Industria 4.0 – oggi diventato impresa 4.0 – è un piano “meritocratico e selettivo” perché, pur essendo neutrale sulle scelte concrete di investimento, premia tutte (e solo) le aziende che scelgono un’innovazione funzionale alla competitività del tessuto industriale italiano. Ne è convinto Stefano Firpo, Direttore della Direzione Generale per la Politica Industriale, la Competitività e le Pmi del Mise, intervistato da Luca Rossi in occasione del Connected Manufacturing Forum di Milano, convegno organizzato da Business International e Fiera Milano Media.
“Finora in Italia non solo abbiamo investito poco nelle cose importanti, ma abbiamo anche investito male. Oggi le imprese stanno utilizzando le misure previste dal piano, e questo sta avendo impatti positivi anche a livello macroeconomico”, ha sottolineato Firpo. Che però non nasconde le difficoltà.
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Il venture capital serve alle PMI
“Sul fronte della finanza innovativa e del venture capital siamo indietro, nonostante gli sforzi messi in piedi dal governo”, ha detto Firpo. Occorre fare di più e meglio. Va bene modernizzare il parco macchine, le fabbriche, digitalizzare, ma occorre anche modernizzare il mercato dei capitali, che deve essere più aperto al private equity e al venture capital. Solo così possiamo avere maggiore capacità di attrarre capitali internazionali e aiutare anche la nostra PMI”.
Verso l’impresa 4.0
Firpo ha poi parlato della formazione e delle competenze, tratto distintivo di Impresa 4.0. “Fin da subito – ha detto – questi due temi sono stati un pilastro del nostro piano, ma non ci sono dubbi che bisogna fare uno sforzo in più perché, negli ultimi anni, abbiamo accumulato un gap importante rispetto agli altri Paesi: durante la crisi non si è investito né in tecnologie né in competenze. Per questo stiamo provando a mettere una norma nella prossima legge di bilancio“.
Sui competence center, annunciati e mai partiti: “Il bando è al vaglio della corte dei conti, che dovrebbe esprimersi a giorni. A quel punto entro un paio di settimane sarà pubblicato”.
Incentivi strutturali e congiunturali
Il piano industria 4.0 – oggi impresa 4.0 – si compone di incentivi diversi: “Ci sono misure di incentivazione strutturale, come il credito di imposta per le spese in Ricerca e Sviluppo, che dura fino al 2020, o le norme sul patent box. Ma altre misure, come super e iperammortamento, hanno chiaramente un obbiettivo diverso, che è dare uno shock e fare uscire gli imprenditori dallo ‘sciopero degli investimenti’. E’ chiaro quindi che si tratta di misure congiunturali che non possono durare in eterno. Comunque, visti i risultati positivi conseguiti, nel 2018 ci saranno ancora superammortamento, seppur in misura minore, per il terzo anno, e iperammortamento”.