Si parla molto di “nuovo Rinascimento” e di opportunità legate al dopo Covid-19. Se sarà davvero un nuovo Rinascimento dipenderà unicamente da noi e da come saremo capaci di non tornare al business as usual e adottare nuovi paradigmi nei settori cruciali per la nostra società. In questo senso l’innovazione e la digitalizzazione costituiscono una grande opportunità in particolare per la logistica, che si trova ad affrontare la sempre più pressante competizione internazionale e un nuovo boom dell’e-commerce.
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Aumento dell’ecommerce e nuovi problemi di logistica
Uno studio Nielsen mostra che nella settimana compresa tra lunedì 24 febbraio e domenica 1 marzo i prodotti di largo consumo venduti online sono aumentati dell’81%, circa 30 punti percentuali in più rispetto alla settimana precedente. Inoltre, secondo NetComm, il 75% di chi ha comprato online nell’ultimo mese non lo aveva mai fatto prima. Si prevede quindi che questo trend possa continuare anche dopo l’emergenza e incidere in modo significativo sulla logistica, che dovrà accelerare il cambio di paradigma secondo il quale il cliente è al centro e in cui le parole chiave sono semplicità, velocità e flessibilità.
La semplicità di acquisto porta all’aumento delle spedizioni e contestualmente alla riduzione del loro peso e volume. Inoltre, l’esigenza di avere tempi di consegna ridotti (giorno, ore) porta, da un lato, alla difficoltà di ottimizzare il riempimento dei mezzi e, dall’altro lato, ad accorciare le distanze tra magazzini e cliente. I magazzini si moltiplicano e si spostano ai bordi e dentro le città, aumentando la pressione sull’uso del suolo e il valore delle aree. Inoltre, la diffusione della mentalità “anytime, anywhere, from any device” porta alla necessità di realizzare sistemi flessibili che integrano perfettamente spazi virtuali e fisici, in cui il cliente può comprare online e farsi consegnare in negozio (il “click & collect” è la seconda modalità di consegna preferita a livello globale dopo la home delivery, con il 50% delle preferenze; fonte Metapack, 2018) o richiedere la spedizione da un altro negozio nel caso in cui il prodotto non sia disponibile in quello in cui si è recato. Ciò richiede piccole spedizioni immediate all’interno delle città difficilmente ottimizzabili. Infine l’impatto dei resi è ormai significativo (il 43% degli acquirenti italiani effettua almeno un reso all’anno; fonte Statista, 2018) e richiede modalità di gestione intelligenti al fine di non produrre sposamenti aggiuntivi.
Questi elevati standard di servizio si scontrano con gli obiettivi di sostenibilità delle nostre città in termini di riduzione di traffico, sicurezza stradale, emissioni, consumi e uso del suolo e richiedono alle aziende di logistica di ripensare i propri sistemi per ottenere maggiore rapidità e flessibilità, mantenendo elevata efficienza e riducendo gli impatti ambientali.
Per affrontare questi problemi i fornitori di logistica si devono attrezzare al fine di innovare i propri processi.
Adottare soluzioni digitali nella supply chain
In primis è necessario acquisire maggiore visibilità dell’intero processo di distribuzione, che è diventato ancora più complesso. Per questo motivo è fondamentale adottare soluzioni digitali nella supply chain:
Internet of Things (IoT) per la gestione del magazzino, per l’ottimizzazione dell’uso degli asset, per la manutenzione predittiva;
blockchain per la digitalizzazione dei documenti, smart contract e per la tracciabilità dei prodotti; cloud per fruire di grandi potenze di calcolo senza investire in infrastruttura e control tower, ovvero hub che gestiscono e analizzano in modo integrato i dati raccolti lungo l’intera catena logistica per supportare tutti i processi.
Inoltre, l’intelligenza artificiale è ormai diventata un elemento chiave, ad esempio per la rilevazione automatica di anomalie e frodi, per la gestione predittiva della domanda e della capacità, per attivare servizi di logistica anticipatoria e per avere asset sempre più autonomi, che vedono, parlano, pensano e interagiscono tra loro per adattarsi al contesto e agire in modo più efficiente (swarm logistics).
Figura 2. Asset che vedono, parlano, pensano e interagiscono tra loro (fonte: DHL, 2018)
Queste innovazioni hanno un notevole impatto sul mercato del lavoro: da un lato aumenta la necessità di figure con un profilo più gestionale, tecnologico e dotate di grande flessibilità e apertura al cambiamento, mentre dall’altro lato si rischia di svalutare (anche economicamente) l’importanza dell’apporto umano nei processi. Inoltre non bisogna sottovalutare l’importanza del coinvolgimento dei lavoratori in fase di design dei nuovi sistemi, al fine di massimizzarne gli impatti e favorirne l’accettazione da parte di chi li userà.
Di particolare interesse per l’impatto che possono avere sul mercato del lavoro sono i sistemi di ausilio al lavoratore, che possono essere suddivisi tra robotica, agenti vocali (es. istruzioni via auricolare), realtà aumentata (es. visori per il training o per fornire informazioni e minimizzare gli errori) e potenziamenti bionici (es. esoscheletri). Nella robotica rientrano tutti i sistemi che apprendono, che rappresentano l’evoluzione dell’automazione già presente nell’industria (sistemi basati su regole), tra cui i cobot (cooperative robot), pensati per lavorare a stretto contatto con le persone, da cui vengono anche istruiti.
Oggi, però, la sfida maggiore è rappresentata dai sistemi di gestione dell’ultimo miglio, che devono raggiungere il giusto compromesso tra velocità e puntualità (nel traffico crescente), ottimizzazione (giusto mezzo per ogni carico) e sostenibilità ambientale (per rispettare o, meglio, anticipare le regolamentazioni imposte dai Comuni).
Una soluzione è rappresentata dall’impiego di micro-depositi e depositi mobili in città, spesso associati a cargo bikes per la consegna finale, perché più veloci nel traffico, adatte alle piccole spedizioni e non inquinanti.
Un’altra soluzione che si sta facendo strada è il crowdshipping, in cui domanda e offerta vengono messe in relazione tramite App. In questo caso il servizio di trasporto è on-demand e viene affidato a persone che si muovono per altri motivi e accettano di portare un pacco durante il proprio percorso o facendo piccole deviazioni. In realtà, queste persone sono spesso veri e propri operatori professionisti (es. UberCARGO, PiggyBee, Schlep) o non (es. Bellhops, che ha una rete di 8.000 studenti in USA) che si muovono appositamente, generando spesso trasporti poco ottimizzati e traffico aggiuntivo. Di conseguenza, questa innovazione, che fornisce grande flessibilità e prezzi bassi a chi acquista il servizio, è caratterizzata da impatti ambientali che richiedono di essere valutati attentamente.
Concludendo, tecnologie e innovazioni di processo consentono oggi di mettere in atto tutte le soluzioni necessarie affinché la logistica possa affrontare in modo efficiente, sicuro e sostenibile le nuove sfide che sono emerse e che emergeranno dopo l’emergenza coronavirus.
Bibliografia
- Casaleggio Associati, E-Commerce In Italia 2019, 2019
- DHL, Logistics Trend Radar, 2019
- DHL, Artificial intelligence in logistics, 2018
- Metapack, State of E-commerce delivery, 2018
- Osservatorio Contract Logistics, Tecnologia, organizzazione e competenze: la svolta per una Logistica 4.0, 2019
- Osservatorio Contract Logistics, Customer experience, startup e 4.0: la logistica spicca il volo, 2018
- Statista, The Return of the Package, 2018, https://www.statista.com/chart/16615/e-commerce-product-return-rate-in-europe/
- Transport Intelligence, Total Logistics 2019, 2019