Accanto ai costituendi Competence Center, un ruolo cruciale per la creazione di relazioni sul territorio e la diffusione delle conoscenze sul tema della digitalizzazione dell’industria è riservato ai Digital Innovation Hub. Presto in Sicilia ne nascerà uno a Catania. Nella città etnea, infatti, Confindustria digitale, Comune e Confindustria Catania hanno firmato un protocollo d’intesa che prevede la nascita di un centro che avrà sede presso la zona industriale della città in cui le imprese potranno avere accesso alle informazioni, agli incentivi e alle tecnologie necessarie a digitalizzare le proprie attività, in linea con il piano straordinario del governo Industria 4.0, che punta a mobilitare investimenti per oltre 10 miliardi di euro. L’accordo è stato firmato a Palazzo degli Elefanti dal presidente di Confindustria digitale Elio Catania (nella foto al centro), dal sindaco metropolitano Enzo Bianco (a destra) e dal vicepresidente di Confindustria Catania Antonello Biriaco (a sinistra), in occasione dell’ undicesima tappa del roadshow nazionale promosso da Confindustria Digitale.
“La realizzazione della rete dei Digital Innovation Hub rappresenta il centro della strategia con cui intendiamo tracciare la via italiana a Industria 4.0″, ha detto Catania. “Da questo punto di vista la nascita a Catania di uno dei primi DIH del Sud è un passaggio fondamentale che come sistema confindustriale siamo impegnati a sostenere per raggiungere la più ampia platea di Pmi. Il Digital Innovation Hub dovrà diventare un punto di riferimento per aiutare concretamente le imprese siciliane a compiere i passaggi necessari per accedere alle nuove tecnologie, alle competenze e alle risorse. Si tratta di una grande opportunità per avviare un processo di trasformazione competitiva dell’economia dell’isola, in cui l’innovazione diventa fattore di crescita, valorizzando e mettendo a sistema i molti talenti e le imprese di eccellenza già presenti sul territorio”.
“E’ un primo passo verso un cambio di paradigma dell’economia – ha spiegato il vicepresidente vicario di Confindustria Catania Antonello Biriaco – . Il nostro compito è quello di far comprendere anche alle piccole imprese che la trasformazione digitale è allo loro portata. Ma serve un’onda d’urto che coinvolga in modo trasversale soggetti pubblici e privati verso l’abbattimento del nostro gap tecnologico e culturale. Oggi abbiamo strumenti e capitale umano pronti a questa sfida. Non solo imprese big, ma anche eccellenze locali dell’agroalimentare, del settore chimico-farmaceutico, delle telecomunicazioni, sono pronte ad attivare sul territorio mezzo miliardo di euro di investimenti in buona parte rivolti all’innovazione 4.0“.
Alla tappa catanese del roadshow, realizzata con il sostegno di Retindustria, erano significativamente presenti l’amministratore delegato di STMicroelectronics, Carmelo Papa, il presidente di Ibm, Enrico Cereda, il presidente di Almaviva, Alberto Tripi, il vicepresidente di Siemens e membro della task force di Federmeccanica, Roberto Zuffada, il direttore di Assoconsult, Giovanni Benedetto, e il direttore tecnico di EY Antonino Marici.
L’innovazione digitale in Sicilia
Dai dati elaborati all’Osservatorio EY – Confindustria presentati in occasione dell’incontro di Catania è emerso che le imprese siciliane beneficiano di un buon livello di copertura ultra broadband sia fissa che mobile. La Sicilia si posiziona al 7° posto in Italia per valori al di sopra della media italiana nella quota di fondi strutturali europei destinati allo sviluppo digitale ed elevato livello di spesa pubblica in Ricerca e Sviluppo.
La regione è al secondo posto in Italia per livello di digitalizzazione delle scuole (Lavagne multimediali nelle scuole e nei laboratori e sito web), mentre lo sviluppo delle competenze digitali dei cittadini presenta ancora margini di miglioramento.
Parte del gap nell’informatizzazione delle imprese deriva dalla struttura del tessuto produttivo siciliano, decisamente sbilanciato sulle piccole dimensioni e su settori a minore utilizzo di tecnologia ICT (commercio, trasporti, servizi professionali).
Le imprese siciliane con meno di 10 dipendenti sono, infatti, quasi il 97% del totale, contro una media nazionale del 95%. A livello settoriale prevalgono le attività legate al commercio e all’ospitalità (il cui livello di digitalizzazione tende ad essere ovunque inferiore alla media), a scapito di altri settori più “ICT-intensive” come il manifatturiero, le costruzioni e i servizi professionali.