletta Pisanu

Giornalista, collabora da anni con testate nazionali e locali. Laureata in Linguaggi dei Media e in Scienze sociali applicate all'Università Cattolica di Milano, è specializzata in cronaca.

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