Nuovi dettagli sul credito d’imposta per l’innovazione 4.0 al quale sta lavorando il ministero dello sviluppo economico. A spiegare le possibili soluzioni è stato proprio il Ministro Stefano Patuanelli durante l’assemblea nazionale della CNA che si è svolta ad Ancona.
“Super e iperammortamento, credito d’imposta per la ricerca e sviluppo e credito d’imposta per la formazione 4.0 sono i quattro piloni dell’impresa 4.0. Da quando sono al Ministero stiamo cercando capire quale parte della torta degli incentivi ha poi un’effettiva ricaduta sulla micro, la piccola e media impresa, gli artigiani e gli autonomi. Ed effettivamente stiamo riscontrando che c’è uno squilibrio. Per questo stiamo pensando a un nuovo strumento unico, un credito d’imposta, che permetta di ampliare la base dei soggetti che possono fruire degli incentivi”.
Così il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli ha iniziato stamattina, davanti alla platea degli artigiani della CNA, la parte del suo intervento dedicata al futuro degli incentivi per la trasformazione digitale dell’Impresa 4.0. Un intervento che è anche una risposta al presidente Daniele Vaccarino, che poco prima aveva detto: “Altrettanto utile è la proroga del pacchetto Impresa 4.0. Ma è indispensabile che l’intervento pubblico sia più orientato verso le piccole impese e acquisisca un respiro pluriennale, per offrire maggiori certezze agli operatori”.
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Cambio degli incentivi, ma non a danno delle imprese
Che ci fosse una partita ancora aperta tra i fautori del rinnovo degli strumenti attuali e chi nel Ministero è invece favorevole a un nuovo credito d’imposta per l’innovazione 4.0 era cosa nota. Oggi però Patuanelli ha spiegato meglio la questione. “Il credito d’imposta consentirebbe di distribuire meglio la potenzialità del sistema di incentivi, consentendo a un numero maggiore di soggetti di fruirne. Permetterebbe una maggiore compensazione immediata di crediti e debiti verso l’erario e verrebbe recuperato più velocemente, stiamo pensando ai 3 anni di tempo per ottenere tutto l’incentivo”.
Tuttavia, sottolinea Patuanelli, il Ministero non ne farà una questione di principio: “Stiamo facendo delle simulazioni e vogliamo verificare insieme con le imprese che il nuovo strumento funzioni meglio di quelli esistenti. Qualora così non fosse e il nostro buon proposito dovesse invece svantaggiare le imprese, come avvenuto nel caso dell’articolo 10 del Decreto Crescita, manterremo gli attuali strumenti”.
In cerca di certezze
Patuanelli ha poi ribadito che in ogni caso il rinnovo del piano, che non era scontato considerando le condizioni delle casse dell’erario, sarà triennale per dare agli imprenditori la certezza di un’orizzonte temporale più ampio per pianificare gli investimenti. “Chi fa impresa ha bisogno di certezze, ha bisogno di sapere che le regole del gioco non cambiano ogni anno. Sto combattendo per questo e mi incatenerò di fronte a viale XX settembre (la sede del Ministero dell’economia e delle finanze, ndr) se non riuscirò ad ottenerlo. E’ necessario che voi abbiate davanti a voi tre anni di certezza negli incentivi”.
Il ministro ha poi detto che il credito d’imposta per la ricerca e sviluppo deve essere ampliato anche all’innovazione e che la legge di bilancio prevederà il rifinanziamento per il triennio della Nuova Sabatini, per la quale sono stati stanziati 93 milioni per il 2020 (265 milioni in tutto per il 2020-2022).