“L’informatica sta entrando nella parte fisica delle cose e l’automazione, penetra in maniera prepotente nella parte software, ormai, non esiste più un pezzo di ferro che non abbia qualche istruzione software che lo renda funzionale”. Parte da questa riflessione Paolo Moro di Lab Network per spiegare la realtà dei maker e la trasformazione che sta affrontando per passare dal mondo “consumer” a quello delle imprese attraverso sfide, sempre più complesse, che possono nascere solo in contesti multiprofessionali, come quelli, appunto, dei “lab”.
La più affascinante di queste sfide, presentata nella sua versione 2.0 all’interno dell’area B&R durante la prossima edizione di Sps Italia, dal 22 al 24 maggio a Parma, è il “vitruvian game“, uno strumento che permette di provare in maniera molto realistica le sensazioni del volo con la tuta alare attraverso un movimento preciso e sicuro, regolato da un raffinatissimo controllo del moto realizzato con hardware e software B&R, che muove meccaniche di altissima qualità, realizzate da un artigianato esperto e competente, unendolo alla realtà virtuale e combinandolo con elettronica open source.
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La sfida: far dialogare imprese e laboratori
“Noi ci inventiamo delle sfide, da quelle banali alle più complesse, come in questo caso – spiega Moro – e proviamo a creare qualcosa di innovativo che non esiste. La nostra mission è, infatti, quella di divulgare la tecnologia innovativa nel mondo dell’impresa attraverso la digital transformation. Mettendo insieme tecnologie ben connotate, dall’informatica, al mobile, al social, fino alla tecnologia dei PLC, i controllori logici programmabili, e cercando di farle comunicare tra loro”.
La collaborazione con aziende fornitrici di tecnologia come B&R, votate all’innovazione e con spiccate competenze ingegneristiche, offre una marcia in più e permette alla realtà dei maker di cambiare passo, supportandoli nel loro ruolo di acceleratori nell’adozione di nuove soluzioni tecnologiche.
Per fare questo Lab Network si muove attraverso tre direzioni, la formazione, la creazione di prototipi aziendali, il marketing. “La nostra è un’azienda che aiuta, da un lato imprese a portare la tecnologia al proprio interno – prosegue Moro – e dall’altro i laboratori di innovazione digitale a far emergere le competenze. In pratica mettiamo a sistema quello che serve alle aziende e chi può offrire questi servizi”.
E proprio in questa direzione rientra la presenza a SPS Italia dove, insieme con B&R, nell’area Know How 4.0, sono state portate due imprese molti interessanti, Smart Meter, che ha partecipato alla realizzazione della Vitruvian Game 1.0 e ha deciso di trasformarlo da prototipo a prodotto vendibile con l’aggiunta di nuove funzionalità, e Busnet, una software house che porterà nello spazio arancio uno strato software sviluppato con protocollo OPC-UA per velocizzare la comunicazione tra macchine e cloud.
Vitruvian game, non solo un gioco ma il prototipo di “fabbrica intelligente”
L’idea, ancora una volta, è quella di fare qualcosa che prima non c’era e, in questo caso, la possibilità di provare il volo con la “tuta alare” mettendo nello stesso progetto un hardware “rinascimentale” – la forma della macchina riprende l’uomo vitruviano di Leonardo – con l’altissima tecnologia della realtà virtuale, ma anche l’uso di particolari giroscopi e di motori di alta precisione.
Grazie a questo l’utilizzatore può decidere autonomamente la propria direzione di volo mentre i parametri biometrici vengono acquisiti, analizzati e impiegati per modulare l’intensità della reazione del sistema ai comandi del pilota. Questo permette di offrire una grande naturalezza nella dinamica garantita dalle funzioni evolute di controllo di movimento presenti all’interno degli azionamenti B&R.
In questo modo lo strumento è in grado di reagire in modo precisissimo, in tempo reale, adattandosi alle condizioni dettate dai controlli del pilota e dalle informazioni biometriche. A questo si aggiunge la possibilità di tracciare e visualizzare, in remoto, tutto ciò che il pilota vede e questo permette di interagire con qualunque dispositivo attraverso piattaforme standard web.
Vitruvian Game, che è stato realizzato in circa 9 mesi, è stato prima laboratorio per l’ibridazione tra saper fare artigiano e nuove tecnologie, e ora è uno strumento per portare l’applicazione della realtà virtuale a numerosi ambiti di ricerca a cui collabora una intera squadra di innovatori in seno a Lab Network.
“Il primo prototipo era stato realizzato in modo abbastanza goliardico dalla nostra community – continua Moro – nella logica dell’open source, sia per quanto riguarda il software che l’hardware. Un’azienda, ora, ha deciso di rendere questo prototipo un prodotto vendibile e, quindi, a Parma arriveremo con un vitruvian game 2.0, dotato di alcune features in più, come l’aggiunta di un motore e di un altro asse, o applicazioni di realtà aumentata”.
La nuova “rivoluzione” digitale dell’artigianato
Nella realizzazione del Vitruvian Game c’è una forte componente artigianale di qualità. Tutta la parte della struttura metallica è stata, infatti, realizzata su misura da una carpenteria così come gli ingranaggi dei motori, che sono stati prima disegnati su carta e poi fresati, con torni che usano la tecnologia CNC ad alta precisione. Anche in questo caso, quindi, Vitruvian Game è diventato laboratorio per le imprese che, attraverso le nuove tecnologie possono raggiungere nuovi traguardi.
“L’artigianato moderno ormai è quello digitale – sottolinea Moro – e il percorso, è tracciato, come quando siamo passati dal cacciavite all’avvitatore. Il produttore di sedie o di porte continua a fare il suo lavoro, ma con strumenti moderni, come la stampante 3D o i torni CNC che permettono di fare pezzi con precisione al micron. Non si tratta di sostituire l’artigiano ma di dare strumenti moderni che rendono la qualità dei prodotti più alta, aumentano l’efficienza produttiva, ma anche quella energetica”.
Un nuovo cloud per fabbriche più “smart”
Alla fiera SPS di Parma Lab Network porterà anche un altro prodotto particolarmente innovativo realizzato da Busnet, una software house che sta costruendo una soluzione in cloud, interfacciata al campo tramite protocollo OPC-UA, che permette di velocizzare l’utilizzo dei dati dei motori e degli attuatori e rendere una fabbrica molto più semplice e rapida nell’analisi dei processi.
“Il problema che hanno le aziende è quello di collegare i motori on line – spiega Moro – e trasportare in uno strato cloud indipendente tutti i dati della produzione per gestirli e trasferire informazione all’interno dell’automazione. Portiamo uno strato software collaudato, che applichiamo al Vitruvian Game e, attraverso realtà virtuale e altre applicazioni, potremo verificare in tempo reale i giri del motore, la coppia, e tutta una serie di parametri che potremo leggere direttamente, mentre la persona gioca. E questo è anche un modo ‘figo’ per divertirsi e fare esperienza”.
“Insieme a B&R – conclude Moro – ci aspettiamo tanti curiosi ma anche tanti visitatori catturati dal Vitruvian Game, che ne intuiscano però anche le potenzialità in ottica IIoT e 4.0”.