Industria 4.0, la maggior parte delle aziende europee è ancora ai blocchi di partenza

Un sondaggio europeo realizzato da YouGov per conto dell’istituto di ricerca Handelsblatt e TeamViewer rileva che la maggior parte delle aziende europee è ancora ai blocchi di partenza per quanto riguarda l’Industria 4.0. Meno di un’azienda su quattro infatti ha iniziato la trasformazione digitale dei reparti produttivi, mentre la metà delle aziende non ha nemmeno iniziato a delineare una strategia o una roadmap al riguardo. 

Pubblicato il 30 Mar 2022

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Nonostante si parli da oltre dieci anni di Industria 4.0, il passaggio verso questo paradigma da parte delle aziende europee è ancora all’inizio: è quanto evidenzia un sondaggio su 1.452 decision-maker in dieci paesi europei, tra cui l’Italia, condotto dall’istituto di ricerche di mercato YouGov per conto dell’istituto di ricerca Handelsblatt e TeamViewer.

Dal sondaggio emerge che soltanto il 23% del campione ha iniziato la trasformazione digitale dei reparti produttivi. Inoltre, oltre la metà delle aziende non ha nemmeno iniziato a delineare una strategia o una roadmap al riguardo.

Per la maggior parte dei decision-maker intervistati, l’Industria 4.0 si traduce in un approccio multidimensionale alla digitalizzazione delle loro aziende e per tre quarti di loro include l’uso di tecnologia e dati per digitalizzare il processo di produzione con particolare attenzione alle macchine, ma anche l’uso della realtà aumentata (AR) (78% per l’Italia) e dell’Intelligenza Artificiale (AI) (80% per l’Italia) per supportare i processi manuali attraverso la tecnologia digitale.

Più del 70% ha dichiarato che questa trasformazione si tradurrà in migliori condizioni di lavoro, più sicurezza sul posto di lavoro (82% per l’Italia) e una cultura aziendale completamente diversa.

Secondo il sondaggio, le tecnologie e i megatrend più importanti che guideranno la digitalizzazione della produzione delle loro aziende in futuro sono la Cybersecurity (27% che per l’Italia diventa 32%), le piattaforme digitali (25%), l’Internet delle cose (25% che per l’Italia pesa per 31%) e i servizi cloud (24%). Al contrario, secondo gli intervistati, Chatbot (12%) e Blockchain (12%) dovrebbero giocare un ruolo minore.

La maggior parte dei decision-maker associa l’uso di tecnologie innovative nella produzione ad un aumento dell’efficienza (82%). Altri vantaggi attesi sono il miglioramento della qualità e del livello di servizio (81%), la riduzione dei costi (81%), maggiore sicurezza in termini di salute per i dipendenti, degli edifici e delle informazioni (80%).

Le tempistiche e i costi da sostenere (32%) sono attualmente il problema principale nella digitalizzazione dei reparti di produzione delle loro aziende.

Inoltre, le preoccupazioni relative alla sicurezza informatica (28%) e dei dati (25%) giocano un ruolo importante, così come l’incompatibilità tra le macchine esistenti e le nuove tecnologie (26%).

D’altra parte, solo poche aziende vedono la mancanza di personale (16%) o di accettazione delle tecnologie da parte dei dipendenti (16%), o la mancanza di priorità da parte del management (15%) come i principali ostacoli alla trasformazione digitale della produzione.

Enorme potenziale per IoT, AR e AI

L’indagine si è concentrata in particolare sul potenziale dell’Internet of Things (IoT), delle soluzioni di Realtà Aumentata (AR) e dell’Intelligenza Artificiale (AI) per la digitalizzazione delle linee di produzione.

Secondo la ricerca, gran parte dei decision-maker intervistati vede potenziali applicazioni per IoT (78% per l’Italia è l’89%), AI (72% che per l’Italia diventa l’82%), e AR (70% che per l’Italia pesa per l’81%).

Per l’IoT, le principali applicazioni dovrebbero essere l’automazione della gestione delle commesse (37%), la comunicazione machine-to-machine (33% che per l’Italia si traduce nel 44%), l’analisi predittiva (32%), e il controllo delle macchine da remoto (31%).

Per l’AR, i decision-maker vedono il maggior potenziale nel controllo della qualità (38%), nell’assemblaggio, nella manutenzione e riparazione (36%), e nell’ottimizzazione del processo di produzione (36%, per l’Italia diventa il 42%).

Nell’AI, i decision-maker vedono possibili applicazioni nel monitoraggio della qualità della produzione e nello Yield Management (35%), nella previsione dei guasti e nella manutenzione predittiva (31%), nel monitoraggio della sicurezza e delle misure di conformità (31%), e nella previsione della domanda e pianificazione della produzione (31% che per l’Italia pesa per il 37%).

“Il sondaggio mostra due evidenze che anche i nostri clienti confermano: da un lato, la strada verso l’Industria 4.0 è impegnativa per molte aziende, soprattutto per quelle che utilizzano asset importanti e costosi nella loro produzione. Dall’altro lato, la maggioranza ha un enorme interesse a sfruttare l’enorme potenziale che la digitalizzazione della loro produzione ha da offrire”, commenta Jan Junker, Executive Vice President Solution Sales & Delivery di TeamViewer.

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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