Industria 4.0, le donne saranno leader?

Pubblicato il 11 Lug 2018

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Il mondo del lavoro sta mutando, per influenza della digitalizzazione, in uno scenario nel quale la leadership femminile potrebbe trovare terreno più fertile. La riflessione “Quarta rivoluzione industriale: roba da donne?”, firmata da Martina Gianecchini, si può leggere sul nuovo numero di BellaFactory Focus, il magazine della Fondazione Ergo.

L’autrice cita gli studi di settore per ipotizzare come le qualità teoricamente attribuite al modo di far leadership delle donne, ritenuto più democratico e orientato alle persone, possano arrivare a imporsi nella quarta rivoluzione industriale. In particolare, la capacità relazionale che viene attribuita dagli studi alle donne, risulterebbe fondamentale in contesti organizzati e mutevoli dove è indispensabile la capacità di collaborare.

Allo stesso tempo, l’autrice evidenzia come tuttavia in alcuni settori le donne risultino ancora essere in minoranza. In particolare, riguardo a scienziate e ingegneri, la discrepanza di genere è evidente nell’high tech, nel manifatturiero tradizionale e nella manifattura evoluta. Al contrario, le donne hanno rilevanza nelle aziende che si occupano di servizi e servizi knowledge intensive.

La riflessione, supportata dai dati e dalle teorie, porta a domandarsi come sarà il mondo professionale del futuro, portando il lettore a immaginare situazioni differenti da quelle odierne e a infrangere gli stereotipi sul tema donne e lavoro.

Operai, investimenti e tecnologie, gli altri temi di BellaFactory

Un altro aspetto del mondo del lavoro viene affrontato da Daniele Marini, che racconta il suo libro “Fuori classe – Dal movimento operaio si lavori imprenditivi della quarta rivoluzione industriale”. L’autore analizza l’evoluzione della figura degli operai dalle origini, diventate quasi stereotipo della classe, fino ai ruoli ricoperti oggi.

La bassa produttività è invece al centro dell’articolo firmato da Stefania Spaziani, Lorenzo Patacchia e Silvia Scocca, che analizzano gli andamenti dei settori manifatturieri in Italia e nel contesto internazionale proponendo spunti di riflessione sulle cause alla base della situazione.

Un buon settore in cui investire, potrebbe essere quello della nautica da diporto: ne scrivono Roberta Caragnano e Giuseppe Danese, che raccontano le novità contenute nel Codice della nautica da diporto. Gli autori tracciano anche una previsione sul futuro del Distretto nautico di Puglia.

Innovazione e biomeccanica sono i temi trattati da Rachele Sessa che scrive di “Mate, l’esoscheletro Made in Italy che azzera la fatica”, di cui abbiamo parlato anche noi qui.

Buona lettura!

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Nicoletta Pisanu

Giornalista, collabora da anni con testate nazionali e locali. Laureata in Linguaggi dei Media e in Scienze sociali applicate all'Università Cattolica di Milano, è specializzata in cronaca.

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