Il piano industria 4.0 – impresa 4.0 cambia pelle. Con l’approvazione, ormai scontata, dei nuovi incentivi proposti dal Ministero dello Sviluppo Economico, super e iperammortamento lasciano il posto a un nuovo credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali, con l’intenzione di dare una rinnovata attrattività al piano e di ampliarne la base dei potenziali utenti. E non è l’unica novità: cambia anche il credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo che si estende a innovazione e design, con un focus speciale sui progetti green e 4.0.
Per fare il punto sulle novità in via di introduzione e capire se e come potranno favorire effettivamente le nostre imprese manifatturiere abbiamo intervistato Marco Barbieri, amministratore unico del Gruppo Del Barba, una delle principali realtà che supportano le aziende nella scelta dei migliori strumenti a supporto della competitività.
Nel primo comma del nuovo articolo 22, si esplicita l’obiettivo di sostenere “il processo di transizione digitale delle imprese, la spesa privata in ricerca e sviluppo e in innovazione tecnologica, anche nell’ambito dell’economia circolare e della sostenibilità ambientale, l’accrescimento delle competenze nelle materie connesse alle tecnologie abilitanti il processo di transizione tecnologica e digitale, nonché razionalizzare e stabilizzare il quadro agevolativo di riferimento in un orizzonte temporale pluriennale, compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica”. C’è insomma un orizzonte pluriennale delle nuove misure, benché poi le norme si limitino, per ragioni di bilancio, a disporre la validità dei nuovi incentivi solo per un anno. Qual è il suo punto di vista?
BARBIERI – Un Piano così importante per la competitività delle imprese deve necessariamente cambiare nel tempo, per venire incontro ad esigenze diverse da quelle che emergevano qualche anno fa: è fondamentale analizzare cosa ha funzionato e cosa poteva essere fatto meglio, per incentivare gli imprenditori ad innovare ulteriormente. Noi di Gruppo Del Barba Consulting ci occupiamo di incentivi e contributi pubblici da oltre vent’anni, toccando con mano le difficoltà delle aziende: dalla nostra esperienza abbiamo imparato che le misure strutturali sono quelle che danno più garanzie e consentono di programmare per tempo gli investimenti. Per questo una modifica su base triennale sarebbe certamente apprezzata.
A vostro avviso i nuovi strumenti consentiranno effettivamente di ampliare la platea delle imprese che hanno accesso agli incentivi, come vorrebbe il Governo?
BARBIERI – Le modifiche ipotizzate ad oggi non fanno pensare a grandi cambiamenti in quanto a numero di potenziali fruitori del Piano Impresa 4.0: ci sono spunti interessanti, ma fino a quando si ragionerà a breve termine, i miglioramenti non saranno rilevanti. Gruppo Del Barba, dal canto suo, continua su tutta Italia la propria opera di informazione ed “evangelizzazione 4.0” verso le aziende, specie PMI, che molto spesso non sanno di avere i requisiti per accedere alle agevolazioni pubbliche. Per fare un esempio, i nostri tutor contattano regolarmente le imprese per informarle di ogni nuova opportunità disponibile (che sia una misura emanata dall’Europa, dal Governo italiano, dalle regioni o dalle camere di commercio). In questo modo vengono tempestivamente a conoscenza degli incentivi, senza rischiare che vengano inutilizzati.
Entrando nel dettaglio, quali sono i vantaggi e gli svantaggi del nuovo credito d’imposta per investimenti in beni strumentali rispetto alla maggiorazione degli ammortamenti? Insomma, il nuovo sistema si presenta più o meno conveniente rispetto a quello attuale?
BARBIERI – In termini meramente economici, gli importi si ridurrebbero leggermente, anche se in maniera non significativa. L’utilizzo in compensazione su 5 anni comporterebbe però una velocizzazione dei tempi di fruizione dell’incentivo. Il punto fondamentale resta comunque l’introduzione di misure strutturali: senza la certezza di una durata almeno triennale il rischio è sempre quello di non consentire un’adeguata pianificazione utile alla crescita delle imprese.
Sarà abbassata a 300 mila euro la soglia degli investimenti per i quali vi è necessità di produrre una perizia (non più giurata) o una attestazione da parte di un Ente accreditato. È un aggravio burocratico o un’iniziativa giusta?
BARBIERI – Fino al 2019 la normativa prevedeva una perizia tecnica giurata obbligatoria per investimenti superiori a 500 mila euro. Da quanto emerge dalle ultime modifiche approvate ieri al Senato, la soglia si abbasserà a 300 mila euro, ma senza obbligo di perizia giurata: basterà infatti una perizia tecnica semplice rilasciata da un ingegnere o da un perito industriale iscritti ai rispettivi albi professionali, oppure un attestato di conformità rilasciato da un ente di certificazione accreditato.
Come Gruppo Del Barba ci siamo occupati da subito di Industria 4.0 e, a fronte della nostra esperienza maturata nel corso degli anni, abbiamo sempre suggerito agli imprenditori di optare per la perizia giurata: anche quando non obbligatoria, essa mette al riparo da eventuali controlli dell’Agenzia delle Entrate in merito all’ammissibilità del progetto presentato.
Una delle novità previste dalla nuova disciplina sarebbe la possibilità di fruire dell’incentivo sul software indipendentemente dall’acquisto di beni materiali 4.0. Un grande vantaggio per le PMI…
BARBIERI – A conti fatti, se confermato, sembrerebbe l’unico vantaggio tangibile tra tutte le proposte sinora avanzate. Come evidenziato da più parti, gli investimenti in software sono in crescita e sempre più necessari per la transizione digitale del tessuto produttivo italiano.
Altra grande novità è la modifica del credito d’imposta per le attività di ricerca e sviluppo che cambia nell’intensità e si allarga anche a innovazione e design. È una modifica che ha senso? Il Governo sostiene che in questo modo si ridurranno anche i contenziosi con l’Agenzia delle Entrate, che pare siano numerosi su questo incentivo…
BARBIERI – Il nuovo credito d’imposta allargato a innovazione e design consentirebbe l’accesso all’agevolazione anche a numerose piccole e medie imprese che, con la precedente normativa, non avrebbero i requisiti per presentare progetti di ricerca e sviluppo. Per quanto riguarda i contenziosi, l’auspicio è quello di avere chiarezza da parte del legislatore in merito agli ambiti di applicazione e alle corrette definizioni di ricerca e sviluppo, innovazione e design: solo così sarà possibile ridurre contenziosi dovuti ad errate interpretazioni della normativa.
L’idea di inserire un’agevolazione al 6% anche per il design, con riferimento ad alcuni specifici settori del made in Italy, vi sembra una buona iniziativa?
BARBIERI – Il design rappresenta da sempre uno dei fiori all’occhiello del sistema manifatturiero italiano, invidiato in tutto il mondo. Gruppo Del Barba collabora da tempo con realtà della moda ed è partner di Assocalzaturifici: la nostra esperienza in questo ambito ci ha fatto capire che sono assolutamente necessari incentivi dedicati alle imprese del settore, per consentire al comparto di mantenere alta la competitività nei mercati.
In queste settimane le aziende hanno la possibilità di fare richiesta del nuovo voucher per acquisire i servizi di un innovation manager esterno. Qual è il vostro giudizio su questa misura?
BARBIERI – Consideriamo l’innovazione come un asset assolutamente strategico per la crescita delle imprese italiane, specie le PMI. L’introduzione di consulenti con una solida esperienza alle spalle può portare grande giovamento a realtà spesso poco strutturate per riuscire ad innovare da sole. Auspichiamo che anche questa misura venga riproposta per i prossimi anni divenendo stabile, per favorire ulteriormente la transizione verso l’industria 4.0.
A supporto della competitività delle imprese non c’è solo il piano Impresa 4.0, ma anche una serie di altre misure messe in campo dalle Regioni con le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea. Il sistema paese sta sfruttando in maniera adeguata questa opportunità?
BARBIERI – Stando ai dati della Commissione Europea sull’utilizzo del Fondo di Sviluppo Regionale (FESR), al 30/9/2019 in Italia sono stati approvati progetti per un importo pari all’81% del totale disponibile. Considerando che la dotazione copre anche il 2020, si potrebbe pensare che al termine dei 7 anni sarà utilizzato il 100% o quasi. Il dato preoccupante, però, è che solo il 24% del totale disponibile è stato già erogato. Questo dimostra, al netto di eventuali intoppi amministrativi, che le aziende fanno davvero fatica ad arrivare in fondo all’iter progettuale, ovvero l’erogazione dei contributi. Il nostro consiglio è di affidarsi a società specializzate, come Gruppo Del Barba, che affiancano le imprese in tutte le fasi, aiutandole a superare gli ostacoli burocratici che si possono presentare nei momenti più delicati.
Gruppo Del Barba recentemente è stata indicata dal Sole 24 Ore come Leader Della Crescita 2020, risultando tra le prime realtà italiane per crescita di fatturato nell’ultimo triennio. Ci racconta che cosa c’è dietro il successo che state riscontrando sul mercato?
BARBIERI – C’è un percorso, senza dubbio lungo e faticoso, ma anche ricco di soddisfazioni. Un percorso fatto di etica, affidabilità e competenza. Abbiamo saputo intercettare e interpretare l’esigenza delle aziende di avere un partner unico in grado di seguire tutte le normative (europee, nazionali, regionali, camerali), diventando un punto di riferimento in grado di proporre soluzioni efficaci. Il mercato apprezza senza dubbio la capacità di Gruppo Del Barba di seguire ogni tipo di realtà, dalle start up fino alle grandi realtà imprenditoriali. Essere Leader della Crescita 2020 rappresenta per noi l’inizio di un nuovo cammino, che stiamo già percorrendo con un senso di responsabilità ancora maggiore, se possibile, verso le imprese che in numero sempre maggiore ripongono in noi la loro fiducia.