Le medie imprese manifatturiere crescono e credono nell’Industria 4.0

Le medie imprese rappresentano oggi il 20% del comparto manifatturiero italiano. Oltre la metà di queste aziende sta investendo nelle tecnologie alla base di Industria 4.0. Il rapporto Unioncamere-Mediobanca analizza l’evoluzione di questa classe di imprese nell’arco degli ultimi vent’anni.

Pubblicato il 16 Feb 2019

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Le medie imprese italiane, cioè le società di capitale che realizzano un fatturato annuo tra 16 e 355 milioni di euro, che occupano non meno di 50 e non più di 499 addetti e che non sono controllate da imprese di grande dimensione e da gruppi stranieri, hanno un peso sempre più rilevante nella manifattura nazionale.

Secondo i numeri dell’indagine annuale sulle medie imprese industriali italiane condotta da Unioncamere e dall’Ufficio Studi di Mediobanca, queste 3.462 aziende producono oggi significativamente di più rispetto a vent’anni fa, rappresentando oggi il 19,8% del fatturato e il 18,7% dell’export della manifattura italiana.

Il 94% delle medie imprese esporta una quota rilevante della propria produzione, realizzando il 45% del proprio fatturato sui mercati esteri. Ma la base produttiva, come sottolinea l’indagine, “resiste alle sirene della delocalizzazione e resta italiana”: ogni 4 siti produttivi in Italia uno solo è all’estero, per il 60% circa collocato nell’Unione Europea o in Nord America.

Un 2019 pieno di incognite

Se nel 2017 il 93,6% delle imprese non ha riscontrato diminuzioni de fatturato, con oltre la metà delle imprese che ha invece registrato variazioni positive, il quadro cambia nel 2018 e nelle previsioni per il 2019, quando a prevalere è la stabilità.

“Le incertezze dello scenario economico a livello nazionale e internazionale – commentano gli autori dell’indagine – hanno portato le medie imprese a subire una battuta d’arresto nel 2018, evidente attraverso un generalizzato peggioramento delle performance di mercato. Il 2019 si apre ancora carico di incognite: molte medie imprese stanno ad aspettare l’evoluzione del quadro economico, ma le previsioni rivelano un maggiore ottimismo rispetto ai risultati del 2018”.

Industria 4.0 alla prova nel 51% delle medie imprese

Il 51% delle medie imprese sostiene di essere in fase di applicazione più o meno avanzata delle tecnologie alla base di Industria 4.0, con un 20% che segnala di averle già ampiamente introdotte (un dato che era pari ad appena il 7% un anno e mezzo fa). Resta però un nocciolo duro di aziende (il 34%) che ancora afferma di non conoscere Industria 4.0.

Le prime applicazioni hanno riguardato soprattutto la produzione (49% dei casi), i sistemi informativi aziendali (36%) e, in misura minore, la logistica e la gestione del magazzino (20%). Cresce anche l’applicazione di Industria 4.0 nei rapporti con il mercato e con i clienti (26%), per monitorare e avere feedback dalla domanda.

Che cosa si attendono le imprese dagli sviluppi della digitalizzazione? La maggioranza (42%) ipotizza un maggior successo economico, ma sono elevate anche le attese nei confronti del miglioramento delle competenze dei dipendenti (37%), dello sviluppo di nuovi prodotti (14%) e di attività di ricerca e sviluppo (13%).

Fatta salva la necessità di intervenire diffusamente sulla formazione del personale, nel complesso l’introduzione di maggiore automazione non dovrebbe avere un impatto sull’occupazione ma, anzi, a giudizio degli imprenditori, comporterà un aumento dei dipendenti a maggior qualificazione e, di conseguenza, un incremento della produttività e dell’efficienza aziendale.

La diffusione di Industria 4.0 nelle medie imprese 

2017

2019

Industria 4.0 è ampiamente introdotta in azienda

7%

20%

L’azienda sta portando avanti alcuni progetti sul tema

21%

16%

Industria 4.0 è in fase di progettazione/test in azienda

18%

15%

L’azienda è in fase di osservazione ed analisi

13%

9%

L’argomento non è stato ancora affrontato

7%

6%

Non conosco Industria 4.0

34%

34%

Totale

100%

100%

I settori, chi sale e chi scende

L’indagine Unioncamere – Mediobanca fa anche un’analisi di lungo periodo su un arco temporale di ventuno anni (1996-2016), al fine di individuare i settori più dinamici e quelli in regresso.

La crisi ha toccato con severità il settore dei beni per la persona e la casa il cui contributo al valore aggiunto delle medie imprese è caduto dal 28,3% al 18,5%; si sono contratti anche i comparti della carta e stampa (dal 5,5% al 4,7%) e della metallurgia (dal 5,7% al 4,9%).

Tra le attività più brillanti si annoverano la meccanica (dal 35,6% al 39%), l’alimentare (dal 12,1% al 15,2%) e soprattutto il farmaceutico-cosmetico che, crescendo dal 10,5% al 14,9%, diventa rilevante come l’alimentare e si afferma come nuova eccellenza italiana. Il made in Italy mantiene la propria importanza seppure cedendo marginalmente (dal 63,1% al 61%).

Il nodo della governance nelle imprese familiari

Lo studio analizza le differenze nella governance delle imprese a proprietà e gestione familiare rispetto alle altre.

Il 66,2% delle medie imprese familiari è gestito da organi monocratici o da consigli di amministrazione in cui a poche persone è affidato un cumulo di cariche con deleghe. Questa stessa quota scende al 42,7% nelle medie imprese non familiari. A questo tratto verticistico si abbina quello anagrafico: l’età media dei board delle medie imprese familiari è pari a 59 anni rispetto ai 56 anni delle medie imprese manageriali.

“Aprire i board a membri non familiari fa bene: il ROI sale dal 10% al 13%”, dice l’indagine. I Baby Boomers, con età tra 53 e 72 anni, rappresentano la fascia generazionale più significativa nei board (46,9%), ma per motivi anagrafici nei prossimi anni una media impresa familiare su 4 sarà chiamata a rinnovare i ruoli di vertice nei propri CdA.

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Franco Canna
Franco Canna

Fondatore e direttore responsabile di Innovation Post. Grande appassionato di tecnologia, laureato in Economia, collabora dal 2001 con diverse testate B2B nel settore industriale scrivendo di automazione, elettronica, strumentazione, meccanica, ma anche economia e food & beverage, oltre che con organizzatori di eventi, fiere e aziende.

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