Sono passati due anni da quando a cavallo tra il 2020 e il 2021 apriva i battenti a Milano il Competence Center MADE: una struttura avanguardistica costruita da zero, nel pieno della prima ondata pandemica, per supportare le imprese manifatturiere nel percorso di trasformazione digitale attraverso attività di orientamento, formazione e finanziamento di progetti di innovazione. Una struttura fortemente voluta, così come le altre sette presenti oggi in Italia, da Marco Taisch, professore del Politecnico di Milano che ha fortemente contribuito all’elaborazione del piano Industria 4.0 e che è poi diventato presidente proprio del Competence Center milanese.
Lo abbiamo incontrato per parlare dei risultati raggiunti in questo biennio dal MADE e per fare il punto sulle prospettive dell’Industria 4.0 in Italia.
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I numeri del primo biennio de MADE
“In questi due anni di attività abbiamo accompagnato tante aziende, incluse numerose PMI, nel processo di trasferimento tecnologico”, dice Taisch. Che snocciola i numeri.
Per l’orientamento sono stati realizzati 310 tra workshop e webinar con 17.000 partecipanti da 6.000 imprese.
Per la formazione sono stati erogati ben 210 corsi con 4.000 partecipanti, che hanno fruito di 27.000 ore uomo di formazione: “Si tratta di lavoratori che vengono da 1.350 aziende di cui il 31% di PMI, che sono le più difficili da agganciare, e provenienti per oltre la metà dal Centro Sud, a testimonianza della vocazione nazionale del MADE”, spiega Taisch.
Infine sono stati realizzati oltre 140 progetti di innovazione per 130 aziende, metà delle quali hanno potuto attingere ai finanziamenti previsti dai bandi. “Abbiamo erogato 3,35 milioni di co-finanziamento in 3 bandi, finanziando 56 progetti per un valore di 7 milioni a cui hanno partecipato 65 aziende, il 57% delle quali PMI”, sottolinea il professore.
Numeri quindi positivi, ma – aggiunge il professore – “sicuramente da migliorare perché sono ancora molte le aziende che non hanno ben messo a fuoco l’importanza di una rapida e sostenibile trasformazione digitale”.
Industria 4.0 ancora più importante per le imprese manifatturiere
Su questo punto Taisch si dice convinto che lo stop al credito d’imposta per la Formazione 4.0 e il dimezzamento delle aliquote del piano Transizione 4.0 siano un doppio errore. “In primo luogo perché nella prima fase chi ha approfittato degli incentivi è stato soprattutto chi era già pronto, mentre gli altri hanno dovuto maturare prima la giusta consapevolezza: riducendo gli incentivi si lasciano indietro proprio queste ultime aziende che avrebbero quindi maggior bisogno di supporto agli investimenti. E poi perché, dismettendo gli investimenti, passa il messaggio che l’Industria 4.0 non serve più alle imprese”, dice il professore.
Taisch si dice poi d’accordo con quanto affermato recentemente da Marco Fortis sui benefici che il Piano ha offerto al Paese. E aggiunge che Industria 4.0 è fondamentale ancor più oggi ancora di più in un mondo che sta cambiando molto velocemente: “L’unica risposta alle sfide che oggi le aziende si trovano ad affrontare – mi riferisco alla crisi delle catene di approvvigionamento, ai prezzi crescenti dell’energia, al reshoring, ma anche alla mancanza di competenze e all’importanza della sostenibilità – sta nel presidiare correttamente la transizione digitale che deve portare ad un efficientamento del sistema fabbrica in ottica di riduzione dei costi e dei consumi e ottimizzazione dei processi e alla transizione ecologica”.
Il professore è infatti convinto che la transizione digitale sia un supporto tecnologico indispensabile anche per la transizione ecologica.
Per il prossimo futuro MADE sta lavorando ad arricchire la propria proposta anche sviluppando know how all’interno di progetti europei. Il Competence Center milanese è inoltre stato scelto come Test experimenting facility per l’Italia per la sperimentazione dell’intelligenza artificiale nel manifatturiero.
L’intervista con Marco Taisch
Qui di seguito il video dell’intervista realizzata con il professor Taisch