Conclusa la fase di negoziazione, che porterà all’erogazione di un contributo attorno ai 7 milioni di euro da parte del Ministero per lo Sviluppo Economico, il competence center Cyber 4.0 dedicato ai temi della sicurezza informatica potrebbe partire già in primavera. Capofila del partenariato è l’università La Sapienza di Roma.
Entro marzo, infatti, dovrebbe costituirsi il soggetto giuridico, in forma di associazione, tra gli enti e le imprese, 36 in tutto, che hanno partecipato come partner alla fondazione del competence center.
“Pensiamo di partire il prima possibile con la costituzione del soggetto giuridico – spiega Teodoro Valente, prorettore per la ricerca, l’innovazione e il trasferimento tecnologico dell’Università della Sapienza – realisticamente in primavera dovremmo riuscire a completare tutti gli adempimenti formali. A quel punto potremo iniziare a lavorare insieme a tutti i soggetti per iniziare l’attività del centro”.
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Cybersecurity, ma anche spazio, automotive e salute
L’idea che ha guidato i soggetti promotori del competence center del centro Italia è quello di sviscerare tutte le questioni relative alla cybersecurity, che sarà il tema principale del centro, ma allargandosi anche ad altre tematiche che sono strettamente connesse a questo tema e sulle quali saranno focalizzate alcune delle attività del competence center.
“In maniera integrativa ma non sostitutiva – spiega Valente – abbiamo anche altre tre specializzazioni, in aggiunta al tema di carattere generale. E se la cybersecurity è il tema orizzontale, abbiamo anche la sicurezza per lo spazio, per l’automotive e per l’E-Health, la salute elettronica, sempre in termini della tutela, della trasmissione e dello stoccaggio dei dati, che sono, di fatto, trasversali”. La compagine del centro, quindi, è stata costituita per rispondere a questa duplice esigenza, quella di carattere orizzontale e le tre di carattere verticale. “Per questo tra i partner, si trovano, ad esempio, Leonardo, Telespazio e Thales Alenia Spazio, che daranno un contributo nell’ambito della cyber per le applicazioni spaziali”.
Dalla guida autonoma alla salute, ecco perché proteggere i dati
La scelta del Competence Center, quindi, è stata quella di dare grande attenzione a un settore, come quello della sicurezza dei dati che, con l’evolversi delle nuove tecnologie, diventerà sempre più strategico. “Proviamo a pensare alla guida assistita, o all’auto senza conducente, – spiega Valente – per comprendere che è una cosa importante. Una volta delegato a sistemi informatici di alto livello anche l’assunzione di alcune decisioni importanti, come la marcia e il controllo dell’autoveicolo, bisogna essere certi che quei dati non siano oggetto di attacco e che, quindi, possano risultare in comandi errati”.
La stessa cosa vale, ovviamente, anche per la parte relativa alla salute e alla gestione dei dati sensibili del paziente in caso di esperienze legate alla medicina elettronica. “Se pensiamo a tutte le terapie personalizzate – prosegue – che possano prevedere un contatto a distanza, sia in termini di scambi di dati che di terapia stessa, risulta evidente che tutto ciò, anche per una questione di privacy deve essere protetto in maniera adeguata”.
Formazione e ricerca a 360 gradi
Tra le peculiarità del competence center c’è, ovviamente, quella relativa alla formazione e ai servizi alle imprese. “Attività che sono previste a vari livelli di esigenza – sottolinea Valente – sia per quanto riguarda la parte formativo–divulgativa che per quella più specifica relativa a formazione figure professionali specializzate. Il tutto in stretta collaborazione con i Digital Innovation Hub, con i quali abbiamo già stretto accordi di collaborazione, ma con la massima apertura a sottoscriverne di nuovi con altri hub di innovazione digitale a livello nazionale”.
A questo si aggiunge tutta l’attività relativa ai progetti di ricerca che sono previsti dalla misura, assieme alla formazione. “Il centro predisporrà delle call a evidenza pubblica per il supporto ad attività progettuali – spiega Valente – Abbiamo pre individuato alcune aree tematiche su cui, in maniera scadenzata nel tempo, attivare progetti di ricerca e sviluppo. Per la parte centrale, la cybersecurity in senso stretto, parliamo di 6 progetti mentre abbiamo individuato tre filoni per ciascuno dei tre pilastri verticali. Call che saranno aperte anche ad imprese che non fanno parte del competence center ma che saranno gestite e selezionate dal centro di competenza”.
Alla Sapienza l’hub centrale, ma sedi in tutta italia
La struttura del competence center sarà snella e coinvolgerà, in questa prima fase, almeno un centinaio tra docenti ricercatori e personale. Una struttura che avrà una sua sede centrale, a Roma, ma che prevede, ovviamente, ramificazioni su tutto il territorio nazionale. “La sede principale – conclude Valente – sarà dentro la nostra Università. Noi dobbiamo offrire un servizio e svolgere attività livello nazionale e, quindi, abbiamo pensato ad una struttura ad hub. Il nodo centrale sarà in Sapienza, ma , verranno utilizzate anche tutte le localizzazioni decentrate rispetto a Roma dei partner partecipanti poiché le attività sono a supporto di tutti gli attori operanti nel territorio nazionale”.