Un vero e proprio manufacturing journey: questo il senso ultimo dell’incontro organizzato presso Microsoft House e realizzato dalla nostra testata in collaborazione con Cluster Reply, Forge Reply e la stessa Microsoft.
Un evento pensato con l’obiettivo di comprendere quali siano le sfide, le opportunità e i casi d’uso già sviluppati di quella che viene ormai definita la fabbrica digitale. Una fabbrica nella quale il dato assume un ruolo da protagonista.
Lo ha sottolineato, in apertura di incontro, Marco Perona, docente dell’Università di Brescia e responsabile del Laboratorio RISE – Research and Innovation for Smart Enterprises della stessa università: “I dati crescono in termini di numerosità: sono sempre più presenti nelle imprese anche quantitativamente, sempre più precisi e tempestivi qualitativamente. In questo gioca anche il fatto che è sempre più economico raccoglierli. Ma non basta. Secondo una recente ricerca di McKinsey, solo il 20-30% dei dati raccolti produce realmente valore”. Ecco che la vera sfida non è tanto nella produzione dei dati o nella loro gestione, quanto nella capacità di trasformarli in “risultati”.
Un dato preoccupante, che trova riscontro anche in una recente analisi condotta da RISE, dalla quale emerge come “solo il 40% delle imprese ha delle conoscenze buone o approfondite sulla tecnologia principale per generare informazioni e più del 70% delle imprese dichiara di non sapere niente e poco delle tecnologie di Big Data e Advanced Analytics”.
C’è dunque una criticità non da poco da superare: è difficile mettere a valore i dati. “Non basta raccoglierli – ribadisce Perona -. Occorre gestire il ciclo di vita del dato, memorizzarlo, accrescerlo, trasformarlo. Il dato va aggregato, confrontato, segmentato e quindi occorre passare dal dato all’informazione e poi dall’informazione alla conoscenza. Il dato va condiviso per poterlo valorizzare, con i dipendenti, i fornitori, i clienti, i partner. Va però anche protetto”.
Indice degli argomenti
A cosa servono i dati nel manifatturiero e quanto è importante la qualità del dato?
Per Marco Perona non vi sono dubbi: in azienda i dati servono per rendere i processi efficienti ed efficaci o per abilitare nuovi modelli di business, legati ad esempio ai temi, di crescente attualità e importanza, della servitizzazione.
Ma di nuovo bisogna stare attenti all’approccio: non basta dotarsi delle migliori tecnologie. “Bisogna partire dalle decisioni di business, capire quale conoscenza informa queste decisioni e plasmare i processi di modo che producano esattamente quei dati, con quella aggregazione, con quella granularità che serve”.
Sui dati e sul loro ruolo nell’abilitazione dei processi di trasformazione del mondo manifatturiero si sofferma anche Andrea Reghelin, Associate Partner presso P4I, Practice Audit & Control Digital360, partendo da un assioma solo apparente: “Uno degli aspetti fondamentali quando si sviluppa un prodotto o un servizio connesso, nati cioè per raccogliere ed elaborare le informazioni, è che non tutti i dati sono uguali. Ci sono informazioni regolamentate, che non possono essere raccolte senza tener conto degli aspetti normativi che le riguardano”.
Non è una questione banale. Non basta scegliere di “anonimizzare i dati”: elaborando i dati in modo anonimo si perde ad esempio la correlazione tra dato e la persona a cui appartiene, e questo potrebbe mettere in discussione la qualità delle evidenze successive. Se invece si mantiene la correlazione tra dato e persona fisica, si entra nella gestione dei dati personali, con tutte le conseguenze del caso.
“Per questo motivo, nel momento in cui si pensa allo sviluppo di un prodotto o di un servizio connessi, bisogna domandarsi: che tipo di informazioni sto andando a trattare rispetto al servizio che voglio implementare? Bisogna avere piena consapevolezza del fatto che vi sono informazioni che devono essere protette per legge, come i dati personali, e che impongono obblighi in capo a chi li raccoglie e gestisce e che vi sono informazioni che vanno comunque protette, perché attinenti al patrimonio dell’azienda come i segreti industriali, cui si associa anche un valore economico”.
L’importanza per il manifatturiero di un approccio by design
Secondo Reghelin, dunque, tanto più ci si muove verso prodotti e soluzioni innovativi, basati sulla raccolta, il monitoraggio e l’analisi di grandi quantità di dati, tanto più è necessario che fin dall’inizio della loro progettazione si considerino i vincoli normativi da rispettare, sia per quanto riguarda chi ha la titolarità del dato, sia per chi si trova a trattarlo nell’ambito di un servizio.
Un approccio by design che tocca anche tutti gli aspetti di sicurezza: “Devo valutare quali sono i rischi che incombono sui dati non solo in ottica di protezione dalla perdita, ma delle conseguenze per gli interessati nel caso di perdita di integrità e riservatezza. È in base a queste considerazioni che si potrà adottare il livello di sicurezza più adeguato”.
Il manifatturiero che cambia con i prodotti connessi
Il riferimento alla servitization, portato sia da Marco Perona sia da Andrea Reghelin non è naturalmente casuale.
Le nuove prospettive nello sviluppo di prodotti e servizi sono centrali nelle strategie di Cluster Reply e di Forge Reply.
Spiega Sergio Artuso, Partner di Cluster Reply: “Grazie ai sensori noi possiamo essere costantemente in contatto con i prodotti, possiamo conoscerli, gestirli, analizzarne la vita e i comportamenti. Attraverso i dati che si raccolgono dai sensori è possibile stabilire una relazione anche con il cliente che interagisce con il prodotto. Una prospettiva nuova, che permette ai costruttori di arricchire i prodotti stessi con nuovi servizi che il cliente desidera, che chiede spontaneamente o che addirittura si deducono dall’analisi delle modalità di utilizzo. È qui che nasce quella che chiamiamo servitizzazione, ovvero dal momento in cui si può non più vendere il prodotto fisico, ma il servizio abilitato dal prodotto fisico”.
In questo scenario, prosegue a sua volta Piero Vicari, Partner di Cluster Reply, una realtà come Cluster gioca un ruolo a 360°, dall’ideazione all’assessment, dallo sviluppo della soluzione alla sua implementazione. “Attraverso la nostra IoT Digital Platform siamo in grado di assistere i nostri clienti nello sviluppo dell’intero ciclo di vita del progetto, non solo non solo dal punto di vista tecnologico, ma in tutta la fase di definizione e analisi, gestendo in toto anche la connettività e la sicurezza dei device, garantendo stabilità e qualità infrastrutturale. La nostra è una piattaforma scalabile e resiliente al possibile fallimento”.
Il valore della Mixed Reality per il manifatturiero
In uno scenario di completa trasformazione, come quello sin qui descritto, le tecnologie tradizionali non bastano.
Entrano in gioco una serie di tecnologie innovative, in grado di abilitare, per l’appunto, nuovi livelli di servizio, arricchendo i prodotti stessi di contenuti nuovi.
Come la Mixed Reality.
E di Mixed Reality si è parlato molto nel corso dell’incontro, in particolare con Roberto Del Ponte, Senior Manager di Forge Reply, che ha accompagnato i presenti attraverso una sessione ricca di spunti e di esempi pratici, sviluppati anche attraverso demo live.
“Con Mixed Reality intendiamo la possibilità di aggiungere ad un ambiente fisico delle informazioni digitali”, ha esordito, spiegando che si tratta, di fatto, di posizionare informazioni testuali ancorate ad un oggetto fisico.
Nel mondo produttivo e manifatturiero, due sono gli scenari nei quali la Mixed Reality esprime maggior valore: “In primo luogo l’assistenza manualistica per l’utilizzo autonomo di un apparato. I visori leggono in tempo reale le operazioni di manutenzione e montaggio, che l’operaio o l’addetto di linea deve eseguire. In secondo luogo, l’assistenza remota: per il manutentore significa poter disporre di un assistente virtuale che visualizza tramite una telecamera cosa sta facendo, gli offre informazioni aggiuntive e lo guida nelle operazioni sul campo, riducendo le tempistiche di intervento”.
Per Roberto Del Ponte è importante aver chiaro in mente che si tratta di un vero cambio di paradigma rispetto allo svolgimento di determinate mansioni.
“Significa che anche il personale meno preparato è in grado, grazie all’assistenza remota, svolgere attività che normalmente non farebbe. Nel caso di un guasto sulla linea, è possibile iniziare le operazioni di diagnostica per massimizzare le tempistiche, gli spostamenti, le disponibilità”.
Non stiamo parlando di uno scenario futuribile, ma di qualcosa che già c’è ed è concretamente già realizzato.
Per questo motivo, tra le tappe del “viaggio” alla scoperta della fabbrica digitale è stata prevista una visita al Microsoft Manufacturing Experience Center, l’ambiente creato all’interno della Microsoft House, dedicato all’esperienza tecnologica nello specifico nel mondo manifatturiero, di cui abbiamo parlato diffusamente in questo servizio, oltre a una sessione demo nella quale sono state mostrate le potenzialità che nascono dall’utilizzo degli Hololens.
“Come Cluster Reply e Forge Reply – spiegano Artusi e Del Ponte – abbiamo sviluppato una soluzione, anzi una piattaforma, per la creazione di istruzioni per ambienti di realtà mista e aumentata. Lo abbiamo fatto con una attenzione a due aspetti specifici: l’interoperabilità verso terzi e la possibilità di utilizzare direttamente in azienda lo strumenti di authoring. Sono questi aspetti che abbattono le barriere d’ingresso più significative e che finora hanno rallentato la diffusione di queste tecnologie nelle imprese”.
Lo use case presentato da Cluster Reply e Forge Reply è un ottimo esempio di come la vera Mixed Reality abbia bisogno di un supporto informativo solido e coerente: Microsoft Dynamics 365, per sfruttare appieno il patrimonio informativo presente in azienda e per la gestione ottimale di flussi e processi, e Microsoft Dynamics 365 Guides per accelerare e sostenere lo sviluppo di competenze interne all’azienda.
“Tutto questo – concludono i due manager – apre prospettive del tutto nuove in settori come ad esempio il Field Service”.
Esperienze e opinioni a confronto sull’innovazione digitale per il manifatturiero
Riccardo Salierno, CIO Sapio
In un momento di profonda trasformazione, grazie alla digitalizzazione, Sapio ha intrapreso due percorsi differenti in funzione del mercato di riferimento. Per il mercato di destinazione degli artigiani (in particolare il mondo dei carrozzieri e dei saldatori), che non dispongono di un buyer o di un ufficio acquisti, Sapio ha sviluppato un servizio in chiave smart, progettato sullo studio delle loro esigenze. È stato infatti constatato che quando nella realtà delle attività quotidiane ci si conto che la bombola è quasi alla fine, in genere non si è nella condizione di passare in ufficio a emettere un ordine o chiedere a qualcuno di farlo. Per questo, è stato sviluppato un servizio che si colloca nel solco della logica che aveva utilizzato Amazon a suo tempo con la formula del “dash button”. In questo caso si tratta di un pulsante Sapio, un “Sapio Buttin”, per l’appunto, che utilizza la connettività industriale. Il cliente deve solo premerlo per attivare due tipologie di azione: un ordine già completo, oppure una richiesta d’ordine che deve solo essere validata dal responsabile acquisti.
“Siamo partiti dalla considerazione che il nostro prodotto è una sorta di commodity, e che la differenza è rappresentata dalla qualità del servizio e naturalmente dal prezzo. Nel contempo, per noi mandare un furgone per consegnare una sola bombola non conviene: per questo, quando le richieste ci arrivano con poco anticipo, siamo costretti ad applicare un sovraccarico per l’urgenza. Con il dash button, che abbiamo dato in via sperimentale a 50 clienti, chiudiamo l’ultimo miglio, ovvero contribuiamo a risolvere anche quel gap che c’è tra la persona operativa sul campo e il responsabile dell’acquisto”.
Il secondo mercato indirizzato è quello degli ospedali o delle grandi aziende dell’agroalimentare per le quali Sapio fornisce liquidi e gas. Grazie alla telemetria, la società monitora il livello di riempimento del serbatoio, in modo tale da garantire che non vi sia interruzione di servizio o di produzione. Occorre a questo proposito tenere conto che trattandosi di prodotti che sono soggetti a regole specifiche e leggi per il trasporto, in particolare sia per quanto riguarda l’attraversamento dei centri abitati, sia per quanto riguarda i giorni di divieto (non è consentito il trasporto nel fine settimana), bisogna anche parlare di gestione logistica avanzata, che rappresenta un ulteriore valore aggiunto per questo servizio. In questo caso, Sapio supporta la propria operatività con telemetria e con l’utilizzo di App accessibili anche ai suoi clienti che con questo strumento sono nella condizione di fornire informazioni sui loro bisogni in modo preciso.
Davide Gindro, CIO Inpeco
L’azienda è in una fase di accelerazione sui temi dell’automazione di fabbrica. Nello specifico sta realizzando un magazzino automatizzato, nel quale saranno presenti AGV (Automated Guided Vehicle nella forma di carrelli automatici) e un robot collaborativo per il trasporto dei pallet di provette, con utilizzo di tecnologie RFID per l’identificazione e la tracciabilità. Peraltro in azienda sono da tempo avviati progetti di connessione di fabbrica: macchine connesse con router a bordo. “Tra i nostri temi primari c’è la comprensione delle regole di ingaggio sulle catene di fornitura. Lavoriamo tantissimo sul tema della gestione dei dati e della loro riservatezza, per questo noi parliamo di privacy by design”.
C’è poi molto interesse per il tema Mixed Reality: “Ci piacerebbe considerarla come parte integrante dei nostri sistemi, proprio per guidare con la massima precisione l’operatore anche nella fase di intervento o manutenzione”.
Silvestro Carlucci, Manufacturing Engineering Group Coordinator, Comer Industries
C’è molto interesse per le tematiche che permettono di dare vita a soluzioni di manutenzione predittiva, di remote assistence, di automazione di fabbrica con Internet of Things, e di interconnessione sia di tipo orizzontale, sia in prospettiva verticale. C’è anche molta attenzione alle prospettive legate a sistemi diversi con logiche di open data.
“Guardiamo con altrettanta attenzione alle tematiche di innovazione e servitizzazione. Prima ancora di parlare di Industria 4.0, nel nostro caso siamo partiti dal lean manufacturing. All’Industry 4.0 ci siamo avvicinati con l’obiettivo di migliorare le nostre performance. Adesso guardiamo alla servitization”.
Edoardo Anzani, COO, Poliform
Poliform in questo senso sta implementando vari tasselli del 4.0 con grande attenzione alle logiche specifiche del nostro settore. In generale in Italia c’è purtroppo ancora poca conoscenza delle prospettive e delle opportunità dell’Industria 4.0 e occorre analizzare con attenzione tutte le declinazioni e le soluzioni.
“Siamo in particolare in una fase di importanti cambiamenti interni, dove stiamo introducendo nuovi macchinari in azienda, ma soprattutto stiamo studiando con attenzione le dinamiche del mercato che si muove con dinamiche sempre più veloci: noi che presentiamo qualcosa come 4 linee all’anno, abbiamo bisogno di un numero crescente di dati per tenere il passo con questa velocità”.
Anzani sottolinea anche un importante cambio di mentalità sull’utilizzo dei dati, che include anche i feedback sui prodotti da parte dei clienti. “Ho osservato come altri mercati, in particolare quello del food, sono molto reattivi e sanno riorganizzare i loro flussi e i loro processi in funzione delle informazioni che hanno a disposizione: ad esempio a fronte di determinati volumi di consegna di food, si preparano già banchi frigo o camion frigo in grado di gestire il ciclo del freddo senza soluzione di continuità”.
In questo senso c’è molto interesse a tutti i temi dell’interconnessione delle macchine sulle linee di produzione. Una attenzione che si deve estendere anche alle tematiche della privacy e della sicurezza per affrontare tutte le situazioni. “Quando la macchina industriale viene da fornitori esteri, ad esempio, spesso non è nella condizione di gestire in modo nativo i dati in chiave GDPR e questo può rappresentare un problema in termini di sicurezza”.
Lorenzo Anzola, Corporate IT Director, Mapei
Uno dei temi caldi è certamente quello della manutenzione e delle soluzioni che permettono di disporre di dati e informazioni precise sullo stato di salute della macchine e sul loro comportamento. Grazie a questi dati e alla possibilità di applicare misure preventive plasmate sul comportamento delle macchine stesse rappresenta una soluzione che è in grado di incidere direttamente sul business. E rappresenta un esempio molto concreto di collaborazione e integrazione tra IT e OT.
Sempre nella prospettiva della manutenzione e della conoscenza dei sistemi e degli impianti la Mixed Reality rappresenta una strada in grado di cambiare le logiche stesse di analisi e di intervento a sua volta con nuovi grandi benefici.
Carlo Stupazzini, IT Manager, Cimbali
Cimbali ha già da tempo prodotti connessi e lavora soprattutto sui temi legati ai dati e al loro utilizzo alla loro trasformazione in valore per l’impresa, ma senza perdere di vista privacy e sicurezza? Nello stesso tempo per quanto riguarda la gestione delle macchine la prospettiva è in particolare legata alla manutenzione predittiva, ovvero all’utilizzo della conoscenza che arriva dai dati, dal comporanto delle macchine, dal loro utilizzo e dal contesto nel quale sono collocate.
Davide Poletti, Digital Development Manager, Ocme
Il tema delle macchine connesse sta aprendo scenari assolutamente nuovi in termini di cambiamento di modelli di business e di competenze. “La nostra azienda è in una fase di maturazione su tutte queste tematiche e sta lavorando su diverse progettualità. Oltre a topic chiave come manutenzione predittiva e assistenza da remoto, uno dei nostri focus è il dato e la sicurezza, un grande lavoro sul grado di maturità dei nostri clienti in termi di formazione sui prodotti e sull’utilizzo dei dati, sulle normative. Poletti considera il tema della gestione dei dati così importante e basilare nel rapporto con i clienti che negli stessi contratti di fornitura ci dovrebbe essere una voce che riguarda i temi della governance di dati, anche dal punto di vista legale e contrattualistico”.
L’azienda ha da tempo avviato esperienze a livello di Mixed Reality con gli Hololens hanno sviluppato esperienze, in particolare per alcuni progetti in ambito manutentivo.
Roberto SANGUINI, Technology Innovation Manager, Leonardo Elicotteri
Grande attenzione alle nuove modalità per attuare e sviluppare forme di training multimediale e alla simulazione. Attenzione anche ai temi dell’innovazione a livello di manutenzione e di nuove forme di supporto ai clienti In particolare, la Mixed Reality permette di aprire e percorrere nuove strade in prodotti complessi ad altissimo livello di sofisticazione e di sicurezza come gli elicotteri. Peraltro per Leonardo c’è un forte focus sul post-vendita e sulle attività che vanno ad arricchire l’esperienza utente e la qualità dei prodotti e in questo ambito si colloca anche lo sviluppo di soluzioni basate sull’Internet of Things e sui dati che arrivano dalla sensoristica.