Iperammortamento: quali sono le opportunità per l’industria chimica

Le opportunità del Piano Industria 4.0 per l’industria chimica al centro di un convegno sull’iperammortamento organizzato da Federchimica al Politecnico di Milano. SI è discusso di aspetti tecnologici e fiscali, con particolare attenzione al requisito dell’interconnessione.

Pubblicato il 23 Feb 2017

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Interconnessione: è questa la parola chiave intorno alla quale hanno discusso ieri mattina al Politecnico di Milano i relatori del convegno “Industria 4.0 e lo strumento dell’iperammortamento”.

Come ampiamente documentato su questo portale, con la Legge di Stabilità è stata formalmente lanciata la nuova agevolazione fiscale – l’iperammortamento con aliquota al 250% – per aiutare le imprese a dotarsi di beni strumentali che, integrando gli aspetti fisici con quelli digitali, permettano di migliorare la competitività del sistema industriale italiano, sostenendo le imprese nell’implementazione della cosiddetta “Industria 4.0”.

Tra i vari settori interessati dall’iperammortamento, c’è quello chimico: Federchimica, in particolare, si è molto battuta con il Governo per allargare l’elenco dei beni strumentali ammissibili al beneficio dell’agevolazione agli impianti tipici dei processi produttivi continui, ovvero quelli chimici.

I tre step della Chimica

Dopo l’intervento di Eleonora Faina, dell’area politiche industriali di Confindustria, che ha illustrato le caratteristiche del piano nazionale industria 4.0 2017-2020, il Direttore Centrale di Federchimica Sergio Treichler ha approfondito il significato di Industria 4.0 rispetto al settore chimico, non mancando di sottolineare alcune peculiarità italiane. In particolare, secondo Treichler, l’industria 4.0 passa attraverso tre step: registrazione digitale (acquisire le informazioni dal mondo fisico per creare una registrazione digitale della catena delle operazioni fisiche), analisi e visualizzazione (le macchine comunicano tra loro per condividere le informazioni, consentendo analisi avanzate e visualizzazioni di dati provenienti da più fonti in tempo reale), generazione di movimenti (algoritmi e automazioni traducono le decisioni e le azioni del mondo digitale in movimenti del mondo fisico). Questo, per il settore chimico, si traduce, per esempio, nell’applicazione dell’ICT alla manutenzione digitale, oppure nell’eliminazione di controlli manuali nelle sale controllo, nell’applicazione di data mining e modellistica per sviluppare target dinamici di consumo di energia o ancora nella sostituzione di monitoraggi tradizionali con tecnologie interconnesse nel ciclo di vita del prodotto.

La perizia

Michele Cireni, consulente di Federchimica, ha quindi illustrato gli aspetti fiscali dell’iperammortamento, sottolineando, in particolare l’importanza della perizia giurata che certifichi l’inclusione del bene alla lista e l’interconnessione col sistema telematico aziendale, dove per interconnessione si intende un sistema informatico che “scambi informazioni con altri sistemi interni e/o esterni per mezzo di un collegamento basato su specifiche documentate disponibili pubblicamente e internazionalmente riconosciute e sia identificato univocamente, al fine di riconoscere l’origine delle informazioni, mediante l’utilizzo standard di indirizzamento internazionalmente riconosciuti”.

Ricordiamo che secondo la legge di Bilancio la perizia tecnica è obbligatoria per gli investimenti superiori ai 500 mila euro, ma Paolo Gianoglio, responsabile Relazioni Industriali di ICIM e Umberto Chiminazzo, Direttore Generale di Certiquality, nel loro intervento hanno fatto notare che la perizia può essere utile anche per gli investimenti di importo inferiore, proprio per valutare se il bene poi potrà rientrare nell’iperammortamento.

L’interconnessione

L’interconnessione è stata ancora al centro dell’intervento del direttore dell’area tecnica di Anima Alessandro Maggioni, che l’ha messa al primo posto tra le 5 caratteristiche che i beni strumentali devono obbligatoriamente possedere per poter accedere all’iperammortamento, insieme al controllo per mezzo di cnc e/o plc, all’integrazione automatizzata col sistema logistico aziendale o con la rete di fornitura o con altre macchine del ciclo produttivo, all’interfaccia uomo-macchina semplice e intuitiva e, infine, alla rispondenza ai più recenti parametri di sicurezza, salute e igiene del lavoro. In aggiunta, per poter accedere all’iperammortamento i beni strumentali devono essere dotati di almeno altri due dei tre successivi requisiti: un sistema di telemanutenzione e/o telediagnosi e/o controllo in remoto; sistemi per monitoraggio in continuo delle condizioni di lavoro e dei parametri di processo; possibilità di integrazione tra macchina fisica e/o impianto con la modellizzazione e/o la simulazione.

Dopo aver affermato che il manifatturiero è da salvaguardare perché oggi è “l’unico settore che ci può garantire l’occupazione”, Maurizio Masi, direttore del Direttore del Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica Giulio Natta del Politecnico di Milano ha ricordato che in questo momento ci troviamo di fronte a una nuova rivoluzione industriale. “Tra i pilastri di questa trasformazione in Industria 4.0 la prima è davvero l’interconnessione e qui ci si confronta con le caratteristiche dell’industria di processo, che lavora quindi sulla materia”, ha detto. “Tutte le macchine del nostro settore possono essere digitalizzate e molti impianti sono già interconnessi. Oggi, per esempio, un grande impianto petrolchimico già conosce la composizione del petrolio che arriverà sulla nave e, quando verrà scaricato, il sistema di controllo avrà già modificato i parametri di funzionamento di tutte le unità dell’impianto”.

L’automazione cognitiva

Secondo Marco Taisch, infine, responsabile scientifico dell’Osservatorio Industria 4.0 del Politecnico di Milano, ci troviamo in una fase di passaggio tra l’automazione industriale e l’automazione cognitiva. “In futuro il valore di un’azienda verrà valutato anche in base alla produttività che riesce a ricavare dai Big Data in suo possesso”, ha commentato. Dati come materie prime, dunque, da includere nello stato patrimoniale? Sembra uno scenario più che verosimile.

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Daniela Garbillo

Giornalista pubblicista con 30 anni di esperienza di redazione, coordinamento e direzione maturata presso case editrici, gruppi e associazioni in diversi settori, dalle tecnologie innovative alle energie rinnovabili, dall'occhialeria al beauty, all'architettura. All'attivo anche importanti esperienze in comunicazione, organizzazione di eventi e marketing.

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