E-novia, una “fabbrica di imprese” per l’industria 4.0

La società milanese sviluppa idee che diventano società e startup. La sua specializzazione è nel settore dell’internet delle cose

Pubblicato il 07 Giu 2017

workplace


Si definiscono una fabbrica di imprese. Negli uffici della milanese E-novia non si montano ingranaggi, né si offrono scrivanie o spazi a chi abbia tra le mani una buona idea di business. Non è soltanto una società di consulenza, né corrisponde al modello dell’incubatore di startup. Per questo uno dei suoi fondatori e attuali titolari, Ivo Boniolo, preferisce la definizione di “enterprise factory”. Fabbrica di imprese. In E-novia si producono idee di business. La direttrice di sviluppo è chiara: cosa potrà servire alle aziende per competere sui mercati tra dieci o quindici anni? E-novia studia, sviluppa una serie di idea e trasforma la più convincente in una startup.

Trasferimento tecnologico

E-novia nasce nel 2012 da un gruppo di ricercatori e docenti del Politecnico di Milano: oltre a Boniolo, Sergio Savaresi, Vincenzo Russi e Cristiano Spelta. La sensibilità comune è che sia difficile trasferire in azienda l’innovazione tecnologica che nasce all’interno dell’università. “Gli incubatori di startup o gli acceleratori di imprese funzionano bene per gli studenti che vogliano diventare imprenditori”, osserva Boniolo. L’incubatore, inoltre, “è un’operazione più immobiliare, con l’affitto degli spazi e l’erogazione di servizi”, precisa il fondatore di E-novia. Per questo l’idea della fabbrica di imprese non decolla subito. I fondatori impiegano circa due anni per mettere a punto il modello di business.

Una casa di idee

Come funziona la fabbrica delle imprese? I 70 dipendenti di E-novia studiano l’andamento dei mercati, le innovazioni tecnologiche, le nuove abitudini di consumo. Analizzano i bisogni delle imprese, di cui sono consulenti, e dopo aver raccolto gli elementi, compongono il puzzle su cui concentrare la propria attenzione. A quel punto si scatena l’ideazione di potenziali progetti, che sono sottoposti al giudizio interno ed esterno per valutare se possono avere mercato. Alla fine si individuano le idee più meritevoli di diventare startup. “Al momento E-novia controlla o partecipa in 14 imprese. Compreso l’indotto, l’azienda dà lavoro a 160 persone – precisa Boniolo – e ha un giro d’affari di 7,5 milioni di euro”.

Manifattura e mobilità sono i due settori in cui più si concentra l’attività della società di Milano. “Abbiamo una società che fa progetti di robotica collaborativa e una che sta sviluppando sistemi di logistica aziendale con veicoli che si guidano da soli”, puntualizza l’imprenditore. Al momento solo una società è nata in joint venture con un’azienda a cui E-novia ha fatto consulenza, ma Boniolo anticipa che a fine mese, durante un incontro con gli investitori, “ne saranno presentate altre tre”. Internet delle cose, sensori intelligenti, wearable sono alcuni dei settori in cui operano le società nate dalle idee della “fabbrica”.

Contro-esodo

“Il 90% dei nostri dipendenti è composto da ingegneri. Di questi, circa la metà ha un PHD e una buona percentuale un MBA – osserva il cofondatore -. La nostra è la risposta milanese a chi dice che i cervelli fuggono”. Nel 2016 il gruppo ha chiuso con un fatturato di 3 milioni di euro ed entro la fine dell’anno le previsioni indicano una crescita fino a 4 milioni.

Valuta la qualità di questo articolo

Z
Luca Zorloni

Cronaca ed economia mi sono sembrate per anni mondi distanti dal mio futuro. E poi mi sono ritrovato cronista economico. Prima i fatti, poi le opinioni. Collaboro con Il Giorno e Wired e, da qualche mese, con Innovation Post.

email Seguimi su

Articoli correlati

Articolo 1 di 2