Sostenibilità

La sostenibilità di Casa Siemens: Smart Infrastructure tra etica e business

Riduzione delle emissioni di CO2 del 50% ogni anno entro il 2025 e azzeramento entro il 2030: il progetto punta alla salvaguardia dell’ambiente e alla dimostrazione del valore di efficientamento, di gestione degli spazi, del rapporto con il building e delle nuove opportunità di business collegate alle soluzioni di Smart Infrastructure

Pubblicato il 13 Lug 2019

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Ridurre totalmente le emissioni di CO2 entro il 2030 in un percorso che è già in grado di abbatterle del 50% ogni anno entro il 2025 e che ha la prospettiva di creare una azienda a impatto zero. Un progetto che unisce la missione della sostenibilità con la volontà di aprire un orizzonte di business e di sviluppo che si può qualificare come Smart Infrastructure e che risponde a una domanda sempre più evoluta e complessa dove si uniscono e si intrecciano i temi dell’ambiente, della sicurezza, del comfort, dell’evoluzione negli stili di vita e di comportamento personale, ma anche la revisione dei modelli organizzativi nel mondo del lavoro e la rilettura complessiva del rapporto tra persone, ambienti e building. Tanti fattori e tante, tante variabili, che portano e invitano a osservare questa prospettiva con una visione sempre più completa e globale. Un tema complesso che non si può affrontare senza una visione d’insieme di tutti i fattori che possono concorrere alla soluzione.

Una Casa Siemens sulle fondamenta innovative della Smart Infrastructure

Claudio Picech, Presidente e Amministratore Delegato di Siemens Italia spiega la necessità di avere una visione di insieme, completa, olistica, capace di comprendere tutti i fattori che stanno alla base del principio di sostenibilità

Il senso e l’approccio, anche sul piano culturale, del modello Casa Siemens è quello di guardare al rapporto tra ambiente, mondo della produzione e persone appunto con una visione globale e come spiega Claudio Picech, Presidente e Amministratore Delegato di Siemens Italia, è nella prospettiva di mettere in relazione i temi del consumo energetico con quelli della capacità produttiva, quelli dell’evoluzione della presenza dell’uomo, ad esempio in relazione alle diverse forme di smart working, con quelli legati a ecosistemi che sono sempre più in relazione gli uni con gli altri (come può essere il contesto meteorologico e quello legato ad esempio all’adozione di logiche di produzione 4.0 e industria 4.0). Una delle parole chiave di riferimento per Picech è certamente quella dell’integrazione che mette in relazione temi che sino ad oggi hanno seguito percorsi tra loro indipendenti e che acquistano nuovo valore ed efficacia nel momento in cui sono in diretta relazione e soprattutto sono gestiti a livello di piattaforma. Con una semplificazione è l’evoluzione di temi come Smart Energy, Smart Building, Smart working, sicurezza e risk management,  all’interno di una platform che porta alla Smart Infrastructure.

In più, in pieno stile Siemens, l’innovazione è una prospettiva che prima di tutto si prova e si dimostra sul campo con esempi concreti in cui Siemens stessa è di fatto la prima “cliente” delle proprie soluzioni (a questo proposito leggi il servizio Le prospettive dell’impresa connessa tra industrial networking, data integration e sicurezza ) in una logica che ha tra i suoi obiettivi anche il miglioramento continuo. E la Smart Infrastructure in azione è a Milano nei due edifici smart che compongono Casa Siemens e che sono gestiti da una microgrid interconnessa che gestisce il patrimonio energetico fatto di produzione e consumo di un luogo che si estende per più di 30mila metro quadrati e dove lavorano 1.800 persone.

Smart Infrastructure significa intelligenza al servizio delle persone

Per Claudio Picech, Presidente e Amministratore Delegato di Siemens Italia siamo davanti a cinque grandi fenomeni tra loro sempre più interconnessi. L’urbanizzazione e la crescita demografica non possono essere letti in modo indipendente dai temi della globalizzazione e dal ruolo dei cambiamenti climatici. Così come una delle sfide è quella di “sfruttare” le grandi potenzialità della digitalizzazione per accelerare la conoscenza di questi fenomeni e come grade supporto per governarli

Per Picech, che ha aperto le porte della sede milanese per una visita agli ambienti e per vedere da vicino cosa vuol dire infrastruttura intelligente, il vero obiettivo per la Smart infrastructure è quello di creare e sviluppare una visione della sostenibilità veramente globale, olistica, in grado di mettere in strettissima relazione i fattori legati agli ambienti, all’organizzazione del lavoro e alle variabili che influiscono direttamente su tutti questi elementi. E qui Pichech arriva all’altra parola chiave di questa visione e di questa proposizione: i dati. La produzione elettrica, il consumo, il ruolo degli ambienti che “parlano” grazie all’IoT e la presenza delle persone, che è rappresentata a sua volta dai dati, e così pure le variabili legate alla produzione, alla stagionalità di determinati comportamenti, alla relazione tra la produzione e la domanda e dalla dinamica e dalle variabili relative all’ impatto dei fenomeni metereologici. Ma anche dati come nuova conoscenza per calibrare la produzione sui consumi, per conoscere i comportamenti e per poter intervenire sui comportamenti stessi e definire delle best practices.

I KPI della Smart Infrastructure

Casa Siemens a Milano conta sulla presenza di due grandi impianti fotovoltaici che coprono i due building, con uno sviluppo rispettivamente di quasi 6.000 metri quadrati e di oltre 500 per complessivi circa 900 chilowatt picco (kWp) progettati per coprire il fabbisogno di Casa Siemens

Casa Siemens è la rappresentazione, con KPI reali, di cosa vuol dire attuare progetti di Smart Infrastructure e arriva da un investimento complessivo di 50 milioni di euro in due anni, che comprende due grandi impianti fotovoltaici che coprono i due building, con uno sviluppo rispettivamente di quasi 6.000 metri quadrati e di oltre 500 progettati per produrre complessivamente 900 chilowatt picco (kWp) e per coprire i fabbisogni energetici di Casa Siemens.

Due fonti energetiche che nella logica ecosostenibile misurata in chiave smart infrastructure sono in grado di garantire un fabbisogno energetico per tutta la struttura di Casa Siemens e che nei momenti di ”pausa” nei carichi di consumo, come nel fine settimana, è in grado di immagazzinare energia. Il sistema conta infatti su una soluzione per la gestione dell’accumulo dove viene conservata l’energia prodotta in eccesso per poi utilizzarla nell’ambito della microgrid, aumentando così ulteriormente anche con questo sistema la quota di rinnovabile destinata all’autoconsumo.

Infatti il surplus di energie rinnovabili della microgrid del fine settimana sarà immesso automaticamente prima nello storage e poi nella rete nazionale e in questo modo Casa Siemens diventa addirittura Carbon Positive. Ma nel rispetto dell’invito alla visione di insieme si prevede che con questo progetto Siemens sarà in grado di immettere nella rete nazionale 40.000kWh di energia rinnovabili che corrisponde al 4% della produzione annua complessiva dei due impianti fotovoltaici. Questa produzione viene supportata anche dall’energia elettrica prodotta da un impianto di trigenerazione di 238kW (CCHP – Combined cooling, heat & power) che opera come una sorta di estensione del cogeneratore (CHP). Dal punto di vista del contributo energetico il CHP genera elettricità e calore, mentre alla struttura CCHP è affidato anche il raffreddamento.

I sistema di accumulo elettrochimico particolarmente importante nei periodi di “scarico” come il fine settimana consente di immagazzinare il surplus di rinnovabili ((energia 135kWh, potenza 270kW)  e di gestirlo nell’ambito della microrete. Dalle analisi effettuate è previsto un consumo giornaliero tipico di 850kW in inverno e di 1300kW in estate, mentre il picco massimo di energia generata dal fotovoltaico e dal trigeneratore si attesta a 1.163kW.

Ma per capire il senso di Casa Siemens e le logiche di sviluppo della Smart Infrastracture conviene fare un passo indietro e riprendere il filo della visione di Claudio Picech. Solo alcuni numeri ci dicono quanto sia importante e nello stesso tempo urgente un approccio nuovo rispetto alla gestione delle infrastrutture se si vuole guardare con maggior fiducia ai temi della sostenibilità.

La Smart Infrastructure come piattaforma per imprese e Smart City

La roadmap per la decarbonizzazione e decentralizzazione Siemens illustrata da Claudio Picech, Presidente e Amministratore Delegato di Siemens Italia e l’esempio concreto di Casa Siemens

In un orizzonte non troppo lontano nel tempo, vale a dire il 2050 la popolazione terrestre arriverà a 10 miliardi di persone e gli studi di demografia ci dicono che oltre il 70% della popolazione sceglierà di vivere in grandissime città. In pochi anni il mondo del building in generale e delle infrastrutture arriverà alla poco felice condizione di essere il maggior consumatore di energia in assoluto. Il tema della sostenibilità non potrà (e non deve già oggi) essere ristretto a un tavolo etico o di sensibilità e attenzione sociale, ma deve essere affrontato, con un carattere di urgenza e di ripensamento complessivo del rapporto uomo-consumi-ambiente.

Non è pensabile di affrontare un tema così rilevante con la stesso approccio con sui si affronta oggi il tema della produzione dell’energia e delle risorse. Emerge la necessità di una visione di insieme (nel segno della strategia Smart Infrastructure di Siemens), di una intelligenza che non è più solo della casa, del building, degli oggetti, ma del ripensamento sostenibile di tutte le infrastrutture strategiche degli ambienti e di un metodo. che grazie alle infrastrutture può estendersi alla città. Da qui il concetto di smart infrastructure come asset che permette di rivedere lo sviluppo delle smart city con un maggior dominio sui temi della sostenibilità, lavorando su un allineamento tra produzione e consumo, tanto dell’energia quanto di tutte le altre risorse. E in questo senso basti solo pensare all’acqua.

La smart infrastructure è oggi una risposta, secondo Picech, alla sfida che arriva dalla necessità di creare scenari più convincenti e responsabili alla domanda di sostenibilità. Una prospettiva che va vista nello stesso tempo come una grande responsabilità e come una enorme opportunità.

Una riqualificazione urbanistica ed energetica che si appoggia sulle Smart Infrastructure

La dimostrazione che si può fare è appunto nella riqualificazione urbanistica di Casa Siemens che con un investimento di circa 50 milioni di euro per la realizzazione di una microrete intelligente flessibile, alimentata da energie rinnovabili, ha mostrato che la sostenibilità può portare una maggiore efficienza economica, un diverso approccio al sistema energetico e può evitare di pensare che si debbano affrontare compromessi a livello di qualità della vita e del comfort.

Ma come? Grazie ai risultati che si ottengono se si guarda a tutte le variabili con una visione di insieme. Quella della sostenibilità non è e non può essere una questione da affrontare su un unico livello, occorre agire sulla produzione, sui consumi, sugli sprechi, sulla conoscenza degli impianti di produzione dell’energia e sulla conoscenza dei building e dei sistemi di produzione e poi sulle persone, sui comportamenti, sull’organizzazione del lavoro, sul loro rapporto con gli spazi. E qui si colloca lo sviluppo di un piano di Smart Working che si aggancia direttamente con la logica Smart Infrastructure.

“Una società come Siemens che investe tanto in tecnologia non può esimersi dal porre attenzione anche alla sostenibilità del luogo di lavoro, alla gestione delle risorse in tutte le accezione e dell’energia in particolare così come anche al welfare delle persone e alla qualità del lavoro. In più, non si può separare l’ambito energetico dall’infrastruttura, ma neanche la tecnologia dai comportamenti e dal modo di vivere”. Ecco che lo smart infrastructure è anche una grande opportunità per arrivare a ottenere un ecosistema sostenibile con il coinvolgimento primario delle persone”.

Carbon Neutral Program con Infrastrutture intelligenti

Ma la sostenibilità è anche un grande tema di tecnologie e di orchestrazione di diversi ambiti di innovazione. Lo dimostra il programma Carbon Neutral (vale a dire il programma globale di decarbonizzazione di Siemens) con cui si entra nell’ambito del progetto della microrete intelligente. Un piano da 100 milioni di euro e che punta alla riduzione dell’impatto energetico dei propri stabilimenti produttivi ed edifici con una roadmap che parte dall’elettrificazione e che in tre anni con una serie di interventi di efficientamento ha ridotto del 50% il consumo di energia dei collaboratori presenti in sede  fino a raggiungere circa 1100 TEP (Tonnellate Equivalenti di Petrolio).

La direzione è della microrete ed è accompagnata da un piano che prevede l’utilizzo di un mix di fonti energetiche che comprendono elettricità e gas che vedrà porterà alla riduzione del consumo di energia primaria per arrivare alla generazione elettrica completamente rinnovabile e sostenibile. Si tratta di un percorso di transizione che è anche una strategia e un metodo, oltre che un grande sforzo a livello di ridisegno delle infrastrutture che devono essere più sostenibili e più sicure.

Infrastrutture Smart vuol dire impegno in ambito digital

Il digitale rappresenta una componente fondamentale di questo percorso e un vantaggio per le reti, è essenziale alla decentralizzazione e consente di offrire sistemi energetici flessibili e resilienti. La soluzione di Casa Siemens crea un modello energetico distribuito che verrà messo a disposizione di organizzazioni, utility, imprese e istituzioni. Casa Siemensa sarà autosufficiente in alcuni periodi dell’anno con un profilo di impresa ad emissioni zero.

Ma come sottolineato da Claudio Picech uno dei temi chiave della Smart Infrastructure è rappresentato dall’innovazione digitale, ovvero da una intelligence che gestisce Casa Siemens in real time sulla base dei dati  che arrivano dai building e dal sistema centrale di gestione dell’energia (Energy IP – Distributed Energy OPtimization). Con questo strumenti l’energy manager dispone di una visione completa sul consumo e sulla produzione di energia e può interfacciarsi con Desigo, ovvero con il building management system per la gestione degli impianti tecnologici (come sicurezza, accessi, comfort calore e raffreddamento, HVAC) ie “confrontarsi” con la platform di Navigator per il controllo dei consumi in un completo ecosistema tra tutti i componenti con il controllo di tutte le variabili in real time.

Per una lettura completa del progetto leggi anche il servizio Con la Smart Infrastructure verso un “Impatto Zero” in casa Siemens

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Mauro Bellini

Ha seguito la ideazione e il lancio di ESG360 e Agrifood.Tech di cui è attualmente Direttore Responsabile. Si occupa di innovazione digitale, di sostenibilità, ESG e agrifood e dei temi legati alla trasformazione industriale, energetica e sociale.

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