Logistica: il futuro passa sempre più dall’utilizzo dei dati

La Vodafone Business Experience Edizione Manufacturing, Logistics e Transportation ha evidenziato come la pandemia abbia accelerato le dinamiche di trasformazione del settore

Pubblicato il 16 Ott 2020

supply chain


La pandemia globale ha messo ulteriormente in evidenza l’importanza della logistica nelle nostre società e quanto le moderne tecnologie digitali possano risultare utili all’ottimizzazione delle dinamiche delle filiere produttive. Le moderne aziende sono infatti sempre più interconnesse all’interno di filiere complesse, ma sono anche sempre più circondate di sensori e piattaforme che le interfacciano le une con le altre. Di tutto questo si è parlato in occasione della sessione plenaria della Vodafone Business Experience Edizione Manufacturing, Logistics e Transportation, che ha messo a confronto una serie aziende italiane attive nella logistica. Come ha messo in evidenza Damiano Frosi, Direttore dell’Osservatorio Contract e Logistica del Politecnico di Milano, si tratta di un settore che vale il 7% del PIL nazionale e che impiega centinaia di migliaia di persone, con 89.000 aziende di piccole e grandi dimensioni, per un giro d’affari complessivo di 85 miliardi di euro.

La rivoluzione dei dati

Un comparto che, ovviamente, è stato interessato dall’emergenza in atto, che ha accelerato la necessità di aggiungere sempre più resilienza al business, riducendo il time to market e ottimizzando tutte le componenti della catena:  gestione dei fornitori,  capacità di analisi per incrementare la ricerca e sviluppo e sicurezza. La logistica del futuro, insomma, dovrà necessariamente basarsi su decisioni sempre più rapide, grazie anche alla presenza di manager dotati di sempre maggiori competenze. Si sta facendo anche largo una collaborazione aperta, cioè persino tra aziende appartenenti allo stesso ramo della filiera, grazie anche all’utilizzo intensivo dei dati digitali, che rappresenterà sempre di più il futuro del comparto. I benefici di questa strategia di diversa natura: identificazione, monitoraggio ed automazione della supply chain, la riduzione dei costi legati alla consegna dell’ultimo miglio, ottimizzazione della capacità di trasporto esistente. Una rivoluzione che, sicuramente nasconde anche delle sfide importanti: oltre a competenze di nuova natura, occorre trasformare internamente anche le stesse organizzazioni della logistica, dal momento che le nuove tecnologie digitali ne stanno cambiando in profondità i processi. In questa rivoluzione digitale, occorre non sottovalutare un aspetto cruciale, quello della sicurezza informatica, poichè i dati tendono a fluire tra diversi attori delle filiere della logistica.

L’offerta di Vodafone per la logistica

In questo contesto un attore come Vodafone ha la capacità di garantire soluzioni complete, in grado di garantire il giusto grado di flessibilità e personalizzazione in chiave di data driven enterprise. Punto di forza di Vodafone sono i 13 milioni di oggetti connessi alla rete nel nostro Paese, un numero estremamente rilevante e in continua crescita che permette di raccogliere dati e identificare possibili trend. Dietro questi numeri c’è la migliore e più estesa rete mondiale dedicata all’Internet of Things, con completa copertura in Italia in tecnologia Narrowband-IoT, ideale per soluzioni che hanno bisogno di lunga durata delle batterie e alto grado di penetrazione del segnale. Alla gestione delle flotte risponde Smart Fleet, una piattaforma la gestione e il controllo di flotte di veicoli per le aziende che vogliono migliorare la propria efficienza, competitività e produttività. Smart locker assicura il pick-up/drop-down dei beni che risolve il problema della “last mile delivery”. Inoltre, le tecnologie Vodafone rendono possibile avere la tracciabilità end-to-end dei propri beni grazie all’identificazione univoca, istantanea e massiva di centinaia di oggetti resa possibile dalle tecnologie RFID.

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Le aziende Future Ready

Queste tecnologie e piattaforme possono consentire al settore della logistica di fare un deciso passo verso il futuro, sposando appieno la digitalizzazione. Su questo tema Vodafone Business nel Post pandemia ha condotto una ricerca che ha identificato le sei caratteristiche peculiari che contraddistinguono le aziende Future Ready (a cui appartiene circa il 20% del totale) rispetto a tutte le altre.

Più specificatamente un’azienda Future Ready:

  1.  Ha un atteggiamento positivo nei confronti del cambiamento. Abbraccia il cambiamento ed è entusiasta del futuro.
  2. È aperta verso le nuove tecnologie. Attribuisce alla tecnologia la capacità di risolvere le sfide aziendali.
  3. Compie passi chiari verso la trasformazione aziendale. Possiede una roadmap in atto che chiarisce come la tecnologia possa trasformare il loro modello di business.
  4. Imposta una strategia dettagliata.  L’azienda Future Ready possiede una strategia aziendale più ampia per il futuro che è documentata, specifica, finanziata e misurata.
  5. Si tiene aggiornata sulle tendenze e le incertezze rilevanti. Hanno chiaramente identificato le forze che modellano la loro attività e si rivolgono a esperti che possano essere di aiuto
  6. Sono adattabili: sanno reagire ai mutamenti delle condizioni di mercato più rapidamente rispetto alla concorrenza

Profitti in crescita per le aziende Future Ready

Oltre alla descrizione delle caratteristiche, lo studio di Vodafone Business mette in luce come le aziende Future Ready abbiano più possibilità di continuare ad avere successo, nonostante la pandemia in atto. In particolare mettendo in atto cambiamenti nell’organizzazione del lavoro che consentano alle imprese di adattarsi a questo nuovo modo di lavorare. Non a caso il 71% delle imprese Future Ready ha già effettuato almeno un nuovo investimento tecnologico in risposta diretta alla pandemia. Inoltre il 44% si aspetta che una maggiore flessibilità nel luogo di lavoro delle persone possano persistere anche dopo la fine della pandemia. Le conseguenze di questo atteggiamento sono positive anche sui conti economici: infatti, il 30% di queste imprese prevede addirittura un aumento dei profitti durante il Covid-19. Il 57%, invece, ipotizza che i propri profitti possano aumentare nei prossimi cinque anni, rispetto alla media  del 45% di tutte le imprese.

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