Conosciamo ormai tutti bene l’effetto “disruptive” che l’introduzione delle innovative tecnologie digitali sta portando nel settore manifatturiero sia a livello di processi produttivi che di organizzazione del lavoro. Tale processo investe anche l’industria alimentare in ogni suo settore e il settore avicolo internazionale non fa eccezione. L’intero settore zootecnico, infatti, sta andando incontro a innovazioni tecnologiche radicali su ampia scala che sono già realtà in alcuni innovativi casi aziendali. Ecco quali sono le tecnologie abilitanti.
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Le tecnologie utilizzate nel settore avicolo
Il più grande nodo da affrontare per l’industria avicola è da sempre la mancanza o lo scarso utilizzo di banche dati. Poter disporre di statistiche precise e complete relativamente a variabili importanti della produzione come il consumo di mangime, il peso specifico degli animali o la prevista mortalità dei capi può arrivare a determinare in maniera molto significativa l’efficienza produttiva mondiale. Un tema centrale visti i sempre più frequenti allarmi che la comunità scientifica internazionale lancia in merito all’approvvigionamento di carni non più proporzionale all’aumento della domanda mondiale. Solo una programmazione puntuale consente infatti di avere a disposizione un numero di capi da macellare che sia della giusta pezzatura e della giusta quantità: da qui passa la possibilità di controllare i costi di produzione e aumentare il grado di soddisfazione dei clienti, saturando al meglio i propri impianti.
L’industria del pollame potrebbe impiegare a questo fine la più recente tecnologia nell’ambito dei droni: utili al monitoraggio e alla raccolta dei dati, il loro potenziale è elevatissimo soprattutto negli allevamenti biologici (o “free-range”, allevamento all’aperto) dove potrebbero essere utili non solo per l’osservazione degli animali ma anche per spaventare i predatori o guidare gli avicoli verso i capannoni.
In generale, l’intero sviluppo della sensoristica legato a Industria 4.0 offre una gamma di possibili utilizzi rendendola la prima tecnologia impiegata nel settore. Il monitoraggio della temperatura corporea e il conseguente calcolo dei livelli di stress degli animali incidono significativamente sulla produttività e sul generico benessere animale (ulteriore vantaggio competitivo in tempi in cui il consumatore lo adotta spesso come criterio di acquisto).
Tali dati hanno bisogno di una grande capacità di calcolo che solo l’intelligenza artificiale è in grado di dare. Nell’industria avicola si tratta di impiegare algoritmi sempre più sofisticati per tracciare e calcolare in prospettiva singoli pesi corporei di decine se non centinaia di migliaia di capi presenti nello stesso spazio produttivo.
A questo ulteriore fine, l’applicazione della blockchain garantisce una maggiore trasparenza sui dati relativi all’intera catena produttiva, mostrando al consumatore la provenienza di ogni singolo capo e i dati relativi alla sua vita precedente alla macellazione.
Anche la stampa tridimensionale è una innovazione tecnologica significativa per il settore. La sua maggiore accessibilità, grazie alle diminuzioni di prezzo, la rende utile come impiego per prolungare o migliorare la vita dei riproduttori, ad esempio “stampando” le protesi delle zampe dei capi.
L’ampia applicazione della robotica al processo produttivo trova uno spazio anche in questo ambito. I robot si possono infatti utilizzare all’interno dei capannoni per ridurre di molto il rischio in termini di biosicurezza e migliorare il dato di mortalità dei volatili: essendo sempre in azienda, infatti, i robot non diventano veicolo di malattie dall’esterno all’interno del magazzino. Inoltre, l’applicazione della robotica garantisce una maggiore resistenza ai rischi ambientali e sanitari.
Tecnologie per il controllo dei costi di produzione nel settore avicolo
Si tratta di tecnologie e di innovazioni molto preziose per un mercato globale che affronta il 2021 al termine di un anno caratterizzato da imponenti sfide: la pandemia da Covid-19 ha infatti causato svariate interruzioni nei processi produttivi dell’industria avicola, ulteriormente penalizzata dall’aumento dei prezzi dei mangimi e dall’impatto dei focolai di influenza aviaria nell’emisfero settentrionale che lo scorso inverno si sono accompagnati a un generico eccesso di offerta globale. I mercati competitivi cinesi e vietnamiti (liberi finalmente dalla crisi dovuta ai focolai di peste suina africana) si uniscono alla lenta ripresa economica e alla ancora più incerta riapertura del canale HoReCa in moltissimi paesi. Si stima che nel 2020 la produzione di pollame globale sia cresciuta del 12% (e per il 2021 si prevede una ulteriore crescita): dati impegnativi per un settore come quello europeo che è tra i più interessati appunto dal costo crescente del mangime per la produzione autoctona.
Una ulteriore sfida al settore è rappresentata dai recenti accordi internazionali di libero scambio: recentemente nel settore si discute dell’opportunità di un accordo Ue-Mercosur giudicato dagli attori italiani troppo sbilanciato verso le possibili importazioni di carni bianche dal Sudamerica (peraltro soggette a standard sanitari e qualitativi molto più bassi di quelli comunitari).
Diventa quindi fondamentale in questo nuovo contesto concentrarsi sul controllo dei costi di produzione, razionalizzando l’acquisto delle materie prime e investendo sulle nuove tecnologie come occasione di incremento della propria competitività.
Use case: l’automazione nel Gruppo Veronesi
Il Gruppo Veronesi è la quarta realtà nell’agroalimentare italiano, con un fatturato sopra i 3 miliardi di euro e più di 8mila dipendenti. Si tratta di un’azienda leader del settore avicolo, per la quale lo studio e sviluppo di nuove tipologie di mangimi, le innovazioni tecnologiche per la produzione e i corsi di formazione per il personale sono all’ordine del giorno.
In particolare, il sistema di incubazione degli animali è particolarmente efficiente, grazie a un sistema “Embryo-response” che misura la temperatura del guscio dell’uovo, la perdita di peso delle uova e altre variabili. Gli investimenti in automazione sono numerosi anche nel processo di macellazione, porzionatura e confezionamento, dove agisce un software di produzione in grado di valutare qualitativamente il prodotto lungo tutta la linea, monitorando la velocità di realizzazione, la pesatura, la selezione e la procedura di sezionamento e disosso. Un ulteriore esempio è il centro di imballaggio uova in provincia di Verona, noto per l’altissimo livello di automazione e digitalizzazione raggiunto (quasi l’80% dell’unità produttiva).
Grazie a queste e ad altre innovazioni tecnologiche, l’azienda guadagna significativamente competitività in benessere animale e dei lavoratori, che si vedono risparmiati le fasi più pesanti del processo di produzione, la riduzione del tempo di attraversamento della linea e delle fasi di lavorazione e un miglioramento dell’ergonomia. Ne guadagna anche l’ambiente, tramite la riduzione dell’impego di energia e di acqua e degli scarti di produzione.
L’industria aviaria 4.0 è quindi già una realtà in alcuni, eccellenti, casi aziendali. La sfida è accompagnare questo processo per conciliarlo con la dimensione del lavoro perché sia davvero sostenibile.