Contributi a fondo perduto per gli investimenti innovativi delle imprese agricole: domande dal 23 maggio

Il Mise ha pubblicato il secondo decreto direttoriale relativo agli incentivi per sostenere gli investimenti innovativi delle imprese agricole per cui sono stanziati 5 milioni di euro. Le imprese potranno presentare domanda di concessione a partire dal 23 maggio 2022, mentre le domande di erogazione potranno essere presentate dal 30 settembre 2022. Le agevolazioni verranno erogate sotto forma di contributi a fondo perduto, per un importo massimo di 20.000 euro.

Pubblicato il 04 Mag 2022

Agricoltura 4.0

A partire dal 23 maggio e fino al 23 giugno 2022, le micro, piccole e medie imprese agricole potranno richiedere le agevolazioni del Fondo per gli investimenti innovativi relative alle attività di trasformazione e commercializzazione dei prodotti.

Per il Fondo – istituito con la legge 160 del 27 dicembre 2019 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022, art.1 comma 123) – il Mise ha stanziato 5 milioni di euro destinati ad agevolare, sotto forma di contributo a fondo perduto, acquisto e l’installazione di nuovi beni strumentali, materiali e immateriali, che dovranno essere utilizzati esclusivamente nelle sedi o negli stabilimenti delle imprese situate sul territorio nazionale.

Con un secondo decreto direttoriale (il primo era stato pubblicato ad ottobre 2021), il Mise ha indicato i termini e le modalità per presentare domanda e accedere alle agevolazioni.

Fondo per gli investimenti agricoli, a chi si rivolge

Il Fondo, ricordiamo, si rivolge alle imprese agricole attive nel settore della produzione agricola primaria, della trasformazione di prodotti agricoli e della commercializzazione di prodotti agricoli.

Alla data di presentazione della domanda di agevolazione, le imprese devono:

  • essere di micro, piccola e media dimensione, secondo la classificazione contenuta nell’Allegato I al regolamento ABER
  • essere regolarmente costituite e iscritte come attive nel Registro delle imprese – sezione speciale imprese agricole – della Camera di commercio territorialmente competente
  • avere la sede legale o un’unità locale ubicata sul territorio nazionale
  • essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non essere in liquidazione volontaria e non essere sottoposte a procedure concorsuali con finalità liquidatorie
  • non essere in condizioni tali da risultare impresa in difficoltà, così come individuata all’articolo 2, punto 14, del regolamento ABER
  • non rientrare tra le imprese che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti individuati quali illegittimi o incompatibili dalla Commissione europea

Agevolazioni e spese ammissibili

Le agevolazioni sono concesse nella forma di contributo a fondo perduto, nella misura del 30% delle spese ammissibili, percentuale che sale al 40% nel caso di spese riferite all’acquisto di beni strumentali, materiali o immateriali, compresi negli allegati A o B della legge n. 232/2016.

Le agevolazioni sono riconosciute nel limite di 20.000,00 euro per soggetto beneficiario. Sono ammissibili le spese sostenute per l’acquisto e l’installazione di:

  • beni materiali strumentali, inclusi quelli di cui all’allegato A della legge n. 232/2016, riportati nell’allegato n. 1 del decreto 30 luglio 2021
  • beni immateriali strumentali inclusi nell’allegato B della legge n. 232/2016 e riportati nell’allegato n. 2 del decreto 30 luglio 2021.

Ai fini dell’ammissibilità, le spese devono:

  • essere sostenute successivamente alla data di presentazione della domanda di agevolazione e in tempo utile ai fini del rispetto del termine di presentazione della richiesta di erogazione
  • essere relative a beni strumentali allo svolgimento dell’attività d’impresa, nuovi di fabbrica, acquistati da terzi che non hanno relazioni con l’acquirente e alle normali condizioni di mercato, utilizzati esclusivamente presso la sede legale o l’unità locale ubicate sul territorio nazionale come indicato nella domanda di agevolazione e caratterizzati da autonomia funzionale, fatti salvi i beni strumentali che integrano, con nuovi moduli, l’impianto o il macchinario preesistente, introducendo una nuova funzionalità nell’ambito del ciclo produttivo dell’impresa
  • essere pagate esclusivamente attraverso conti correnti intestati all’impresa beneficiaria e con modalità che consentano la piena tracciabilità del pagamento e l’immediata riconducibilità dello stesso alla relativa fattura

L’investimento relativo all’acquisizione dei beni deve:

  • essere inerente alla trasformazione o alla commercializzazione di prodotti agricoli
  • essere avviato successivamente alla presentazione della domanda di agevolazione. Per data di avvio si intende la data individuata all’articolo 2, punto 15, del regolamento ABER
  • essere ultimato entro 12 mesi dalla data del provvedimento di concessione. Per data di ultimazione si intende la data dell’ultimo titolo di spesa dichiarato ammissibile
  • essere mantenuto, per almeno 3 anni dalla data di erogazione del saldo del contributo o, se successiva, dalla data di installazione dell’ultimo bene agevolato, nel territorio della regione in cui è ubicata la sede legale o l’unità locale agevolata. Nel caso in cui, nei suddetti 3 anni, alcuni beni strumentali diventino obsoleti o inutilizzabili, è possibile procedere, previa comunicazione al Ministero, alla loro sostituzione

Restano invece escluse dalle agevolazioni le spese connesse alla costruzione, all’acquisto o alla locazione di fabbricati o di terreni; le spese per servizi e consulenze di qualsiasi genere; le spese per imposte o tasse; le spese relative a oneri accessori, legali e amministrativi di qualsiasi genere.

Modalità di presentazione delle domande

Ciascuna impresa può presentare una sola domanda. In caso di presentazione di una seconda domanda nei termini di apertura dello sportello, la seconda domanda andrà a sostituire la prima.

Ai fini dell’accesso ai contributi previsti dal decreto, le imprese agricole presentano le domande di concessione – esclusivamente e a pena di improcedibilità – tramite PEC, inviando il modulo di domanda di concessione allegato al presente provvedimento, debitamente compilato in tutte le sue parti, al seguente indirizzo contributofia@pec.mise.gov.it, a partire dal 23 maggio 2022 ed entro il 23 giugno 2022.

Il modulo di domanda di concessione è redatto in forma di DSAN, con riferimento ai presupposti e ai requisiti previsti dal decreto e dal presente provvedimento ai fini della concessione, secondo lo schema illustrato nell’allegato 1 (reperibile sul sito del Ministero). La domanda deve essere firmata digitalmente dal rappresentante legale o dal titolare dell’impresa agricola. Le domande di concessione del contributo sono istruite secondo l’ordine cronologico di presentazione.

Per quanto concerne le modalità di presentazione della richiesta di erogazione, devono essere presentate a Invitalia (Soggetto Gestore) – esclusivamente e a pena di improcedibilità – tramite PEC, inviando il modulo di richiesta di erogazione allegato al provvedimento, debitamente compilato in tutte le sue parti, all’indirizzo contributofia@pec.mise.gov.it, a seguito dell’integrale pagamento delle spese rendicontate, a partire dal 30 settembre 2022 ed entro il 30 settembre 2023.

Il modulo di richiesta di erogazione è redatto in forma di DSAN, secondo lo schema di cui all’allegato 2 reperibile sul sito del Ministero. Alla richiesta di erogazione devono essere allegati:

  • copia delle fatture elettroniche di acquisto dei beni oggetto di agevolazione, individuati nella domanda di concessione
  • copia della documentazione attestante l’effettivo pagamento delle fatture tramite bonifico bancario, SEPA Credit Transfer, ricevute bancarie (RIBA) e copia del relativo estratto conto. L’impresa agricola è tenuta ad effettuare distinti pagamenti per ciascuno dei titoli di spesa. Nelle causali di pagamento l’impresa deve riportare a dicitura indicata nell’art.6 comma 4(b) del decreto
  • dichiarazioni liberatorie dei fornitori dei beni agevolati di cui all’allegato n. 3, corredate da copia dei documenti di riconoscimento dei dichiaranti. le dichiarazioni liberatorie
    devono attestare l’integrale pagamento del prezzo di acquisto e che i beni oggetto della richiesta di erogazione sono nuovi di fabbrica
  • dichiarazione, redatta in forma di DSAN del legale rappresentante dell’impresa agricola, secondo lo schema indicato dall’allegato 4, attestante l’assenza di relazioni con il fornitore
  • verbale di consegna o di installazione del bene presso l’unità produttiva indicata nella domanda di concessione
  • relazione finale, redatta in forma di DSAN del legale rappresentante dell’impresa agricola, secondo lo schema di cui all’allegato 5, contenente la descrizione dettagliata delle spes complessivamente sostenute e attestante la piena conformità delle stesse a quanto dichiarato nella richiesta di concessione. In caso di non conformità delle spese a quanto dichiarato in sede di concessione, la relazione finale deve contenere la dettagliata e motivata descrizione delle variazioni apportate, che devono avere ad oggetto spese ammissibili ai sensi del decreto
  • copia del registro dei beni ammortizzabili di cui al decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600 o documentazione equipollente (libro inventari, libro giornale
    ovvero registro IVA acquisti), dai quali si evinca l’annotazione dei beni acquistati
  • eventuale comunicazione al Registro delle imprese, come indicato all’art.3, comma 4, del decreto

Le richieste verranno valutate, secondo l’ordine di presentazione, da Invitalia, che accerterà il rispetto dei requisiti indicati nel decreto. Secondo i termini indicati per la presentazione delle domande di erogazione, le imprese possono anche chiedere il versamento anticipato di una quota del 50% del contributo concesso.

Il decreto

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Michelle Crisantemi

Giornalista bilingue laureata presso la Kingston University di Londra. Da sempre appassionata di politica internazionale, ho vissuto, lavorato e studiato in Spagna, Regno Unito e Belgio, dove ho avuto diverse esperienze nella gestione di redazioni multimediali e nella correzione di contenuti per il Web. Nel 2018 ho lavorato come addetta stampa presso il Parlamento europeo, occupandomi di diritti umani e affari esteri. Rientrata in Italia nel 2019, ora scrivo prevalentemente di tecnologia e innovazione.

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