Dagli impianti faro ai nuovi impianti bandiera: ecco le prossime iniziative del Cluster Fabbrica Intelligente

Di che cosa si occupa il Cluster Fabbrica Intelligente? Quali sono i quattro Lighthouse Plant italiani e a che cosa servono? Ne abbiamo parlato con Luca Manuelli, presidente del Cluster Fabbrica Intelligente. Che ci ha anticipato anche la nascita di altri due impianti faro e di una serie di Flagship Plants, i nuovi impianti-bandiera. Ecco che cosa faranno.

Pubblicato il 11 Gen 2020

Futuristic factory & hands holding tablet


Competenze e tecnologie sono gli ingredienti necessari per innovare il Sistema Paese. Vere e proprie priorità, che non si possono trascurare se non si vuole ridurre l’Italia a uno Stato decadente e arretrato. In questo contesto operano i Cluster tecnologici nazionali: un network tra realtà pubbliche e private che si propone di accompagnare il tessuto produttivo italiano nella propria trasformazione verso una realtà tecnologicamente più avanzata, innovativa, digitale e sostenibile.

In pratica, i Cluster finanziano progetti utili a sviluppare competenze e tecnologie in aree individuate come strategiche. È il caso, ovviamente, dell’industria manifatturiera, cui sono rivolte le iniziative di ricerca del Cluster Fabbrica Intelligente, nato nel 2012 e presieduto oggi da Luca Manuelli, Chief Digital Officer di Ansaldo Energia, che ha raccontato a Innovation Post quali sono le prossime iniziative del Cluster: dall’aggiunta di altri due impianti faro (Lighthouse Plant) alla nascita dei nuovi impianti bandiera (Flagship Plant).

I 12 Cluster

In tutto, i Cluster tecnologici nazionali sono dodici: otto sono nati con decreto direttoriale del Ministero dell’istruzione nel 2014, mentre gli ambiti di applicazione degli altri quattro sono stati definiti nel 2016. I primi otto sono dedicati a

  • Aerospazio: gli obiettivi sono promozione e valorizzazione della ricerca tecnologica nel settore aero-spaziale, prestando attenzione soprattutto alle applicazioni in campo civile e agli impatti sulla società;
  • Agrifood: la ricerca è concentrata sull’individuazione di un know how mirato a produrre alimenti più genuini, sicuri e di qualità, limitando l’impatto ambientale;
  • Chimica verde: questo ambito si concentra sui processi di trasformazione delle biomasse sostenibili non alimentari per produrre energia;
  • Fabbrica intelligente: protagonista di questo ambito è l’industria 4.0. La ricerca è improntata a individuare le tecnologie adatte a spingere l’innovazione del Manifatturiero italiano, ridefinendo i processi industriali in chiave innovativa dalla produzione alla distribuzione.
  • Mezzi e sistemi per la mobilità di superficie terrestre e marina: il lavoro mira allo studio e alla realizzazione di mezzi di trasporto sostenibili e innovativi;
  • Scienze della Vita: l’innovazione viene applicata alla Sanità e alla cura delle persone;
  • Tecnologie per gli ambienti di vita: l’obiettivo finale è migliorare gli ambienti in cui si abita, rendendoli più comodi, salubri e sostenibili;
  • Tecnologie per le Smart Communities: la ricerca punta a risolvere i problemi delle città attraverso l’individuazione di soluzioni smart.

I quattro Cluster più recenti invece riguardano:

  • Energia
  • Economia del Mare
  • Tecnologie per il Patrimonio Culturale
  • Design, creatività e Made in Italy

L’obiettivo concreto è quello di finanziare progetti di sviluppo, inteso sia come creazione di nuove competenze che di tecnologie.

Il Cluster Fabbrica Intelligente

Il Cluster Fabbrica Intelligente (CFI) è stato creato nel 2012 e basa le proprie attività sull’area strategica dell’industria manifatturiera: “L’Italia rappresenta la seconda industria manifatturiera in Europa”, ricorda Manuelli, sottolineando l’obiettivo di “avere un ecosistema collaborativo che includa il mondo della ricerca, le università, le PMI e le grandi aziende”, tutti attori che possono favorire l’evoluzione tecnologica del comparto. Una pluralità di soggetti ben rappresentata in Fabbrica Intelligente: “Abbiamo circa trecento soci che appartengono a sette regioni che hanno formalmente aderito al Cluster designando enti di programmazione territoriale con un ruolo attivo nei cluster locali”. Le regioni che hanno aderito sono Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Marche, Emilia Romagna e Puglia. La missione è quella di essere una realtà inclusiva, in cui centri di ricerca, università e aziende possano collaborare: “Abbiamo circa duecento aziende, la maggior parte delle quali sono PMI. Un fattore interessante, perché sono molto attive nel mondo dell’innovazione tecnologica”.

Il Cluster inoltre contribuisce alla strategia nazionale di specializzazione intelligente e alla definizione della roadmap dell’innovazione tecnologica, fornendo indirizzi alle istituzioni su come scegliere le aree di investimento: “In occasione della stesura del PNR 2015-2020 abbiamo sviluppato una roadmap di innovazione nel manifatturiero che è stata recepita nel piano e che ha permesso un allineamento con il framework di Horizon 2020”, prosegue Manuelli, anticipando: “Abbiamo supportato il Miur nella nuova bozza del PNR 2021-2027 che dovrà includere aree di sviluppo allineate al progetto Horizon Europe, per generare le condizioni necessarie per beneficiare dei programmi di supporto finanziario”.

Luca Manuelli

Dagli impianti faro agli impianti bandiera

Con un’iniziativa avviata nel 2017, il Cluster Fabbrica Intelligente (allora presieduto da Gianluigi Viscardi) ha individuato quattro impianti produttivi che rappresentano esempi virtuosi di implementazione delle tecnologie di Industria 4.0: i Lighthouse Plant, impianti faro. Proprio come i fari guidano le navi nella tempesta, questi siti fanno luce su cosa significhi in concreto fare innovazione, rappresentando un esempio per le altre aziende. I quattro Lighthouse Plant, in ordine di nascita, sono Ansaldo Energia (Genova), Tenova/ORI Martin (Brescia) e Hitachi Rail (Reggio Calabria, Napoli e Pistoia) e ABB Italia (Dalmine, Frosinone e Santa Palomba) e oggi sono organizzati nel Lighthouse Plant Club.

Manuelli li ha descritti come “realtà operative che grazie agli investimenti in innovazione hanno potuto introdurre nuove tecnologie per migliorare la propria competitività” e che oggi sono dei dimostratori reali con compiti di promozione e diffusione, di modo che queste fabbriche diventino esempi di best practice e casi di studio.

La rete di Lighthouse plant non si fermerà però ai quattro attuali. “Nel corso del 2020 – contiamo di poterlo annunciare entro il primo trimestre – dovrebbe arrivare a finalizzazione la valutazione di due ulteriori progetti che porteranno a sei i Lighthouse plant attivi sul territorio nazionale”, dice Manuelli. E non è tutto: il Cluster ha presentato un piano strategico al Miur per portare i “fari” a essere una decina in tre anni.

Nella proposta fatta al Ministero c’è anche un’altra importante novità: ai Lighthouse Plant si dovrebbero affiancare i Flagship Plant, impianti bandiera, più piccoli degli impianti faro, con l’obiettivo di diventare punto di riferimento per le realtà imprenditoriali più contenute: “Gli impianti faro hanno assolto all’impegno di essere dei dimostratori, ma le PMI hanno logiche diverse rispetto alle grandi aziende”. L’idea è avere, a regime, “un network di un centinaio di impianti bandiera” di cui trenta o quaranta nei prossimi anni.

Importante in questo senso la sinergia con Confindustria che “in parallelo sta lanciando, tramite i Digital Innovation Hub, il format degli impianti vetrina, realtà innovative medie e piccole che si possono collegare agli impianti bandiera”.

Appuntamento a fine gennaio

Per parlare dei risultati ottenuti finora dal Cluster Fabbrica Intelligente e delle prospettive per il 2020 (e oltre), il 27 gennaio il CFI ha organizzato un evento presso l’aula magna della sede della Bovisa del Politecnico di Milano. L’incontro si intitola “L’ecosistema dell’innovazione tecnologica nel settore manifatturiero di fronte alle sfide del mercato globale” e ha l’obiettivo di promuovere i progetti del Cluster raccogliendo le necessità delle aziende e cogliendo le occasioni di collaborazione con gli stakeholder.

Il programma prevede una prima tavola rotonda intitolata “Dove sta andando l’innovazione tecnologica della manifattura italiana: le nuove sfide dell’ecosistema collaborativo scientifico nella trasformazione digitale” con Gianluigi Viscardi (CFI), Andrea Bianchi (Confindustria), Marco Taisch (Competence Center MADE), Emilio Campana (CNR), Marco Calabrò (MISE).

Seguirà una seconda tavola rotonda intitolata “Lo sviluppo dell’Open Innovation a supporto dell’innovazione dell’industria manifatturiera” con Fabrizio Sala (Vicepresidente Regione Lombardia), Alessandro Marini (CFI), Enrico Resmini (Fondo Nazionale Innovazione), Marco Gay (Confindustria Digitale), Vincenzo Russi (eNovia), Matteo Santoro (Camelot).

La terza tavola rotonda parlerà de “I Lighthouse Plant di prima generazione e la loro evoluzione a favore della filiera e delle PMI” con F. Oliva (Ansaldo Energia), F. Rinaldi (Hitachi Rail), F. Golinelli (ABB), E. Malfa (Tenova) e M. Zanferlin (Ori Martin), Fabrizio Gea (Confindustria), S. Silva Barradas (CDP).

Ultimo tavolo, prima della chiusura da parte del presidente Manuelli, sarà “La nuova roadmap dell’innovazione tecnologica ed il ruolo dei Pathfinder del CFI” con A. Pagliari (SAP) e F. Bonanni (Deloitte)

L’intervista

Valuta la qualità di questo articolo

P
Nicoletta Pisanu

Giornalista, collabora da anni con testate nazionali e locali. Laureata in Linguaggi dei Media e in Scienze sociali applicate all'Università Cattolica di Milano, è specializzata in cronaca.

email Seguimi su

Articoli correlati

Articolo 1 di 3