Inclusione e lavoro, ecco come e perché Sew Eurodrive contribuisce al progetto Al lavoro 4.0

Mirko Otranto, HR Manager & Compliance Officer di Sew Eurodrive Italia, racconta i motivi che hanno portato l’azienda a sposare il progetto di social responsibility promosso da Digital360, “Al lavoro 4.0”.

Pubblicato il 22 Ott 2021

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Un percorso formativo gratuito rivolto a quindici giovani Neet (Not in Education, Employment or Training) dai 18 ai 25 anni e finalizzato al loro inserimento lavorativo nel mondo del manifatturiero: è il progetto “Al lavoro 4.0”, promosso da Digital360 e organizzato assieme a Caritas Ambrosiana e Fondazione San Carlo, cui hanno già aderito diverse aziende.

Tra queste, la filiale italiana di Sew Eurodrive, multinazionale tedesca attiva nella produzione e commercializzazione di prodotti e sistemi per l’automazione industriale, logistica e di processo.

In un’intervista rilasciata a Franco Canna, direttore di Innovation Post, Mirko Otranto, HR Manager & Compliance Officer di Sew Eurodrive, racconta i motivi che hanno portato l’azienda a sposare il progetto.

“Di recente Istat ha reso noti i dati sui giovani Neet: si tratta di una platea sterminata di ragazzi che hanno perso fiducia: a quei giovani noi vogliamo dare un’opportunità di riscatto”, dice il manager.

L’impegno di Sew prevede tre fasi: “innanzitutto offriamo docenze su tematiche tecnologiche relative a Industria 4.0, poi diamo a questi giovani l’opportunità di visitare la nostra smart factory e infine li ospitiamo in stage, dei veri e propri training on the job”.

Caritas Ambrosiana e Fondazione San Carlo si sono occupate dell’identificazione dei giovani interessati attraverso la loro rete capillare di centri di assistenza e di ascolto. Su cinquantacinque candidature pervenute, sono stati selezionati 15 giovani che hanno un’età media di 21 anni e appartengono a diverse nazionalità.

Secondo Otranto i progetti come “Al lavoro 4.0”, che hanno un indubbio valore etico, andrebbero letti anche in chiave di vantaggio economico: “Investire sui giovani vuol dire investire sul futuro e scommettere sulla capacità dell’impresa – e del Paese – di continuare a crescere negli anni. Ma non può esserci crescita senza inclusione sociale”, aggiunge il manager.

“Industria 4.0 sollecita tutta l’organizzazione a ripensarsi in logica 4.0 e i giovani sono portatori sani di cultura 4.0, quella fatta di agilità, sostenibilità e trasformazione digitale”.

L’intervista integrale è disponibile qui:

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Daniela Garbillo

Giornalista pubblicista con 30 anni di esperienza di redazione, coordinamento e direzione maturata presso case editrici, gruppi e associazioni in diversi settori, dalle tecnologie innovative alle energie rinnovabili, dall'occhialeria al beauty, all'architettura. All'attivo anche importanti esperienze in comunicazione, organizzazione di eventi e marketing.

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