E se un tablet fosse lo stendardo della rivoluzione digitale di cui necessitano le industrie? Qui entrano in gioco le digital company, che supportano attivamente le aziende in una logica “from vision to execution”, insegnando loro a cavalcare l’onda della trasformazione digitale.
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Industria 4.0: il quarto cambio di paradigma
La produzione intelligente è l’odierna tendenza dell’industria, a maggior ragione oggi che la pandemia ha reso strettamente necessario operare al passo della nuova tecnologia, ma cosa significa?
Il technological enabler di questo cambio di paradigma, ossia della trasformazione digitale, sono i sistemi ciberfisici, ossia i sistemi fisici strettamente interconnessi con i sistemi informatici che facilitano in questo modo controllo, comunicazione e interazione con il mondo circostante.
Ciò ha rivoluzionato non solo il settore protagonista di questo articolo ma anche la trasmissione dei dati e delle informazioni avvenuta fino a quel momento, grazie all’impiego delle tecnologie abilitanti come Cloud, artificial intelligence, augmented reality, big data analytics, IOT.
Il connubio tra industria e tecnologia auspica l’integrazione, l’interconnessione e la collaborazione tra le risorse fisiche e le risorse digitali, al fine di migliorare le condizioni di lavoro, efficientare i processi, incrementare la produttività fino alla possibilità di creare nuovi modelli di business. Si parla, dunque, di intelligent networking di macchine e dei processi industriali.
Trasformazione digitale, passare dalla carta ai tablet
Partendo dalle fondamenta, qualsiasi bene di proprietà di un’azienda può essere definito asset e, in quanto tale, può essere definito come il soggetto di tutte queste implementazioni. All’interno di uno stabilimento che produce etichette, ad esempio, i macchinari, le bobine di carta e così via rappresentano gli asset che innescano il flusso di produzione.
Nel processo di produzione di una giornata qualsiasi, il sorgere di un problema potrebbe rivelarsi un enorme grattacapo se la sua identificazione dipendesse da fogli di carta. Tutt’oggi, questo costituisce la comune quotidianità per molte aziende, qualunque sia il loro settore di appartenenza.
Fino a qui si è parlato di industria, ma quando entra in gioco la trasformazione digitale? L’industria della carta non è un mero riferimento esplicativo ma un reale smart success case. La digitalizzazione di un’importante azienda di questo specifico settore ha reso possibile la comunicazione degli asset aziendali con una serie di dispositivi in grado di gestire e tracciare l’operatività quotidiana all’interno dell’industria.
Per realizzare tale digitalizzazione, l’azienda, data la complessità dell’infrastruttura produttiva, ha necessitato della mappatura dei processi aziendali per meglio identificare le aree automatizzabili.
Solo successivamente, si è potuto procedere con la definizione del progetto di trasformazione digitale necessario per l’acquisizione del nuovo asset compliance Industria 4.0.
Una comunicazione bidirezionale
I nuovi macchinari produttivi, essendo così in grado di comunicare bidirezionalmente con il gestionale interno all’industria, consentono una chiara tracciabilità delle operazioni eseguite, tra cui le commesse. Come funziona esattamente?
Semplificando, il gestionale invia una commessa di lavorazione alla macchina di produzione che, non appena termina il lavoro, restituisce il numero di pezzi prodotti al gestionale per tracciare le successive fasi di commessa. Questo trasferimento di dati è possibile grazie a una soluzione software che, tramite protocolli di comunicazione, accetta e invia, aggrega e gestisce i servizi richiesti per poi restituirli in maniera strutturata verso l’esterno.
Concretamente, gli operatori non devono più operare con fogli di carta alla mano e aggiornare i fogli di calcolo ma, grazie a un dispositivo digitale portatile, sono in grado di interfacciarsi con il gestionale garantendo così la corretta tracciabilità delle operazioni eseguite. L’ID di una commessa di etichette, creata dall’ufficio tecnico e giunta al gestionale, è trasmessa e tracciata dalla macchina pertinente che ha cura di comunicare i dati al gestionale al termine delle operazioni, affinché quest’ultimo possa aggiornare le disponibilità degli asset.
Dunque, grazie all’adozione di una politica firmata Industria 4.0, il processo di produzione di una giornata qualsiasi può essere comodamente ed efficientemente gestito da un tablet.
Questa, nondimeno, è solo una delle potenziali implementazioni delle tecnologie abilitanti previste dalla quarta rivoluzione industriale. La comprensione delle incredibili potenzialità di questo progetto può portare a un follow up che integra l’analisi dei dati raccolti, grazie all’impiego dell’AI.
Qui si aprono le porte verso la previsione e la prevenzione. L’uso dell’AI, per svolgere accurate data analysis, fornirebbe rilevanti insights per il processo decisionale dell’azienda produttrice in merito alla previsione dei futuri scenari di produzione, all’ottimizzazione delle risorse e alla gestione efficiente degli asset. Ad esempio, in riferimento all’efficienza produttiva permessa dell’implementazione del gestionale, l’AI potrebbe ipoteticamente restituire indicazioni utili sulla gestione di più commesse contemporaneamente: “Queste due commesse sono simili. Se le svolgi insieme, si ottiene un risparmio in termini di tempo e di costi.”
Si renderebbero così possibili nuovi potenziali modelli di business che, non solo permetterebbero alle imprese di rimanere competitive, ma di rivoluzionare la loro realtà in prospettiva di una continua e progressiva crescita.
Trasformazione digitale e digital company, “from vision to execution”
Come accennato in precedenza, l’iter per innescare questo processo di digital transformation non è particolarmente agevole, poiché è costituito da differenti step che hanno lo scopo di verificare la credibilità, la fattibilità e l’implementazione del progetto presentato all’ente competente di riferimento. Invero, dal momento che i finanziamenti richiesti per l’acquisto degli asset possono coinvolgere somme di denaro considerevoli, la complessità dell’iter disincentiva le imprese che non risultano essere realmente motivate al cambiamento.
Per supportare le industrie in questo processo di svecchiamento delle loro attività, entrano in azione le digital company. L’obiettivo di una digital company è quello di accompagnare le imprese from vision to execution del loro progetto 4.0 non solo in merito agli aspetti più burocratici ma anche a quelli più high-tech.
Per quanto concerne i primi, i servizi di consulenza di cui le industrie possono usufruire sono inerenti all’identificazione degli individui competenti alla certificazione e validazione del progetto, della banca finanziatrice fino all’instaurazione di potenziali partnership di prodotti compliance Industria 4.0. Dal punto di vista tecnologico, invece, specialmente nel caso di difficoltà nel reperimento di un asset compatibile con i requisiti necessari all’erogazione del finanziamento, la digital company offre servizi di sviluppo software in grado di far comunicare i gestionali con le macchine.
Per giungere a questo risultato, innanzitutto, occorre avere una vision del progetto, della macchina di produzione e del gestionale interno all’azienda e, solo successivamente a questa fase di assessment, si può procedere allo studio e sviluppo di un software compatibile che può fungere da traduttore tra i due componenti.
Inoltre, in riferimento all’analisi dei dati raccolti citata in precedenza, la digital company sviluppa algoritmi di AI che, in linea con le esigenze di produrre insights richiesti dal contesto industriale, fornisce, quindi, strumenti d’avanguardia per l’elaborazione intelligente dei dati.
In sintesi, le digital company più avanzate vantano competenze tecnologiche e consulenziali che stanno sempre al passo del repentino cambiamento del mercato e che interessano le più rilevanti tecnologie abilitanti dell’Industria 4.0. Ciò le rende protagoniste in questo contesto contemporaneo e le più adatte a reggere l’importante carico di rivoluzionare il settore industriale affinché sia capace di evolvere autonomamente verso un futuro più moderno, dunque, digitale.
Quali benefici oltre agli incentivi
Dovendo prendere una decisione in grado di trasformare radicalmente la propria situazione as-is, è essenziale porsi una domanda: quali sono i benefici?
Al fine di incoraggiare un nuovo ordine delle cose, un ordine smart, anche in settori prettamente tradizionali, le istituzioni hanno tentato di ridurre il costo dell’innovazione per le industrie. Come? Tramite degli incentivi che consentono di rinnovare i processi aziendali produttivi alla luce delle nuove tecnologie.
Questi finanziamenti vengono erogati alle aziende attraverso un preciso e scrupoloso iter. Tuttavia, esse devono dimostrare di aver soddisfatto dei requisiti: difatti, la conditio sine qua non affinché l’industria possa tangibilmente rivoluzionarsi è che le aziende provino di essersi digitalizzate.
Tale meccanismo del progetto Industria 4.0 è probabilmente l’aspetto più noto alle imprese. Aspetto che, seppur economicamente accattivante, si posiziona in secondo piano rispetto alle reali potenzialità di intervento di questa politica nella qualità della vita industriale: in termini di dati, di macchine, di processi, di output e, in primo luogo, delle persone.
I finanziamenti, dunque, assumono unicamente il ruolo di acceleratori nella trasformazione digitale delle industrie, trasformazione il cui valore è facilmente e concretamente accertabile: le aziende che adottano questa strategia crescono più velocemente.
Tale crescita è possibile poiché l’integrazione tecnologica d’avanguardia in un contesto industriale consente un processo decisionale flessibile, intelligente e data-driven. La digitalizzazione dei sistemi permette di monitorare in tempo reale i processi e le risorse, dunque, di conseguire un risultato tanto straordinario quanto semplice: risalire tempestivamente ai problemi durante la produzione.
Perché, quindi, le aziende sono restie a cogliere questa opportunità?
L’attitudine psicologica spesso rinvenuta nelle industrie è insita in una sola riflessione: se non conosci l’informazione, non ti poni il problema.
Ad esempio, se non si conoscono i dati di consumo di un macchinario in una fabbrica, non si perde tempo a valutare un altro sistema, più digitale e più intelligente, e in quanto tale più produttivo, poiché non vi sono i mezzi per farlo. Difatti, un’azienda avrà difficoltà a reperire tali informazioni, prendere le relative decisioni e comprendere i reali benefici finché la sua operatività è registrata e gestita su fogli di calcolo non intelligenti.
Pertanto, i benefici resi dell’adozione di questa politica sono: efficientamento energetico ottenuto dal continuo monitoraggio degli asset, efficienza e agilità dei processi, velocità e produttività della linea di produzione, incremento dei profitti, migliore qualità della vita industriale e personale.
In realtà, occorre ben evidenziare che i vantaggi di questa visione d’avanguardia sono inseparabilmente connessi ai dati. L’efficace scambio di dati tra le risorse interconnesse e, conseguentemente, la loro elaborazione conduce a insight di valore e, potenzialmente, a nuove intuizioni di business
Conclusioni
I sistemi ciberfisici, in quanto abilitatori della quarta rivoluzione industriale, connettono le risorse digitali e fisiche di un’industria al fine di automatizzare ed efficientare i processi. Al giorno d’oggi, la pandemia ha incoraggiato le aziende a rinnovare la propria attività ma non solo, è anche priorità delle istituzioni erogare degli incentivi finalizzati alla trasformazione digitale della realtà industriale.
Le aziende, tuttavia, non sempre sono coscienti di queste opportunità e del percorso utile a sfruttarle, per tale ragione, le digital company meglio preparate si occupano di accompagnare le industrie passo dopo passo dalla burocrazia alla tecnologia affinché l’Industria 4.0 diventi realtà.
Articolo originariamente pubblicato il 04 Nov 2021