Dopo il tentativo di inserirla negli emendamenti al disegno di legge di bilancio, arriva la mossa definitiva del Governo sulla questione della proroga dei termini di consegna dei beni ordinati nel 2022.
Il Governo ha infatti annunciato di aver inserito l’intervento nel Decreto milleproroghe approvato in serata dal Consiglio dei Ministri (annuncio a cui poi non ha più dato seguito, leggere la nota di aggiornamento in fondo all’articolo).
Si tratta di una norma che consente alle aziende di fruire delle maggiori aliquote previste per quest’anno anche in caso di consegne tardive, oltre il termine originariamente previsto del 30 giugno 2023.
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Perché serve la proroga
Ricordiamo infatti che attualmente le aliquote 2022 previste dal piano Transizione 4.0 sono del 40% per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro, del 20% per investimenti compresi tra 2,5 e 10 milioni di euro e del 10% per investimenti compresi tra 10 e 20 milioni di euro. A partire dal primo gennaio 2023 queste aliquote saranno dimezzate.
Anche se è attualmente in discussione la possibilità di riportare le aliquote del 2023 ai livelli del 2022 – in tal senso infatti attiva un interlocuzione del governo italiano con la commissione Europea – le aziende attendevano quantomeno la proroga delle consegne per i beni ordinati entro il 31 dicembre 2022 al 31 dicembre 2023 in luogo del termine originario fissato al 30 giugno 2023.
La tanto richiesta e attesa proroga è fondamentale perché i costruttori di macchine hanno un portafoglio di ordinativi pieni e non sono in grado di soddisfare la domanda nei sei mesi che mancano al termine originario previsto per la consegna, cioè il 30 giugno 2023.
Il commento del Ministro
“È un segnale di attenzione doveroso per quelle imprese che stanno investendo e che potranno così accedere ad un credito d’imposta più elevato in un contesto internazionale profondamente mutato” ha sottolineato il ministro delle imprese del made in Italy Adolfo Urso.
Il governo ha motivato questa decisione considerando “il mutato contesto internazionale che ha determinato un vincolo alla produzione: lo scoppio del conflitto in Ucraina che ha aggiunto alle già presenti tensioni sul mercato, dovute alla riorganizzazione delle catene globali del valore e dei flussi di commercio internazionale, nuove instabilità legate all’offerta, generate dalla riduzione delle importazioni di materie prime da Russia e Ucraina”.
Si attende adesso la pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto Milleproroghe, le cui disposizioni saranno effettive a partire dal giorno successivo a quello della pubblicazione.
L’incrocio pericoloso con la legge di bilancio
Lascia piuttosto sorpresi, tuttavia, che l’intervento del Governo sul Milleproroghe si vada di fatto a sovrapporre con quanto accaduto nella seduta notturna tra il 20 e il 21 dicembre sulla manovra, quando la Commissione Bilancio ha approvato un emendamento bipartisan che dispone la proroga delle consegne fino al 30 settembre 2023.
ART. 75.
Nel capo I del titolo V della parte I, dopo l’articolo 75, aggiungere il seguente:
Art. 75-bis.
(Termini di consegna dei beni ordinati entro il 31 dicembre 2022 per la fruizione del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali nuovi)
1. All’articolo 1, comma 1057, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, concernente il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali nuovi, le parole: «ovvero entro il 30 giugno 2023» sono sostituite dalle seguenti: «ovvero entro il 30 settembre 2023».
*75.06. (Nuova formulazione) Ubaldo Pagano, Lai.
*75.035. (Nuova formulazione) D’Attis, Lucaselli, Frassini, Romano, Cannata, Cattoi, Cannizzaro, Giorgianni, Gusmeroli, Mascaretti, Ottaviani, Rampelli, Cavandoli, Angelo Rossi, Bagnai, Miele, Tremaglia.
Che cosa succederà adesso? Potenzialmente un vero e proprio pasticcio legislativo: se, come pare probabile, il decreto Milleproroghe dovesse essere emanato prima della legge di bilancio, a questo punto il testo presente nella la legge di bilancio, che prevede una proroga minore, andrà a sovrascrivere la norma del Milleproroghe in base al principio del diritto lex posterior derogat priori. A quel punto occorrerà attendere la conversione in legge del Decreto Milleproroghe (entro 60 giorni) per avere una ulteriore norma che sovrascriva a sua volta quella della Legge di bilancio.
AGGIORNAMENTO – Nel testo definitivo del decreto Milleproroghe pubblicato in Gazzetta Ufficiale (Decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198) il Governo NON ha inserito la proroga. Il motivo è verosimilmente di natura tecnica: poiché la legge di bilancio entra in vigore successivamente al Milleproroghe, avrebbe sovrascritto quanto previsto da quest’ultimo sulla medesima questione, rendendo inutile il provvedimento. Ora occorrerà attendere febbraio, quando il Milleproroghe dovrà essere convertito in legge dal Parlamento. Quella è la sede in cui sarà possibile, se ci sarà la volontà, intervenire spostando il termine dall’attuale 30 settembre 2023 al 31 dicembre 2023.