Le Smart factory sono protagoniste di un’evoluzione tecnologica, economica e sociale. È una sfida che richiede un cambiamento di mentalità e di approccio alla governance per comprenderne l’impatto sociale al livello puntuale e globale. La rivoluzione industriale digitale (Industria 4.0), i network della supply chain e le performance della fabbrica intelligente rappresentano solo un aspetto di questa evoluzione che richiede un’analisi più approfondita dei fattori etici. È noto da tempo, infatti, che le potenziali preoccupazioni sociali e la questione dell’accettazione pubblica dell’innovazione non dovrebbero essere lasciate fino al termine del processo di sviluppo tecnologico. Considerando la complessità che caratterizza il rapporto tra innovazione e sostenibilità sociale in ambito industriale, e le correlazioni richieste tra il mondo della ricerca, quello industriale e la sfera sociale, è opportuno introdurre il concetto di Ethics by Design (EdB), una caratterizzazione dell’innovazione responsabile, che può essere molto utile anche in ambito industriale. La sfida attuale è comprendere come possa essere integrata l’innovazione responsabile nelle pratiche e procedure industriali. Si può prendere spunto dalle parole di Klaus Schwab, fondatore e presidente esecutivo del World Economic Forum, nel suo libro del 2018 ‘Shaping the Fourth Industrial Revolution’, “[…]possiamo usare la quarta rivoluzione industriale per elevare l’umanità in una nuova coscienza collettiva e morale basata su un senso condiviso del futuro[…]”, in cui si richiede a tutti di assumere la responsabilità collettiva per un futuro in cui Innovazione e Tecnologia siano centrate sull’umanità e contribuiscano a servire l’interesse pubblico.
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Ethics by design, cos’è, come funziona
La EbD si concentra peculiarmente sull’anticipazione e sulla prevenzione di risultati eticamente inaccettabili che emergono dalle attività di ricerca e sviluppo e sull’incremento di risultati sostenibili, accettabili e desiderabili. Ciò viene fatto integrando l’etica nella progettazione e nello sviluppo invece di aggiungerla a singole fasi di sviluppo e industrializzazione, al fine di garantire che nuove soluzioni, tecnologie e innovazioni seguano le norme e i valori della società.
La EbD non deve essere intesa come un approccio limitante (i cosiddetti watchdog etici) che evidenzia solo i problemi dell’innovazione, ma è fonte di soluzioni sostenibili per l’intero ecosistema industriale. In questa maniera si riesce a coinvolgere il mondo della ricerca e quello sociale, in particolare gli utenti finali, nei processi di progettazione e sviluppo, creando strutture che supportino il processo decisionale etico e una metrica di valutazione che supporti i requisiti etici.
Perché proporre la Ethics by Design proprio adesso? L’affermarsi dell’economia digitale, dell’intelligenza artificiale e delle nanotecnologie, se non gestite in modo responsabile, potrebbe non riuscire a fornire i benefici attesi e peggiorare piuttosto che migliorare la nostra società. La stessa ‘Agenda 2030’ dell’ONU ribadisce con forza la necessità di bilanciare le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: la dimensione economica, quella sociale e quella ambientale, in quanto fattori indivisibili per una piena realizzazione dei diritti umani di tutti. In un momento di rivoluzione industriale, spinta da un’evoluzione distruttivo-creativa, l’approccio riflessivo, anticipatorio e multidisciplinare è necessario per identificare rischi a medio e lungo termine e cogliere le opportunità dell’innovazione stessa. Quindi, nel contesto dell’attuale globalizzazione, i concetti di responsabilità e di etica hanno assunto un valore strategico per il beneficio condiviso della società, dei cittadini e dell’industria.
Dalla Ethics by design alle pratiche industriali
Ma come si traduce questo in pratiche industriali? L’AIRI (Associazione Italiana per le Ricerca Industriale), nel suo report ‘Ricerca e Innovazione Responsabile in Italia – 2019) ribadisce come l’introduzione del principio di precauzione rende transitoriamente possibile lo sviluppo industriale di innovazioni i cui impatti non siano ancora pienamente definiti dal punto di vista scientifico. Questo principio è uno strumento dinamico che segue l’evoluzione del settore e periodicamente verifica che le condizioni di accettabilità siano continuamente assicurate. Gli aspetti etici possono essere tramutati in risultati di progettazione industriale attraverso processi di progettazione etica, questo è il motivo principale per cui la EbD dovrebbe essere utilizzata nei concept industriali, contemplando varie soluzioni e servizi basate sulle tecnologie e le loro applicazioni.
La legislazione e la standardizzazione dei processi industriali, a livello nazionale, internazionale e dell’Unione Europea, rivestono una parte importante per garantire prodotti, ambienti e servizi sicuri e affidabili, fornendo regole comuni per gli attori e definendo le richieste minime di attività e risultati di ricerca e innovazione. Tuttavia, la legislazione da sola non può garantire che i risultati della ricerca e gli effetti diretti e indiretti delle attività di innovazione intraprese siano eticamente accettabili e sostenibili. La EbD va oltre la legislazione incorporando il pensiero etico nei processi di progettazione e sviluppo al fine di produrre soluzioni che includano valori spendibili per gli utenti e per la società. Invece di chiedere “È legale farlo?“, dovremmo chiederci “È questa la direzione in cui vogliamo andare? Quali saranno gli effetti delle nostre azioni su individui, comunità e società e come possiamo ottenere i migliori risultati possibili?” L’ethics by design considera gli effetti e gli impatti potenziali sia negativi che positivi e concentra l’attenzione sulla ricerca delle migliori soluzioni possibili invece che limitarsi a segnalare solamente delle incongruenze sulle questioni etiche.
Trattando di tecnologie industriali emergenti, gli aspetti legali e regolamentativi sono spesso alla base della maggiore importanza che rivestono le considerazioni etiche. In molti casi, la legislazione vigente non riesce nemmeno a dare risposte dirette a questioni etiche poiché le questioni etiche dipendono dal contesto e sono uniche. Le leggi hanno lo scopo di stabilire regole comuni invece di offrire una guida per questioni specifiche e complesse, stabiliscono procedure per prevenire comportamenti non etici e rischi già identificati piuttosto che per offrire consigli etici, e anche se le leggi sono chiare, ciò non significa che siano necessariamente eticamente corrette. Questo è il motivo per cui la riflessione etica nel contesto dell’innovazione tecnologica è fondamentale. È necessaria soprattutto nei casi in cui il confine tra giusto e sbagliato, buono o cattivo, non è chiaro e gli svantaggi e i benefici sono in qualche modo intangibili e contraddittori. La natura complessa e irregolare delle questioni etiche nella ricerca e innovazione industriale è una conseguenza dei cambiamenti nei comportamenti delle persone, nelle relazioni socio-economiche, nei rapporti di potere tra le persone e nelle istituzioni e nei cambiamenti nell’ambiente. L’importanza dell’anticipazione di questi cambiamenti, dovuti all’innovazione, è chiara.
La Ethics by design dal punto di vista commerciale
Dal punto di vista commerciale, invece, è essenziale comprendere le esigenze legislative quando si sviluppano nuove tecnologie e innovazioni al fine di evitare sanzioni e garantire che i prodotti e servizi finali possano essere immessi sul mercato. Gli attori coinvolti nell’innovazione cercano inoltre un vantaggio competitivo prevedendo i cambiamenti nelle leggi e nei regolamenti al fine di ottenere una posizione di vantaggio precompetitivo. Tuttavia, soddisfare le richieste legislative non è sufficiente se i risultati non sono accettati e desiderati dalla società (ad esempio gli OMG). La EbD, in questo caso, è mirata a garantire il successo di nuovi prodotti e servizi perseguendo soluzioni ottimali con conseguenze negative minime per gli individui, le comunità, l’ambiente e la società. Ciò richiede una profonda comprensione dell’ambiente sociale, delle norme e dei valori delle persone (e in alcuni casi anche i valori e gli interessi in conflitto di diversi gruppi e parti interessate) e gli effetti che la propria attività può avere su di essi. Anche la previsione dei cambiamenti nelle norme e nei valori è essenziale per l’innovazione perché richiede tempo per essere implementata.
Dal punto di vista pratico, l’Ethics by Design rappresenta un approccio proattivo che si basa sul coinvolgimento e sul dialogo con le parti che sono direttamente o indirettamente interessate dalle attività e dai risultati della ricerca e dell’innovazione, per fornire risultati etici, innovativi e accettabili. Questo aspetto, però, non è nuovo: la partecipazione consapevole da parte della società ai processi innovativi messi in atto è una tendenza già visibile nell’ambito della ‘open innovation’, adottata da molte realtà industriali. Cosa dà in più la EbD? I vantaggi di prendere in considerazione l’etica e la responsabilità nell’innovazione di un ecosistema industriale risiedono nella flessibilità di applicazione del modello di cooperazione e di business, includendo prospettive e criteri legati alla responsabilità al fine di costruire l’ecosistema dell’innovazione industriale più sostenibile.
La flessibilità permette di risolvere il dualismo tra quadro legislativo ed etica. È importante utilizzare un approccio etico come strumento per comprendere le sfide che potrebbero essere rilevanti quando si sviluppano nuove soluzioni per scopi specifici: quella che all’inizio potrebbe sembrare una soluzione molto ragionevole potrebbe, alla fine, violare alcuni diritti umani fondamentali o escludere l’autonomia e la dignità degli utenti coinvolti. Questo aspetto deve essere assicurato dalla presenza di una struttura e una governance dell’intero processo di innovazione industriale, intervenendo nei casi in cui si verificano conseguenze impreviste o nuovi fattori compaiono nell’orizzonte di sviluppo di un ecosistema di innovazione. L’ecosistema industriale deve poter adeguare i piani di innovazione durante lo sviluppo e addirittura decidere di annullare l’intero processo per ragioni etiche non considerate o non viste all’inizio della fase di design.
A partire da questa dinamicità, frutto di trasparenza e apertura, può realizzarsi quel salto di qualità fondamentale per un’economia responsabile, che non sia una sfera astratta dalla società, ma che segua il ritmo delle sue ambizioni, dei suoi movimenti e dei suoi desideri.
La responsabilità sociale delle imprese (CSR)
Seguendo questo trend il concetto di sostenibilità e responsabilità sociale si è adeguato man mano a nuove richieste della società e all’ampliamento della definizione di impatto sociale, non più limitato ai soli fattori ambientali. La responsabilità sociale delle imprese (CSR) ha subito una progressiva razionalizzazione che ha comportato grandi cambiamenti organizzativi, normativi e sociali. Nell’ultimo decennio, l’analisi delle performance industriali è stata arricchita mediante l’introduzione delle tematiche di tipo sociale, tra cui il ruolo della forza lavoro e dei dipendenti come valori primari. La prima generazione di approcci per integrare le più ampie preoccupazioni sociali nello sviluppo e nella valutazione della tecnologia ha comportato l’attenzione a questioni etiche, legali e sociali, ponendo l’accento sui cosiddetti processi di ELSIficazione (ethical, legal and social implications, ELSI). Ma il concetto di responsabilità è strettamente correlato all’innovazione e alle sue potenzialità, perché ne rappresenta le prospettive etiche. L’interesse crescente in questa evoluzione, infatti, è ben visibile nei numerosi progetti interdisciplinari di ricerca e innovazione, che hanno fornito le basi per la definizione di nuovi ruoli manageriali e procedure negli ambienti di produzione e nell’ecosistema produttivo.
Questo è in linea con le linee guida per l’implementazione dell’innovazione responsabile, un concetto che si basa sull’importanza delle implicazioni sociali ed etiche emergenti nelle attività di ricerca e innovazione. Facendo leva sul ruolo di aspetti sociali ed etici, lo scopo dell’innovazione responsabile è quello di far emergere, per quanto possibile, eventuali aspetti sia positivi che negativi e anticipare le conseguenze, così da poter pianificare in maniera più equilibrata e consapevole gli interventi di innovazione per le generazioni future.
Crescita economica e competitività in ambito industriale
In ambito industriale, i fattori “crescita economica” e “competitività” rivestono un ruolo fondamentale, e l’innovazione responsabile dovrà allinearsi con gli stessi creatori di innovazione e i motori della crescita economica per raggiungere potenzialmente un vantaggio reciproco. L’introduzione di tale approccio è un passo molto importante, poiché amplia le prospettive e inizia a basare l’analisi su una collaborazione obbligatoria tra università, governo, imprese e società civile. Di conseguenza, risulta fondamentale considerare la sostenibilità su una scala più ampia rispetto alla singola smart factory e al singolo settore di riferimento, e iniziare a valutare le correlazioni tra le entità all’interno dell’ecosistema-industria intelligente tenendo in conto i fattori endogeni aziendali, i comportamenti degli stakeholders, i fattori ambientali e sociali.
La stessa tipologia di riflessioni è fatta anche nell’ambito del Report “The Next Production Revolution: Implications for Governments and Business” dell’OECD, dove si sottolinea l’importanza della capacità di tradurre rapidamente i progressi scientifici e tecnologici in innovazioni che generino benefici e valori, non solo per gli azionisti, ma anche per i cittadini e la società.
È chiaro come la sostenibilità e la responsabilità sociale, in un contesto di innovazione industriale, siano caratterizzate da correlazioni molteplici e complesse. Questo aspetto contrasta con gli attuali sistemi e gli strumenti di gestione aziendale forniti dalla CSR e messi in pratica dalle aziende, che hanno il limite di incentrarsi maggiormente sulle ultime fasi dello sviluppo del prodotto e del ciclo di vita, come la fabbricazione, l’uso o lo smaltimento, limitando le attività di ricerca e innovazione.
Conclusioni
L’attuale contesto politico e sociale fa pressione affinché si affrontino le opportunità che provengono da una serie di tecnologie emergenti – dall’intelligenza artificiale, alle biotecnologie, dai materiali avanzati all’informatica quantistica – che costituiscono nei fatti lo scenario tecnologico della quarta rivoluzione industriale e che provocheranno cambiamenti sempre più radicali nel nostro modo di vivere.
L’introduzione effettiva delle metodologie di innovazione responsabile consentirebbe di identificare in anticipo i bisogni, le preoccupazioni e le sfide sociali e aumentare la desiderabilità del prodotto e gli impatti sociali riducendo al minimo i cambiamenti nelle ultime fasi, quindi i costi. La stessa CSR può fornirne spunti utili sulle possibili vie per un’implementazione più semplice e pratica nel contesto industriale.