Nel 2019 iper e super-ammortamento hanno trainato oltre 12 miliardi di investimenti: è quanto emerge dalle statistiche sulle dichiarazioni IRES (Imposta sul Reddito delle Società) e IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) relative all’anno d’imposta 2019 e presentate nel corso degli anni 2020 e 2021.
Le statistiche, diffuse dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), tengono conto anche delle società di capitali il cui anno d’imposta non coincide con l’anno solare e dove, conseguentemente, la conclusione del periodo d’imposta 2019 si verifica nel corso del 2020.
Indice degli argomenti
Super ammortamento, investimenti per 7,2 miliardi di euro
Nel 2019 il super ammortamento, che prevedeva la possibilità di dedurre il 130% della quota di ammortamento e dei canoni di locazione finanziaria sugli investimenti in beni materiali strumentali nuovi, è stato utilizzato da 317.000 soggetti, per un ammontare totale di investimenti incentivati di ben 7,2 miliardi di euro.
Circa il 64% dei fruitori si concentra nelle classi di ricavo comprese tra 100.000 euro e 2.500.000 euro. La maggiore incidenza nell’utilizzo dell’agevolazione si registra in Lombardia (32%), Lazio (12%) e Piemonte (11%).
In termini di ammontare, la maggiore deduzione è concentrata nel settore manifatturiero (38%), nel noleggio, agenzie viaggio e servizi di supporto alle imprese (17,2%), nel commercio all’ingrosso e al dettaglio (10,9%) e nei servizi di informazione e comunicazione (8,7%).
Iper ammortamento, 5 miliardi di investimenti prevalentemente nel settore manifatturiero
Per quanto riguarda l’iper ammortamento, volto a favorire i processi di trasformazione tecnologica e digitale secondo il modello Industria 4.0, nel 2019 è stata rivista la disciplina prevedendo aliquote di maggiorazione differenziate in base all’ammontare dell’investimento.
In particolare la maggiorazione era del 170% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, del 100% per investimenti da 2,5 milioni a 10 milioni di euro e del 50% per investimenti oltre 10 milioni di euro e fino a 20 milioni di euro.
Nel 2019 la maggiorazione per gli investimenti in beni materiali strumentali è stata utilizzata da oltre 28.200 soggetti, per un ammontare di circa 4,8 miliardi di euro, di cui 569 milioni di euro relativi agli investimenti effettuati nel 2019 e interconnessi nello stesso anno.
L’utilizzo è concentrato prevalentemente nel settore manifatturiero (80% dell’ammontare dell’agevolazione).
Per quanto riguarda i beni strumentali immateriali previsti nell’allegato B (il software 4.0) la maggiorazione del 30% che è stata utilizzata da oltre 23.200 soggetti per un ammontare di 388 milioni di euro. Ricordiamo che per fruire di questa agevolazione occorreva aver effettuato anche un investimento in beni materiali. In pratica quasi tutte le aziende hanno sfruttato l’incentivo abbinato: sono solo 5000 le aziende che hanno sfruttato l’incentivo sui beni materiali e non anche quello sui software.
Credito d’imposta per investimenti al Mezzogiorno
Per quanto riguarda il credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali nuovi nel Mezzogiorno, introdotto con la Legge di Stabilità 2016, dalle dichiarazioni per il 2019 risultano oltre 17.400 soggetti (+46% rispetto al 2018), per un ammontare di circa 1,3 miliardi di euro.
Crediti d’imposta R&S
Per quanto riguarda i principali crediti d’imposta usufruibili dalle società, il credito d’imposta per ricerca e sviluppo è stato dichiarato da 26.700 soggetti per un ammontare di credito spettante nel periodo di 3 miliardi di euro (-11,2% rispetto al 2018).
I principali settori in cui si concentra l’ammontare del credito sono: il manifatturiero (50,3%), i servizi di informazione e comunicazione (14,2%), il commercio all’ingrosso e al dettaglio (8,2%) e le attività professionali, scientifiche e tecniche (8,3%).
Patent Box, forte aumento nel settore dei servizi di informazione e comunicazione
A partire dall’anno d’imposta 2015 è stata introdotta la possibilità di optare per un trattamento di favore dei redditi derivanti dall’utilizzo di brevetti industriali, marchi, opere di ingegno, processi e disegni industriali. La disciplina – ricordiamolo – è stata profondamente rivista quest’anno.
Nel 2017 i marchi d’impresa sono stati esclusi dal regime patent-box, tuttavia sono state previste delle disposizioni di salvaguardia per le opzioni esercitate precedentemente, per le quali rimane aperta una finestra temporale (la cosiddetta grandfathering), per continuare a sfruttare tale agevolazione entro il 30 giugno 2021. L’opzione ha una durata di 5 esercizi ed è irrevocabile.
Dalle dichiarazioni per il 2019 risultano 2.509 società che hanno utilizzato l’agevolazione per un ammontare di reddito detassato e plusvalenze esenti pari a 6,2 miliardi di euro (1,3 volte il valore del 2018).
L’incremento maggiore si riscontra nel settore servizi di informazione e comunicazione (da 246 a 533 milioni di euro), mentre il 64,3% del totale dell’agevolazione è utilizzato nel settore manifatturiero. Il regime patent box per le annualità successive al 2021 è stato profondamente modificato dal decreto legge n. 146/2021 e dalla Legge di Bilancio per il 2022.
Aiuto alla Crescita Economica – ACE
Nel 2019 il rendimento figurativo, che dà diritto alla deduzione dal reddito d’impresa del capitale proprio (cosiddetta ACE “Aiuto alla Crescita economica”), è sceso dall’1,5% all’1,3%.
Le società di capitali con diritto alla deduzione ACE sono oltre 326.000 (+4,5% rispetto al 2018), per un ammontare di deduzione spettante di 18,4 miliardi di euro (+0,4% rispetto al 2018) con un andamento pressoché stabile.
L’eccedenza pregressa relativa all’anno precedente, pari a 10,9 miliardi di euro (+4,5% rispetto al 2018) ha riguardato oltre 77.200 società, mentre l’ammontare di deduzione non utilizzata nell’anno e riportabile agli anni successivi è pari a oltre 11,3 miliardi di euro (+0,9% rispetto al 2018).
La quota di ACE detenuta dai soggetti con ricavi superiori a 50 milioni di euro è pari al 46,4% dell’ammontare complessivo, mentre l’analisi per sezione di attività evidenzia che circa il 60% dell’ACE spettante proviene complessivamente da due settori: attività finanziarie ed assicurative (37,8%, pari a 6,8 miliardi di euro) ed attività manifatturiere (23%, pari a 4,3 miliardi di euro).