Tracciabilità e rintracciabilità sono due processi che nelle filiere spesso vengono utilizzati erroneamente come sinonimi. Ma non è così: in realtà si tratta di un binomio tecnologico e organizzativo associato a una gestione e una condivisione end to end trasparente e data driven. A livello di sistema, pur utilizzando gli stessi hardware e gli stessi software, tracciabilità e rintracciabilità sono modelli concettualmente differenti.
Indice degli argomenti
Tracciabilità e rintracciabilità: quali sono le differenze
Entriamo più nel concreto, per capire nel dettaglio le dinamiche di processo.
- La tracciabilità, nel caso di un prodotto alimentare, idealmente è il percorso di un cibo o di una bevanda da monte a valle. Dai mangimi dati agli animali all’uso dei fertilizzanti nelle coltivazioni, il processo di identificazione inizia ancora prima della fase di produzione. La catena di fornitura, infatti, viene sistematizzata a partire dalle materie prime utilizzate, opportunamente identificate e mappate. Progressivamente, si vanno a integrare anche tutte le altre fasi di lavorazione, stoccaggio e movimentazione, fino a includere i processi di distribuzione del prodotto finito sul punto vendita (negozio, supermercato, bar, ristorante, autogrill, hotel e via dicendo).
- La rintracciabilità, invece, è il processo inverso ovvero da valle a monte: si parte dal prodotto finito per risalire a tutte le fasi di distribuzione e lavorazione fino all’origine delle materie prime. La rintracciabilità, messa a sistema, abilita un processo automatizzato e integrato che permette di ricostruire e intercettare immediatamente l’origine di eventuali anomalie che possono essere insorte nella supply chain, comportando elementi di alterazione, perdita o contraffazione di uno o più prodotti.
Come funziona la tracciabilità
La tracciabilità offre alle aziende la possibilità di raccogliere informazioni esatte su tutte le componenti di un prodotto grezzo, semilavorato e finito così come su tutte le pratiche di approvvigionamento dei fornitori e di tutti i vari partner coinvolti nei processi di conversione. Dati alla mano, le aziende possono fare previsioni, eseguire scenari e ottimizzare dinamicamente operatività e strategie decisionali. I team dirigenziali possono servire meglio i clienti, identificare il consumo di risorse non necessario, rispondere più rapidamente ai cambiamenti della domanda ed evadere gli ordini in modo più efficiente, reindirizzando rapidamente le spedizioni per ridurre al minimo l’interruzione della fornitura per far fronte al risk management nel modo più tempestivo. Grazie alla tracciabilità le aziende possono identificare le opportunità strategiche della catena del valore, innovare più rapidamente, ridurre al minimo l’impatto delle interruzioni interne ed esterne e certificare processi e prodotti sostenibili. La combinazione di questi innumerevoli vantaggi si traduce in una maggiore crescita dei ricavi, minori costi, maggiore quota di mercato, migliori ritorni sull’investimento e rendimenti complessivi per gli stakeholder. I leader della tracciabilità contribuiscono anche a definire le best practices, gli standard e le normative nei loro settori di riferimento.
Tracciabilità, digital transformation, condivisione e collaboration
In un certo senso, il percorso di tracciabilità è una trasformazione digitale. La moltitudine di opzioni tecnologiche e aree di applicazione è schiacciante. È relativamente facile impostare un pilota semplice. Ma ridimensionarlo e amplificare i vantaggi in diverse aree di applicazione è impegnativo. La tracciabilità, infatti, aggiunge un nuovo elemento di complessità: la necessità di collaborare a stretto contatto con il vasto ecosistema di partner della supply chain. Le aziende che non investono nella tracciabilità saranno più vulnerabili alle interruzioni della catena di approvvigionamento e alle accuse sulla sicurezza o la provenienza dei prodotti. Come sottolineano gli analisti, nella maggior parte dei settori chi ha adottato la tracciabilità supera i concorrenti che rimangono con una visibilità limitata.
Track & Trace: vantaggi e opportunità
Combinando diverse matrici informative legate all’identificazione, alla localizzazione e alla tracciabilità, sono molte ragioni per adottare un sistema di Track & Trace lungo tutta la supply chain. Alcuni settori la inseguono da molti anni e non solo nel settore alimentare e farmaceutico, dove la sicurezza è fondamentale. Dal design all’elettronica, dall’automotive al’Oil&Gas la tracciabilità offre massima visibilità e chiarezza informativa, dando agli operatori della filiera l’opportunità di:
- massimizzare l’efficienza rispetto alla catena di approvvigionamento
- soddisfare i requisiti normativi
- entrare in contatto e comprendere meglio gli attori e le dinamiche che caratterizzano la catena di approvvigionamento
- capitalizzare il corpus informativo per abilitare una condivisione dei dati anche più di dettaglio con i consumatori finali
I vantaggi di una visibilità end-to-end
Rendere tracciabile un prodotto è vincente sotto vari profili. Quando si parla di soluzioni di tracciabilità, dunque, i vantaggi principali sono:
#1 EFFICIENZA
La qualità e la quantità di informazioni messe a sistema permettono a tutti gli operatori della supply chain di accedere ai dati di prodotto in modo semplice, sincronizzato e condiviso, ottimizzando la gestione logistica. La tracciabilità azzera i margini di errore in fase di stoccaggio, prelievo, movimentazione e consegna, riducendo sensibilmente perdite, scarti e fenomeni associati all’out of stock.
#2 SICUREZZA
Dal punto di vista della qualità, la storicizzazione delle informazioni associata alla tracciabilità rappresenta un grosso valore aggiunto per la salute dei consumatori. Nel caso di un prodotto o di un lotto compromesso, a livello di filiera è possibile garantire la massima trasparenza informativa dal punto di vista igienico-sanitario per risalire immediatamente al momento in cui qualcosa non è stato gestito in modo corretto e conforme.
#3 TUTELA DALLE FRODI
La tracciabilità include un sistema di marcatura che permette ai brand di tutelare la propria produzione dal mercato nero, dal mercato grigio e da fenomeni come l’italian sounding che sempre più spesso intaccano la reputazione del made in Italy. I brand più lungimiranti hanno introdotto sistemi di certificazione che, anche sul front-end, permettono loro di garantire ai consumatori finale l’autenticità dei prodotti da loro acquistati, contrastando la contraffazione.
Esempi di tracciabilità: i principali vantaggi applicativi
Gli esempi applicativi associati alla tracciabilità sono innumerevoli.
#1 Tracciabilità delle spedizioni: resa assai popolare dall’onda montante dell’e-commerce, la tracciabilità delle consegne è tra i must di servizio sia nel B2B che nel B2C. Dai pallet ai singoli imballi, dai muletti ai mezzi di trasporto, la geolocalizzazione dei prodotti associata a una condivisione delle informazioni tramite una piattaforma web-based, mediante un apposito codice identificativo, consente anche ai consumatori finali di conoscere lo stato di spedizione.
#2 Tracciabilità dei farmaci: tracciare, mappare e monitorare l’iter produttivo e distributivo dei farmaci permette di riconoscere più facilmente i farmaci contraffatti, e di agire più prontamente quando un lotto deve essere richiamato. Il sistema consente di identificare il luogo di provenienza delle specialità farmaceutiche a livello di singola confezione. In Italia, su scala nazionale, il monitoraggio della distribuzione dei medicinali umani e veterinari all’interno della filiera distributiva e dei loro consumi attraverso le informazioni ottenute dalle prescrizioni è realtà da diversi anni. Per il monitoraggio della distribuzione si fa riferimento alla Banca Dati Centrale disciplinata dal Decreto del ministro della salute 15 luglio 2004 per i medicinali a uso umano. Il sistema è stato esteso ai medicinali a uso veterinario e ai mangimi medicati tramite la Legge 20 novembre 2017, n. 167. Il Decreto del ministro della salute dell’8 febbraio 2019 “Modalità applicative delle disposizioni in materia di tracciabilità dei medicinali veterinari e dei mangimi medicati” disciplina le modalità di partecipazione a questo sistema per quanto riguarda gli operatori della distribuzione intermedia (produttori, depositari e grossisti) e finale (farmacie, distributori autorizzati alla vendita diretta, parafarmacie), nonché l’intero il ciclo della prescrizione ed erogazione attraverso il sistema della ricetta elettronica veterinaria. La tracciabilità del farmaco è abilitata da più sistemi informativi integrati tra di loro. Tutti gli operatori della filiera sono identificati in modo univoco al fine di assicurare un corretto monitoraggio dell’attività distributiva. L’identificazione riguarda ciascuno dei soggetti coinvolti nella distribuzione delle confezioni di medicinali in Italia, distinti per sede territoriale.
#3 Tracciabilità degli alimenti: un’evoluzione normativa legata al presidio sempre più regolamentato del settore agroalimentare e un’attenzione crescente dei consumatori finali rispetto a cosa mangiano rende la tracciabilità un fondamentale per le filiere agroalimentari, da monte a valle e viceversa. Con il progetto Farm to Fork in Europa Bruxelles ha iniziato a finanziare e promuovere la tracciabilità alimentare già nel 2004, oggi potenziata dagli investimenti legati al PNRR. La tracciabilità alimentare permette di conoscere tutti i passaggi a cui una bevanda o un alimento sono andati incontro, dalla fornitura delle materie prime alla fabbricazione fino alla vendita al dettaglio, compresi i transiti intermedi, risolvendo la gestione dell’informazione a fronte della globalizzazione e della complessità delle catene di fornitura e di produzione. La tracciabilità alimentare, in sintesi, offre tutte le informazioni cruciali per garantire la sicurezza e la genuinità di un prodotto, assicurando a consumatori e legislatori la sua integrità e salubrità.
Connected enterprise, smart package ed engagement economy
La tracciabilità oltre a rendere i prodotti connessi e comunicanti lungo le supply chain, potenzia le chiavi di servizio, fidelizzazione e customer care. La condivisione anche sul front end delle informazioni messe a sistema dagli operatori della filiera, infatti, consente al marketing più creativo di inventare nuove formule di comunicazione e di relazione. Integrando nel prodotto o nelle confezioni un tag NFC, ad esempio, è possibile condividere con smartphone e tablet testi, immagini, illustrazioni e filmati, dando così un nuovo valore digitale all’informazione. Sui punti vendita, invece, i commessi possono inserire nel tag messaggi personalizzati, sublimando l’arte del regalo. Lo smart package, nella dell’engage economy, diversifica le tecnologie destinate ad attrarre e ingaggiare i consumatori, mixando informazioni ed emozioni. Qr code, realtà aumentata e virtual reality, sistemi di riconoscimento delle immagini e app permettono ai brand di interagire con i consumatori finali incrementando i livelli di attenzione e di fidelizzazione.
Nuove modalità di comunicazione e di ingaggio
Dal punto di vista della relazione con il consumatore finale, i benefici legati alla proposizione dei servizi abilitati dal digitale inaugura una gestione della comunicazione capace d triangolare omnicanalità, soddisfazione e fidelizzazione. Dalla tracciabilità alla capacità attraverso app mobile di mettersi in contatto diretto con il consumatore capitalizzando le informazioni a sistema per diversificare e personalizzare la consulenza, la gestione dei touchpoint attraverso una cabina di regia centralizzata abilita un customer experience management di nuova generazione. Dai tutorial sulla preparazione del prodotto, alle indicazioni georeferenziate di dove acquistarlo perché disponibile, dai servizi diversificati di pick and collect a soluzioni di gamification legate ai programmi di loyalty, la tracciabilità delle informazioni relative ai comportamenti di acquisto, alle interazioni dei clienti e alla condivisione dei loro sogni e bisogni consente di perfezionare la personalizzazione della comunicazione e della relazione in maniera più rilevante, contestuale e pertinente.
La sostenibilità della value chain
Sempre più spesso i brand hanno imparato a raccontare ai consumatori la provenienza e il percorso dei prodotti, consentendo loro di scansionare con i loro smartphone i Qr code sulle confezioni o integrando un sistema di riconoscimento delle immagini tramite app, realtà aumentata, tag NFC e quant’altro. Queste modalità di ingaggio digitali non sono solo una forma di attrazione e fidelizzazione. La tracciabilità offre alle aziende anche l’opportunità di presentare e verificare in modo credibile tutte le loro affermazioni di sostenibilità dei prodotti ma anche delle loro confezioni. Rispetto a questo tema, infatti, i requisiti di due diligence normativa, l’aumento delle aspettative di investitori e consumatori e i progressi tecnologici hanno tutti alzato il livello di interesse e di attenzione per i temi della sostenibilità.
Sebbene sia la spina dorsale di un sistema di prodotto sostenibile per verificare le affermazioni sociali e ambientali (ad es. certificato biologico, carbon neutral, nessun lavoro forzato), la tracciabilità da sola non fornisce questo tipo di verifiche. Al di là della visibilità, oltre a scegliere la tecnologia giusta per le loro esigenze organizzative, è fondamentale che le aziende specifichino gli obiettivi di sostenibilità e si assicurino di incorporare nel loro approccio metodi di acquisizione e convalida dei dati appropriati.
Tracciabilità: quali sono le tecnologie abilitanti
Ad abilitare la tracciabilità e la rintracciabilità è un corpus di tecnologie associate al macromondo dell’Auto-ID (Automatic Identification):
- Sistemi di codifica: codici a barre mono e bidimensionali, tag RFID o NFC, sensori e beacon
- Sistemi di lettura: lettori brandeggiabili, terminali fissi e mobili, wearables technologies, tunnel e varchi intelligenti e via dicendo
- Sistemi di stampa portatili, desktop o industriali
- Programmi (detti middleware) o anche moduli applicativi che interfacciano i sistemi di scrittura e lettura associati alla gestione della tracciabilità ai gestionali aziendali in uso (datawarehouse management, gestionali di negozio, Erp e via dicendo).
L’importanza della serializzazione a livello operativo
La serializzazione dei prodotti è una tecnologia che, a livello di processo, prevede l’assegnazione predeterminata di un tipo di codifica per qualsiasi articolo, imballo o pallet. La procedura serve a conferire a ogni singolo item un’identità distinta che permette di tracciarlo, rintracciarlo e geolocalizzarlo in ottica di product lifecycle management (PLM). Combinare etichettatura e serializzazione, infatti, consente di sistematizzare sia la tracciabilità che la rintracciabilità dei prodotti attraverso meccanismi di codifica delle informazioni e relativa lettura all’insegna di una standardizzazione e di una condivisione guidata dai dati e dalle relative analisi.
Blockchain come ulteriore abilitatore della tracciabilità
Più ancora della sua funzione economica, la Blockchain trova la sua più interessante applicazione in tutti quei casi in cui la trasparenza, la sicurezza e l’immutabilità delle transazioni risulta fondamentale. Questa tecnologia permette a tutti gli operatori di condividere rapidamente informazioni autenticate su un network altamente affidabile, il che è fondamentale per assicurare la sua efficacia su una scala globale. Quando si ha necessità di condividere informazioni e non sussistono relazioni di fiducia tra gli attori o, ancora, quando gli attori sono numerosi ed eterogenei e si è in presenza di un asset univoco da trasferire, utilizzare la Blockchain come forma di registrazione non solo elimina la necessità di una gestione centralizzata ma crea un equilibrio nel concatenamento dei vari processi di gestione da cui si genera un consenso, pubblico, distribuito e condiviso. Attenzione però a non sopravvalutare il valore della Blockchain. La tecnologia, infatti, garantisce che i dati condivisi e gestiti al suo interno non possano essere modificati. Ma non garantisce la veridicità del dato di partenza. È solo grazie all’Identificazione univoca automatica associata all’uso di sensori e tag RFID/NFC che la Blockchain può abilitare applicazioni ancora più estese, fondate su una gestione delle informazioni certa e garantita all’insegna della trasparenza end-to-end.
Dall’AutoID alla Internet of Things
Ieri l’identificazione automatica era collegata a soluzioni diversificate, conosciute come Machine to Machine (M2M), Human to Machine (H2M), Animal to Machine (A2M). Con l’avvento pervasivo delle tecnologie IoT, la diversificazione delle tecnologie hardware e software si è ulteriormente potenziata, inaugurando l’era dello smart manufacturing, dello smart retail e delle smart city. Rendere nelle filiere cose, mezzi, persone e animali connessi e comunicanti ha permesso di incrementare le opportunità legate all’identificazione automatica, alla geolocalizzazione e alla tracciabilità, facendone il triangolo d’oro di una governance illuminata dai dati, più veloce ma anche più organizzata e proattiva.
Dalla supply chain alla value chain
Per garantire la fornitura in un panorama aziendale sempre più instabile e volubile, le aziende hanno bisogno di reti più resilienti. Gli investitori, i consumatori e i governi si aspettano maggiore flessibilità e velocità di servizio ma anche prodotti e processi più sostenibili, con certificazioni e garanzie di supporto pre e post-vendita. Nel prossimo decennio, la competizione delle filiere si giocherà su una catena del valore trasparente e circolare, capace di ridurre o riutilizzare i materiali, gestire il ciclo di vita di ogni prodotto risolvendo la parte di smaltimento o di rigenerazione per ridurre i costi nonché l’impatto ambientale creando meno rifiuti. In questo contesto la tracciabilità è un asset strategico che comporta un profondo cambio di paradigma. La tecnologia è già disponibile per tracciare ogni materia prima che entra a far parte di un prodotto e seguire movimentazione e utilizzo fino alla fase in cui scartato, consentendo alle aziende di ridefinire il perimetro dell’eccellenza operativa e di fissare nuovi obiettivi ambiziosi.